Capoterra, 11 agosto 2001
Lo stagno di Santa Gilla
rinasce grazie al Progetto Gilia Life Natura, finanziato
dall'Unione Europea
Non appena i
lavori saranno terminati lo stagno sarà riconsegnato anche
ai pescatori, infatti non mancano i progetti delle
cooperative come quella de "Su Castiau" di
Capoterra
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Una
suggestiva immagine dello stagno di Santa Gilla, sullo sfondo Capoterra |
Quasi fosse una foto di gruppo, nessuno è voluto mancare
all'appuntamento, voluto ieri dal progetto Gilia, per
ammirare le bellezze naturali dello stagno di Santa Gilla,
ritornato al suo vecchio splendore. Per tutta la mattinata,
i visitatori si sono ripuliti gli occhi davanti alle acque
rossastre, alle anatre che sguazzavano, ai fenicotteri. Lo
stagno è rinato, ha detto qualcuno con un po' di enfasi,
giustificata, perché il miracolo è questo: buona parte di
Santa Gilla è libera dall'inquinamento. Dopo quattro anni
di lavori, il progetto Gilia Life Natura, finanziato
dall'Unione europea, ha aperto le porte ai visitatori. La
prima missione è stata come un piccolo assaggio di quello
che sarà a fine settembre, per poi aprire le porte l'estate
prossima. Santa Gilla sarà un pezzo forte da vendere sul
mercato del turismo, con i duemila ettari che vanno da
Cagliari a Capoterra, da Assemini ad Elmas. «E' un'oasi
d'importanza internazionale, com'è scritto nella
Convenzione di Ramsar ed è riserva naturale per la Regione
- dice Susanna Campisi, responsabile del progetto Gilia -
Cominciamo dall'avifauna: è unica fra fenicotteri, avocette,
cavalieri d'Italia, folaghe e anatre. Ed è tutto
monitorato, anche la qualità dell'acqua è tenuta
costantemente sotto controllo con prelievi
mensili». Non appena i lavori saranno conclusi, lo stagno
rivivrà così il suo vecchio splendore e sarà riconsegnato
ai comuni, perché gestiscano e valorizzino l'intero
patrimonio. «Ora stiamo effettuando la pulizia del Rio
Mannu e del Cixerri - dice Paolo Malavasi, responsabile per
Cagliari del progetto - nel territorio di Assemini, accanto
alle vasche pensili abbiamo trovato cinquecento batterie
d'auto, senza contare materassi e frigoriferi disseminati
qua e là». Continuano, intanto, i lavori fuori e dentro il
vecchio caseggiato di Terr'e Olia, destinato a essere da
settembre il Centro ornitologico per la ricerca scientifica
e la tutela dell'ecosistema. Sarà gestito dalla facoltà di
Zoologia e sarà un osservatorio privilegiato per studiare
il patrimonio ambientale. Il "nuovo" stagno ha
avuto il beneplacito anche di Vincenzo Tiana, presidente di
Legambiente: «Per la bonifica si è fatto molto - dice - ma
c'è ancora da lavorare soprattutto per risolvere i problemi
nella parte alta dello stagno, nel territorio di Assemini, e
di Elmas, dove Rio Mazzeu e Flumini Mannu scaricano ancora
acque non
depurate. Si spera che fra qualche anno l'intera area possa
essere riqualificata». Non appena i lavori saranno
terminati lo stagno sarà riconsegnato anche ai pescatori,
da sempre custodi dell'intero patrimonio, e già non mancano
i progetti delle cooperative. «Sono pescatore da tre
generazioni - dice Gianni Loddo, presidente de "Su
Castiau" - ma ho dovuto cambiare lavoro perché quando
lo stagno era abbandonato, non dava più da vivere. Adesso
ci sono buone prospettive e tutto ritornerà come ai vecchi
tempi, quando c'erano muggini, orate, spigole e anguille».
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