Capoterra, 11 agosto 2001
L'oasi
naturalistica dello stagno di Santa Gilla apre le porte ai
visitatori
Ciò avviene nel contesto del
progetto Gilia, Life natura iniziato nel '96, la fine dei
lavori è prevista per l'estate prossima
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Lo
stagno di Santa Gilla, sullo sfondo Capoterra |
L’appuntamento per la visita guidata, proposta dal
comune di Cagliari è per stamani alle 9 in Piazza Matteotti
dove un pullman condurrà gli escursionisti, nell’oasi
naturalistica dello stagno di Santa Gilla. L’incontro è
da ritenersi storico, perché finalmente, dopo circa quattro
anni di lavori con il progetto Life finanziato dall’Unione
europea, il patrimonio faunistico e paesaggistico apre le
porte ai visitatori. Quindi, la stagione estiva continua all’insegna
delle novità e delle sorprese, non solo mare e montagna, ma
anche escursioni negli acquitrini che circondano Cagliari,
Elmas, Assemini e Capoterra. Intanto continuano, i lavori
soprattutto nella parte alta, per la salvaguardia e la
valorizzazione dello stagno dove nidificano i fenicotteri, le
avocette,
i cavalieri d’Italia, le folaghe, le anatre e tante altre
specie. Per la tutela dell’intero patrimonio
floro-faunistico, il progetto Gilia ha previsto la
ristrutturazione del vecchio caseggiato in località Terr’e
Olla per destinarlo come Centro ornitologico per la ricerca
scientifica e la tutela dell’intero ecosistema, che a fine
settembre aprirà le porte non solo agli studiosi ma anche
ai visitatori. Il Centro sarà gestito dalla Facoltà di
zoologia dell’università di Cagliari e oltre ad
effettuare il monitoraggio delle specie presenti servirà
agli studenti di ogni ordine e grado per effettuare le
ricerche e dei viaggi d’istruzione. I lavori comprendono
inoltre la piantumazione dei salici e delle tamerici oltre
che la realizzazione di habitat favorevoli alla riproduzione
dell’intero ecosistema. “Il progetto Gilia, Life natura
– spiega Tore Caboni – assessore ai lavori pubblici del
Comune di Capoterra– iniziò nel giugno del ’96 e la
fine dei lavori è prevista per l’estate prossima. Così
finalmente lo stagno potrà essere utilizzato nelle sue
numerose risorse e potenzialità. Quindi turismo ambientale
lungo i due mila ettari di estensione che vanno da Capoterra,
a Cagliari; da Assemini a Elmas. Fra non molto le bellezze
naturali si potranno ammirare da vicino con la guida di
esperti del settore”. Quindi, non solo mare e montagna,
probabilmente già dal mese prossimo, un turismo all’insegna
anche delle zone umide, rimaste per troppo tempo divieto d’accesso.
Alle novità vanno aggiunte la boccata d’ossigeno che
porterebbe all’occupazione, non solo in senso turistico ma
nella realizzazione di acquicoltura di tipo estensivo per le
anguille e i muggini. Intanto, per continuano a ritmo
serrato i lavori per il risanamento degli scoli del Rio
Mazzeu e Flumini Mannu che scaricano le acque reflue nello
stagno nulla o poco depurate, causando problemi ambientali
in prossimità di Elmas e Assemini. E di pari passo seguono
gli ultimi rintocchi per la rimozione di rifiuti ingombranti
come materassi, lavatrici, pneumatici e quant’altro possa
aver scaricato chi non ha la sensibilità per la tutela
ambientale.
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