Da Facebook al tribunale, il passo può essere breve. Si è svolto ieri, davanti al rettorato il sit-in degli studenti universitari: una protesta contro il nuovo regolamento tasse e contributi presentato il 26 maggio dal rettore Giovanni Melis, dal Senato accademico e dal consiglio di amministrazione. Gli studenti sono decisi a ricorrere a un’azione legale e a rivolgersi al Tar. Un appuntamento, partito sul social network Facebook, a cui hanno aderito più di quattrocento studenti e organizzato dall’Uxs-Università per gli studenti, il gruppo di rappresentanza studentesca che da anni lotta per difendere i diritti degli studenti fuori corso e non. Poi ieri mattina l’incontro avvenuto in concomitanza con il Consiglio di amministrazione con cui si è concluso l’iter burocratico che ha reso effettivi il regolamento carriere e il regolamento tasse. Se per il Rettore il nuovo regolamento è un aiuto al raggiungimento della laurea nei termini previsti al fine di ridurre il numero degli studenti fuori corso, per chi protesta non è altro che un modo per “portare pochi euro in più nelle casse dell’Università” a discapito della carriera di migliaia di studenti. Per questo motivo, Marco Meloni, rappresentante in senato accademico, dichiara la volontà di ricorrere ad un avvocato interno e poi al Tar, se necessario, come è avvenuto prima a Bologna, poi Parma e altri atenei che hanno modificato i termini di decadenza. Sono due i punti critici su cui i rappresentanti degli studenti si battono affinché vengano modificati: la decadenza per gli iscritti che non abbiano terminato gli esami entro un tempo doppio rispetto alla durata regolare del corso di studi e l’aumento delle tasse. «Per quanto riguarda i fuori corso storici l’Ateneo ha previsto una serie di date ultimative entro le quali occorre laurearsi pena la decadenza dagli studi. Gli studenti iscritti ai vecchi ordinamenti devono concludere gli studi necessariamente entro il 30 aprile 2012. Si prevede, inoltre, che gli studenti decaduti per la mancata iscrizione per due anni consecutivi, qualora richiedano il riconoscimento di esami sostenuti nel periodo di morosità, siano tenuti al versamento delle tasse previste negli anni di non iscrizione. Con queste decisioni l’Ateneo si pone l’obiettivo di chiudere le vecchie problematiche che si trascinano da troppo tempo, superare l’emergenza finanziaria e costruire una nuova intesa con gli studenti». Un’intesa che date le premesse sarà difficile da instaurare e che mina il rapporto tra il Rettore Melis, eletto solo nel giugno del 2009, e gli studenti che, di anno in anno subiscono il lieve ma costante aumento delle tasse. Uno stillicidio sempre meno gradito. Soldi, inoltre, che non finanziano la ricerca e che non vengono utilizzati per il miglioramento della didattica e dei servizi.
Bettina Camedda