I lavori son fermi al terzo “pennello” antierosione per le ricerche archeologiche delle anfore i “dolium”. La spiaggia non esiste più, ormai è un cantiere con enormi massi e i cartelli che vietano la balneazione. Furiosi i residenti e il popolo dei vacanzieri.
Insomma, le barriere sommerse hanno meno impatto ma considerati i risultati sarebbero inefficaci. L’erosione era ben oltre le previsioni. Allora si passa dalle barriere sommerse a quelle emerse. Magari saranno meno belle da vedere, ma i tecnici scommettono che questa soluzione sia più efficace.
Più volte, gli addetti ai lavori hanno ripetuto che prima di fare una valutazione occorre attendere la messa in opera delle quattro barriere, anche se non ci sarebbero più soldi. La modifica del progetto è stata chiesta. Non resta che attendere timbri, firme e finanziamenti.
“Il nostro tecnico sta valutando il da farsi – fa sapere Luca Salvetti, vice presidente dell’associazione 22 ottobre – ha portato avanti perizie e studi. Una cosa è chiara: la spiaggia di Frutti d’Oro II non esiste più perché ormai è un cantiere con tanto di cartelli che vietano la balneazione. Ma anche perché la mareggiata ad ottobre scorso ha portato via 20 metri di arenile”.
“Per ridurre l’impatto visivo delle barriere emergenti è stato chiesto che la posa della sabbia del ripascimento, prevista inizialmente solo con un successivo ed eventuale finanziamento, venisse inclusa nel primo stralcio del progetto…
Continua a leggere l’articolo completo su www.hinterlandcagliari.it