Forse qualcuno di voi penserà che sono impazzito. Che tutta questa pioggia mi abbia annacquato il cervello? In questa stagione, che è stata certamente la più piovosa che memoria d’uomo ricordi, come è possibile sperare che continui a piovere? Più avanti vi spiegherò l’arcano.
Proprio oggi l’Unione Sarda pubblica la notizia della presunta contaminazione del Rio S. Gerolamo con metalli provenienti dalle miniere. Si, proprio le miniere che domenica prossima ci accingeremo a visitare. Si trovano sul costone montuoso che si affaccia sulla Valle del Rio S. Girolamo in località Su Linnarbu. Queste miniere hanno la particolarità di essere state sfruttate per l’estrazione di minerali “rari”, tra cui l’uranio. Domenica prossima saremo accompagnati da un ricercatore universitario dotato di strumentazioni con le quali analizzeremo le rocce che si trovano all’uscita delle gallerie. Chi volesse partecipare all’escursione può contattarci via email; l’appuntamento è per domenica 18 gennaio alle 9.30 di fronte Hydrocontrol.
Il colore rossastro del fiume in quella zona della valle è probabilmente dovuto proprio alla fuoriuscita di materiale dalle miniere. Quali minerali? Veleni? Esiste un nuovo pericolo per le popolazioni che vivono lungo il fiume? Non si sa. Chi ne ha la competenza indaghi e ci faccia sapere.
Però sicuramente la notizia della “bomba ecologica” suscita interesse nell’immaginario collettivo e difatti i giornalisti nostrani, che tanto amano le “notizie bomba”, ci si sono buttati a pesce. Con tutti i film catastrofistici che ci sono, una bella contaminazione da arsenico non è niente male. Mi ricorda la famosa sindrome di “Su Vajonti” che era partita da qualche idiota, facendo subito abboccare i pressapochisti di “Striscia la Notizia”.
Ma siamo certi che il pericolo per l’uomo sia rappresentato dagli elementi naturali? Dall’acqua che cade sulle nostre teste, oppure dai minerali contenuti nelle rocce?
Ho l’impressione che le vere “bombe”, che potrebbero colpirci in futuro non dipendano dalla natura ma da noi stessi. Nessuno però ne parla, perchè i nostri escrementi non sono una notizia interessante, e sono perdipiù puzzolenti.
I ritardi nell’esecuzione dei lavori rappresentano, in Italia, una consuetudine cui i cittadini sono rassegnati. La mancanza di trasparenza nell’amministrazione e la carenza di comunicazione libera è penetrata tanto in noi da portare qualcuno a ritenere che questo blog, dal quale sono partite molte critiche ma anche tante proposte e iniziative concrete, sarebbe addirittura dannoso.
Bene signori, volevate la bomba? Eccovela, è li pronta a scoppiare dal 22 ottobre, non c’è bisogno di andare a cercarla nelle profondità della terra. Come tutti ben sappiamo (ma facciamo finta di ignorare), gli scarichi fognari delle 800 abitazioni di Poggio dei Pini e di quelle di Residenza del Poggio finiscono nel Rio S. Girolamo. Oggi il rio, grazie alle piogge, disperde una parte delle sostanze inquinanti trascinandole con se sino al mare.
Il Rio lo conosciamo bene in estate, e sappiamo che presto diventerà una riarsa distesa di pietre. Quanto durerà il suo regime torrentizio. Marzo? Aprile? Certamente non maggio.
Dopo di allora resterà solo il rivolo di liquami che formerà pozze maleodoranti, ricettacolo di malattie. Qual’è allora la bomba ecologica? L’arsenico (presunto) o la merda (sicura)?
Vi chiedo perdono, ma quando ci vuole …
Cosa sappiamo dei lavori di ripristino della rete fognaria? Termineranno entro aprile? Sappiamo che i lavori sono assegnati ad Abbanoa. Ma quanto tempo ci vorrà? Quale è il programma dei lavori. Le istituzioni che ci rappresentano, il Comune di Capoterra e la Cooperativa Poggio dei Pini, stanno seguendo la situazione o se ne fregano? Di certo non mettono al corrente la popolazione interessata. Che facciamo, giochiamo al buio sulla fiducia? Speriamo, preghiamo?
Ci rendiamo conto di cosa significa una fogna a cielo aperto nei mesi estivi? Altrochè Su Vajonti! Quei personaggi che si sono occupati con ignorante solerzia del pericolo diga dovrebbero, anche per il bene delle lottizzazioni costiere, occuparsi invece dell’inquinamento che, a causa della forza di gravita, si sa, da monte prima o poi scende a valle.
Nel frattempo …. speriamo che piova.
Giorgio Plazzotta
poggiodeipini.blogspot.com