Gentile sig. Mallus, fa piacere leggere che ci sono politici per hobby e sentire che altri lo fanno per professione, tutti gli altri escluso Lei ovviamente. Se ne deduce pure che lo faccia gratuitamente. Le sue precisazioni, non richieste, confermano le voci che circolano sempre con maggiore insistenza: si fa politica per soddisfare una propria esigenza personale, c’è chi colleziona francobolli, chi farfalle e c’è chi, come lei, ha l’hobby della politica. Viva la sincerità. Pensavo che, assieme a milioni di cittadini, la funzione di rappresentanza si realizzasse innanzitutto nella consapevolezza che si è chiamati a rappresentare, nel modo migliore, interessi ed istanze collettive, anche se questi contrastano con quelli individuali. Insomma rappresentare gli elettori non è un mestiere, neppure un hobby, semmai qualcosa con un più altro valore: è una missione civile. Almeno Lei è stato sincero. Grazie di averci informato, ma sul fatto che molti ne abbiano fatto un mestiere temo che ce ne fossimo accorti tutti da tempo. Quello che è accaduto il 22 ottobre, infatti, ne rappresenta la triste conferma.
Lei elenca tutti i passaggi che, legalmente, ha dovuto affrontare per la costruzione della sua casa, sostenendo di essersi pure un po seccato per la tanta carta che ha dovuto compilare, e lamentandosi del fatto di aver dovuto anche pagare delle parcelle. Dice delle ovvietà.
Altrettanto chiaro le sembrerà che a Capoterra non tutti si sono comportati nello stesso modo. Infatti l’abusivismo è una caratteristica del nostro paese, un po come lo sono “is pillonis te tacula”. Ovviamente questo lo omette, preferendo parlare dei meriti del Governatore Soru, meriti che condivido essendo anche io un suo elettore (del Governatore). Tutto cio, però, non sposta i termini della questione. Che sia stata la Regione e non il Comune a chiedere la realizzazione del PAI, fatto male evidentemente e costato pure tantissimo, è irrilevante. Ciò che è sotto gli occhi di tutti, anche dei bambini, è che si sono fatti gravissimi errori, ed il fiume lo ha ricordato a tutti il 22 ottobre, quasi avesse voluto confermare che con la natura non si scherza. Lei non condivide l’ubicazione della Scuola Materna ma tace sull’ubicazione, a pochi metri, delle abitazioni, anche’esse sommerse dall’onda di piena. Saranno certamente tutte in regola, ma chi ha scritto le regole? E quali regole poi? Quelle che violentano la logica ed il buon senso? Allora, Lei che può, faccia per favore nomi e cognomi. Invece no! Ci ragioni su, l’avidità e la corruzione, hanno prodotto un mostro. Fa male, mi creda, molto male dirlo, ma questo mostro è rappresentato dai quartieri che sono sorti ai lati e sulla foce del fiume, costati enormi sacrifici a tantissime persone che, come lei, hanno fatto tutto in regola. Allora perchè cercare un’altro mostro? Perchè è molto più semplice indirizzare l’attenzione sul lago e sulla diga di Poggio, che sono li intatti da 50 anni, e che in questa sciagurata vicenda hanno avuto un ruolo di importante protezione, riconosciuto da tecnici veri ed esperti, non da improvvisati ingegneri o geologi.
Continui a coltivare il suo hobby sig. Mallus, nel frattempo mi permetto di ricordarLe che ha anche il dovere di dire ai suoi vicini di casa che forse qualcuno, chi vi ha venduto i terreni e le case, insieme a chi li
ha trasformati da agricoli in edificabili, concedendovi le necessarie licenze, vi ha preso per i fondelli.
Dopo, solo dopo, si potrà discutere di tutto il resto, semprechè nel frattempo non abbia deciso di cambiare hobby.
Gianleonardo Corda