“Un continuo via vai di camion carichi di ghiaia e sabbia stanno privando l’alveo del Rio Santa Lucia del prezioso materiale che frena il corso del fiume e ci salva dalle alluvioni”. A lanciare il grido sono gli Amici della Terra e il Gruppo d’intervento giuridico cogliendo le numerose segnalazioni dei cittadini preoccupati anche della stagione delle piogge che avanza sempre più. I sospetti degli agricoltori di S’enna manna e della Piana di Capoterra sui cumuli di materiali trasportati lungo i frantoi risalgono al mese scorso, ma nonostante le numerose ricerche le domande ricevevano risposte vaghe. I lavori del rifacimento degli argini del rio Santa Lucia stimati intorno ai venti miliardi partirono in seguito all’alluvione degli inizi degli anni ’80 che colpì il territorio in cui anche in quella triste occasione ci fu una vittima. Anche allora i lavori interessarono solo la parte a valle mentre trascurarono del tutto gli interventi nel monti del Sulcis, dove c’era la chiave risolutiva del problema alluvioni, per troppe volte ha fatto urlare frasi di disperazione e di rabbia verso la natura matrigna. “Ora si continua a portar via del prezioso materiale necessario a frenare la velocità del fiume – spiega Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico – così abbiamo un’autostrada dell’acqua dove l’alluvione del 1999 ha fornito un ulteriore prova che nel fiume dove confluiscono molti rivoli del territorio bisogna concretamente realizzare un sistema che filtri l’acqua in modo che non impoverisca le falde acquifere e nello stesso tempo la faccia confluire allo stagno e quindi in mare”. I numerosi serricoltori della zona vogliono sapere con esattezza cosa sta succedendo nell’alveolo del Rio santa Lucia anche perché nessun cartello lo segnala, perché ne va di mezzo la sopravvivenza delle loro aziende e la messa in sicurezza di tutto il territorio e un fatto tutt’altro che trascurabile: se il rio scorre e quindi filtra nelle falde i pozzi comunali di Tuerra proseguono inesorabilmente la loro corsa verso la totale chiusura per l’eccessiva salinità. Le segnalazioni delle associazioni ecologiste e dei cittadini sono arrivate agli uffici comunali che dovranno farsi da portavoce verso il Consorzio di bonifica e il Genio civile perché l’intera vicenda assuma decisamente un contorno più chiaro.