PRIMA REGOLA: NEL DUBBIO, ANDARE VERSO LA SICUREZZA
La variante del PAI sulla quale siamo chiamati a deliberare nasce dalla richiesta, avanzata da parte dell’Amministrazione Comunale, di modifica alle perimetrazioni esistenti del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) nel territorio comunale di Capoterra, in vigore dal 2006, (Delibera della Giunta Regionale n. 17/12 del 26.04.2006 ).
Già nel 2011, con nota prot. n. 36387 del 28.12.2011 il Comune di Capoterra ha presentato alla Direzione Generale dell’Agenzia Regionale Distretto Idrografico, la versione definitiva dello studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica, riferito a tutto il territorio comunale, per il procedimento di adozione del nuovo PUC, redatto dai tecnici Dott. Ing. Saverio Liberatore, Dott. Ing. Giovanni Perfetto e Dott. Geol. Antonello Frau.
La RAS, con deliberazione n.7 del 17.02.2012, ha solo parzialmente approvato, con opportune prescrizioni, lo studio di compatibilità idraulica suddetto. Più specificamente, la regione approva la carta H3.9, che prevede una espansione delle aree di rischio idrogeologico (Hi3 e Hi4) al medio corso del canale Mangioi, a cavallo di Via Diaz, ma respinge, non approvandola, la carta H3.4, che propone una riduzione della pericolosità (da Hi4 a niente, o Hi1 e Hi2) dell’area tra le vie Battisti e Monteverdi, intorno al supermercato Conad. Ora si vuole riproporre l’approvazione del declassamento di pericolosità di quell’area che nel nuovo PUC rientra in zona C.
Sul canale Mangioi sono stati fatti diversi interventi, a più riprese. In particolare, tra il 2006 e luglio 2008, con il progetto denominato “Riordino generale delle opere idrauliche di completamento per la messa in sicurezza del centro abitato” il comune di Capoterra ha realizzato un intervento di adeguamento delle sezioni nel tratto del canale compreso tra via Mameli e via Donizetti del centro urbano. L’intervento consisteva nella regolarizzazione della livelletta del fondo del canale e in un ampliamento della sezione trasversale del canale, per una lunghezza complessiva di circa 267 m.
L’alluvione dell’ottobre 2008 ha dimostrato che i lavori eseguiti e certificati a luglio 2008 sono stati assolutamente inadeguati e insufficienti. Secondo la stessa relazione dell’Ing. Saverio Liberatore, la criticità che il canale Mangioi ha manifestato è da mettere in correlazione con gli effetti che ha avuto l’insufficienza delle sezioni idrauliche all’interno del centro urbano: le acque si sono riversate sulle strade a causa della pressurizzazione del condotto per una generale carenza della rete di captazione seguendo poi la naturale pendenza del terreno fino a raggiungere la parte più a valle del bacino.
Per i suddetti motivi, lo stesso progettista propone di elevare il grado di pericolosità per le aree di ingombro del canale urbano a livello Hi4.
Tuttavia l’Amministrazione aveva proceduto ad una modifica della perimetrazione relativamente al canale Mangioi, eliminando il livello di pericolosità a valle dell’area di influenza del tratto di canale che è stato oggetto dei lavori, tra le vie Battisti e Monteverdi, e lasciando il grado di pericolosità elevato solo a ridosso del tracciato della nuova Strada Provinciale.
La proposta di ridefinizione appare carente e ingiustificata, poiché nulla è cambiato dal febbraio 2012, quando tale proposta è stata respinta dalla Regione.
Lo stesso progettista (dott. S. Liberatore), in relazione, rileva l’esigenza di perseguire una maggior cautela, proponendo in futuro una verifica della capacità idraulica delle opere già realizzate e un aggiornamento di quelle in progetto. Come espresso chiaramente nell’elaborato 1.2 è fondamentale rimarcare che “i tragici eventi alluvionali sia del 2008 sia del 2009 hanno indicato che la pericolosità d’inondazione e il rischio effettivo devono necessariamente essere rivalutati con specifici studi di dettaglio che riguardino l’intero territorio di Capoterra” oltre a ricordare che è pure “necessaria la definizione del rischio frana sull’intero territorio”. Sulle opere già realizzate, ritiene che tale verifica evidenzierà verosimilmente nuove criticità soprattutto ai tempi di ritorno più elevati. Propone a scadenza ravvicinata interventi di alleggerimento dei deflussi conferiti allo stesso canale poiché emerge il problema della progressiva saturazione della sua funzionalità idraulica.
E QUINDI, PRIMA SI REALIZZANO LE OPERE DI SALVAGUARDIA, POI LE eventuali VARIAZIONI DEL PAI E LA RIDUZIONE DELL’INDICE DI PERICOLOSITA’
La relazione stessa indica quali opere sarebbero da fare prima della variante.
E’ giustificato l’aumento di pericolosità (Hi4) per il tratto medio del canale, in una zona ormai completamente edificata, mentre non si evince nessuna vera giustificazione per l’eliminazione della pericolosità nella zona C intorno alla Conad, con 6 o 7 lotti edificabili.
Analizziamo nel dettaglio la variante proposta. Dall’esame e confronto delle due carte (carta PAI vigente e l’attuale proposta di variante) si evince che il vincolo (Hi4) permane solamente nella stretta striscia del canale tombato , mentre l’area limitrofa tra via Cagliari, via Donizetti e via Monteverdi viene declassata e considerata per la maggior parte priva di pericolo.
Vorrei mettere in evidenza che le opere eseguite relative al canale Mangioi non hanno fatto altro che allargare un canale esistente (peraltro con due curve a gomito di 90 gradi circa, che confluiscono nel vecchio canale tombato, delle dimensione interne di circa 1,5 larghezza e 1,5 altezza circa) che a valle confluisce con il canale (tombato) del rio Liori. Appare inquietante notare che il canale nel quale confluiscono sia il canale Liori che Mangioi abbia una portata nettamente inferiore a quella di ognuno dei confluenti, tenuto anche conto che il rio Liori parte direttamente da Santa Rosa, ovvero dalla montagna.
Dall’esame della carta nella proposta di variante si può notare che mancano addirittura diverse quote di livello sull’argine e sulla stessa strada provinciale: nella realtà dell’analisi morfologica del territorio in oggetto si evidenzia la presenza di una barriera costituita dal rilevato (di circa 7 metri!) della nuova provinciale. Tale barriera, in caso di forti piogge, a causa dell’insufficienza del canale tombato non potrà che aumentare il pericolo di tutte le aree limitrofe, compresa quella in oggetto, a causa di un effetto diga e una eventuale onda di ritorno.
Avendo fatto una ricognizione sui luoghi ho notato immediatamente a valle della Provinciale, nel punto in cui il canale esegue una curva, che è presente una ostruzione dovuta ad arbusti e a un importante quantitativo di materiale composto da sedimenti alluvionali e coltri detritiche. Tengo a precisare che, a valle della Provinciale qualcuno ha pensato bene di recintarsi parte dell’area del canale demaniale che invece dovrebbe essere sgombra.
Perche voterò no?
Non solo per un principio di precauzione, ma perché, a mio avviso, la proposta di modifica delle aree di pericolosità risulta infondata!