Proteste bollette: l’avvocato Lacopo presenta ricorso alla commissione tributaria

CAPOTERRA, il legale: il mio cliente chiede l’annullamento delle bollette perché ampiamente prescritte.

L’amministrazione comunale ha impiegato personale per aprire i documenti Gema e stabilire con certezza a chi è stata inviata la notizia per tempo.

I primi giorni di febbraio, l’avvocato Antonio Lacopo ha presentato agli uffici comunali il ricorso in autotutela nei giorni scorsi è stato inviato alla commissione Tributaria provinciale perché annulli le bollette di 14 anni fa di Marco Deiana un cittadino residente a Petit Residence notificate a casa sua il 18 dicembre dello scorso anno.
“In quanto non ha ricevuto alcun avviso di accertamento formale nel 2008 e non c’è prova che sia ma stato notificato.
Inoltre, anche a voler considerare tempestivi e validi gli avvisi di accertamento che l’amministrazione dice di aver notificato, in ogni caso risultano decorsi anche i termini relativi alla successiva riscossione, l’ingiunzione fiscale deve essere notificata al contribuente a, pena di decadenza, entro il termine del 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’avviso di accertamento è divenuto definitivo.
Alla luce di quanto detto, l’amministrazione non ha più titolo per procedere alla riscossione dei crediti tributari, ossia fino al 3 ottobre 2000.
Devono essere considerati prescritti. infatti, per stessa ammissione del comune, sono stato notificati solamente nell’anno 2008 e divenuti definitivi non più tardi del 2008.
Quindi ben oltre il termine triennale.
Quelle bollette sono prescritte poiché dalla data della presunta notificazione sarebbe tra agosto-settembre 2008 alla data di notificazione dell’ingiunzione fiscale di dicembre 2013.
È decorso ampiamente il termine quinquennale di validità ed efficacia del tributo.
Ci sono tutti gli elementi per considerare illegittime le pretese degli uffici comunali”, conclude l’avvocato Lacopo.
Fra non molto il ricorso presentato dal legale sarà discussa davanti alla commissione Tributaria provinciale di Cagliari in una pubblica udienza.
L’amministrazione comunale sta cercando di porre rimedio all’intricata vicenda cercando di aprire il file, presi dall’ex agenzia di riscossione Gema per cercare di dimostrare a chi è stato notificato l’avviso di pagamento prima che cadesse in prescrizioni.
Gli impiegati sono già a lavoro e fra non molto dovrebbero arrivare certezze.
Tra dicembre e gennaio sono arrivati ai cittadini oltre 3 mila e 500 solleciti di pagamento acqua, Ici, Tarsu dal l 1997 in poi sono state spedite con lettera raccomandata dall’ufficio tributi.
Il comune le avrebbe inviate a dicembre ma sono state notificate ai primi di gennaio.
In parecchi si sono rivolti all’avvocato Antonio Lacopo e nei giorni scorsi ha fatto ricorso alla commissione Tributaria provinciale per annullare i provvedimenti illegittimi.
Sul caso bollette, è intervenuto anche il rappresentante regionale di Altroconsumo, Francesco Mattana, ha messo in allarme i cittadini: “La prescrizione non è automatica, bisogna far richiesta”.
Ancora Giuseppe Cabiddu in Consiglio ha parlato che dopo cinque anni arriva la prescrizione.
Mentre Silvano Corda ha fatto la proposta di una sorta di “condono”, prendendo i quattrini dal fondo di emergenza e dalle estreme povertà.
E Gigi Frau ha presentato un’interrogazione al sindaco, in cui chiederà di chiudere il fattaccio Gema e ripartire propone l’utilizzo del contributo ambientale che spetterebbe al Comune per l’inceneritore nel proprio territorio: “Per evitare contenziosi e una sfilza di ricorsi chiedo all’amministrazione comunale che siano utilizzati i soldi che dovrebbero arrivare dal Cacip.
I paesi prendono il 5 per cento come contributo perché hanno la discarica a due passi da casa. Noi no.
Gli 847 mila che ci spetterebbero potrebbero essere utilizzati per chiudere la questione. Non dimentichiamo che nell’alluvione del 2008 le case erano invase da oltre due metri d’acqua.
Le persone hanno perso tutto, figuriamoci le ricevute per dimostrare il pagamento dei tributi”.
Un intricata matassa politica da sbrogliare, che da un po’ di tempo a questa parte sta diventando giudiziaria.

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