CAPOTERRA, in arrivo una class action.
L’avvocato Lacopo: se il Comune non risponderà faremo ricorso all’Autorità Giudiziaria. Perché le bollette dopo 5 anni cadono in prescrizione
Oltre 3 mila e 500 solleciti di pagamento acqua, Ici, Tarsu dal l 1997 in poi sono state spedite con lettera raccomandata dall’ufficio tributi.
Il comune le avrebbe inviate a dicembre ma sono state notificate ai primi di gennaio.
In parecchi si sono rivolti ai legali e domani mattina l’avvocato Antonio Lacopo recapiterà il ricorso in autotutela nel quale chiederà di annullare i provvedimenti illegittimi.
“Se il Comune non risponderà faremo ricorso all’Autorità Giudiziaria”, precisa il legale.
Sul caso bollette, la settimana scorsa è intervenuto il rappresentante regionale di Altroconsumo, Francesco Mattana, ha messo in allarme i cittadini: “La prescrizione non è automatica, bisogna far richiesta”
Giuseppe Cabiddu in Consiglio ha parlato che dopo cinque anni arriva la prescrizione.
Mentre Silvano Corda ha fatto la proposta di una sorta di “condono”, prendendo i quattrini dal fondo di emergenza e dalle estreme povertà.
Gigi Frau ha pronta un’interrogazione al sindaco, in cui chiederà di chiudere il fattaccio Gema e ripartire propone l’utilizzo del contributo ambientale che spetterebbe al Comune per l’inceneritore nel proprio territorio: “Per evitare contenziosi e una sfilza di ricorsi chiedo all’amministrazione comunale che siano utilizzati i soldi che dovrebbero arrivare dal Cacip. I paesi prendono il 5 per cento come contributo perché hanno la discarica a due passi da casa. Noi no.
Gli 847 mila che ci spetterebbero potrebbero essere utilizzati per chiudere la questione.
Non dimentichiamo che nell’alluvione del 2008 le case erano invase da oltre due metri d’acqua. Le persone hanno perso tutto, figuriamoci le ricevute per dimostrare il pagamento dei tributi”.
Un intricata matassa politica da sbrogliare, che da un po’ di tempo a questa parte sta diventando giudiziaria perché non pochi cittadini si son rivolti ad un legale.
“Il problema quando e che cosa ha notificato il comune – chiarisce l’avvocato Lacopo – perché riconosce, basta vedere l’ultimo atto inviato ai contribuenti, che per i tributi fino al 2000 ha notificato un avviso nel 2008.
Qualsiasi natura possa avere quell’atto la successiva ingiunzione notificata nel 2014 è assolutamente illegittima. Sino al 14 anni fa si parlava di tributo.
Dopo il 2000 è considerato come un contratto privato. Quando si tratta di tributi, la pubblica amministrazione deve accertarlo, qualora non pagato, deve poi procedere alla riscossione coattiva con ingiunzione fiscale, come quella che ha notificato in queste settimane
Per l’accertamento del tributo c’è un termine perentorio, altrimenti, potrebbe richiedere i pagamenti anche 40 anni prima.
Una volta notificato l’ingiunzione fiscale nei termini, il comune ha poi 5 anni di tempo per la riscossione coattiva mediante pignoramento.
Se entro tale termine non procede alla riscossione il tributo è prescritto”, conclude l’avvocato Lacopo.
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