CAPOTERRA, dopo la sentenza del Tar dello scorso mese: la Promosport anche se a fine stagione, dovrà lasciare la struttura entro aprile alla Promogest, esclusa sei anni in un primo momento dalla gara d’appalto.
I 15 lavoratori preoccupati perché al momento non hanno ricevuto garanzie per il futuro occupazionale.
I genitori degli atleti, stamattina in Consiglio hanno protestato in silenzio: mancano 4 mesi alla fine della stagione agonistica non obbligateci andare altrove.
Presidente dell’assemblea, sindaco e Consiglieri hanno manifestato solidarietà ai lavoratori e agli atleti
La sentenza del Tar non è stata un fulmine a ciel sereno. Una questione risaputa.
Un finale già scritto forse è stato poco letto e quindi sottovalutato.
Prima o poi il cambio di gestione nella piscina di via Lombardia, sarebbe arrivato.
Il problema della struttura comunale è piombato ancora una volta in Consiglio comunale.
Stamattina, prima che la maggioranza facesse mancare il numero legale è stato affrontato il dilemma.
“L’ordinanza del Tar è esplicita – ha spiegato all’aula il sindaco Francesco Dessì – purtroppo il contenzioso c’era da tempo e Paolo Pettinao, dirigente della Promogest dovrà entro il mese prossimo prendere in consegna la struttura.
Noi chiederemo, anche se la legge non lo obbliga, di assorbire tutti i quindici dipendenti.
In modo che nel territorio non siano aggravati i problemi occupazionali”.
In aula, i lavoratori che hanno paura di perdere il posto di lavoro e numerosi genitori degli oltre 500 iscritti in piscina.
“Certo che a fine campionato questo non ci voleva – lamenta Corrado Cecconi, portavoce dei genitori – le iscrizioni sono state fatte con la Promosport non sarà facile cambiare i tesserini. C’è una questione di iscrizioni fatte per una società valide per tutta la stagione. Questo ci costringe a portare i nostri figli a Cagliari. Siamo all’assurdo”….
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