Sul Piano paesaggistico regionale, il Ppr, il capogruppo del Psi, Christian Ruiu è come le associazioni ecologiste di Gruppo d’Intervento giuridico e gli Amici della Terra, non mollano la presa.
Battono il ferro finché è caldo e prima che sia troppo tardi e le decisioni piombino addosso.
L’ha protocollato per ben due volte e nell’incontro di maggioranza di martedì è ritornato alla carica: “Mi dà l’impressione che non interessa a nessuno. Ma vedremo in Consiglio – taglia corto l’esponente socialista – chiedo di convocare una Assemblea ad hoc per parlare di questo tema ed adeguare eventualmente il nostro Puc, rispettando comunque e sempre i vecchi principi ambientalisti, sociali e culturali di salvaguardia del territorio costiero, montano, agricolo e archeologico e lo sviluppo urbano
Ho invitato i capigruppo perché si oppongano al nuovo Piano e soprattutto l’assessore all’Urbanistica Leopoldo Marrapese su che cosa intendono fare per rispondere a nome dell’amministrazione alla Giunta regionale.
Dovremo ostacolare un Piano portato avanti e non concertato con gli enti locali.
Di più, è passato solo in Giunta e non in Consiglio regionale. Il Governatore sa bene che non passerebbe se messo ai voti.
A maggior ragione, dovremmo impedire questo sistema, anche perché il nostro territorio e l’intera isola sono ormai resi sterili e consumati dall’edilizia e dalla speculazione immobiliare”.
Il Piano paesaggistico riguarda il territorio, da tutelare e gestire correttamente, ed è disciplinato fondamentalmente dal Codice dei beni culturali e del paesaggio.
La Giunta Cappellacci il 25 ottobre scorso ha adottato l’aggiornamento e revisione del Piano.
“Sono tanti i contenuti illegittimi o palesemente incongrui del Ppr così modificato e comportano anche un aumento del rischio idrogeologico in tutte quelle aree già oggi classificate come tali nel piano stralcio di assetto idrogeologico, Pai, dove la disciplina del nuovo piano prevede incrementi volumetrici indistinti – denuncia il presidente di Gruppo d’intervento giuridico, Stefano Deliperi – un’operazione tanto spregiudicata quanto dannosa perché il dissesto idrogeologico è una realtà comune, così come recentemente accaduto con l’alluvione determinata dal ciclone Cleopatra, l’ennesima calamità innaturale”.
La questione, nel palazzo municipale di via Cagliari, a quanto pare, non finirà così.
Ruiu, non mollerà facilmente e rischia di far smuovere dall’impasse la colazione di Francesco Dessì.
L’equilibrio è già debole non solo per i malumori sul tira e molla del Puc dove Silvano Corda e Nuccio Arrais sono ai ferri corti. Non c’è incontro, dove non volano parole grosse.
Ma le tensioni arrivano sino alla poltrona vuota, lasciata dall’ex assessore ai Servizi sociali, Walter Cocco.
Ci sono in ballo gli equilibri. Il capogruppo del Pd, Marco Zaccheddu scalpita e sollecita il sindaco perché dia la delega. Scelta non facile.
La parola d’ordine resta sempre la stessa: temporeggiare.
Intanto, Efisio Demuru, il più votato tra i Democratici che da tre anni attende al varco la rivincita, avrebbe già il nome da suggerire al capo dell’esecutivo. Da quanto, è trapelato, attenderebbe, il momento opportuno. Forse, dopo Natale, non vorrebbe rovinare il taglio del panettone.
Una questione tutta in casa Pd. Al momento è una pace armata, in attesa delle primarie, che si faranno il prossimo mese per la scelta del leader nazionale.
Da un po’ di tempo a questa parte, stanno comunque per scadere, il capogruppo del Psi, sollecita a più riprese che l’Assemblea civica perché sul Ppr, dica la sua.
“Il tema ambientale e la salvaguardia del territorio è una priorità e noi non dobbiamo farci calare dall’alto le scelte – lamenta Ruiu – pretendiamo di ripristinare il limite della fascia costiera di tutela dei 2 mila metri e non si ritorni ai 300 come stabilisce la legge Galasso, superata da decenni.
Non chiederemo l’aggiornamento normativo al piano casa con l’aumento di cubature anche nella fascia dei 300 metri e l’allentamento dei vincoli archeologici e mappatura errata dei siti.
Infine, non vogliamo l’innalzamento dell’indice di edificabilità nelle campagne abbassato ad un ettaro il minimo indispensabile”.
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