Capoterra, Marras: vorrei il pentimento e non la condanna dei tre ragazzini. Sono entrati, mercoledì notte, approfittando nel momento in cui la ronda di guardia era da un’altra parte e hanno scassinato il chiosco Algida per rubare gelati e bevande.
Sarebbero tre ragazzi, tutti minorenni. Ripresi dalle telecamere di sorveglianza.
Fotogramma per fotogramma poi ingrandito e appeso nel teatro del parco urbano e in bella evidenza nel gruppo Facebook
E ancora di tanto in tanto calpestano il prato verde e altri gesti di poco conto.
Ritorna alla ribalta la questione sicurezza di un vasto territorio spesso lasciato in mano ai teppistelli che per noia distruggono e rubano in oratorio, decapitano la statua di sant’Ignazio in piazza chiesa e pisciano nelle vetrine delle pizzerie.
Guai a rimproverarli perché son botte da orbi, tanto da finire al pronto soccorso.
Per contrastare gli atti vandalici, il sindaco Francesco Dessì, in piena estate aveva evitato la vendita degli alcolici. Ordinanza ridimensionata i giorni successivi, in seguito alle proteste dei baristi e gestori dei locali.
L’entrata e l’uscita dagli alunni dalle scuole medie è sorvegliata a vista dai vigili urbani, proprio per prevenire e contrastare i casi di bullismo.
L’assessore ai servizi Sociali Walter Cocco, ha dirottato un bel pò di fondi sulle estreme povertà, per inserire gli educatori a sostegno dei problemi da arginare.
”Non voglio la loro punizione ma il riscatto – dice il presidente dell’Associazione Capoterra 2000, Mariano Marras – non ho sporto denuncia, ma ho riservato loro una punizione perché li convinca del loro grave gesto.
Si tratterebbe di tre ragazzini che frequentano il parco e vogliono dimostrare di essere grandi, forti. Stavolta, li abbiamo avvisati, ma non ci sarà un’altra occasione. Mi auguro per il loro bene, si rendano conto del danno che fanno alla collettività”.
Il parco urbano, recentemente inaugurato è il gioiello del paese e presto lo diventerà per tutto l’hinterland.
“Vogliamo che diventi un punto di incontro e di divertimento. Il parco delle famiglie – conclude Marras – per questo vorrei che ciascuno di noi ne diventasse il custode”.
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