Mercoledì 1 luglio 2009, nella parrocchiale di Sant’Efisio a Capoterra, con il solenne triduo cantato hanno avuto inizio i tradizionali festeggiamenti in onore di Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana, Compatrona del paese.
A guidare la preghiera dei tanti devoti della martire è stato don Davide Piras, di recente ordinato diacono e il primo capoterrese, ormai da tantissimo tempo, ad avere intrapreso la strada del sacerdozio.
A rendere ancora più solenne la cerimonia, la successiva celebrazione eucaristica è stata presieduta da padre Luigi Marsero, superiore provinciale della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe d’Asti, ai quali dal 1974 è stata affidata la parrocchia del centro storico di Capoterra.
Il triduo si è concluso venerdì 3 luglio, con la processione che idealmente ha riaccompagnato Santa Barbara dal paese al luogo del suo martirio. La reliquia e l’immagine sono state portate a spalle dalla parrocchiale alla piazza del cimitero; e su un camioncino, salutate da una salva di mortaretti e scortate da una lunga colonna di veicoli, di qui fino alla località di Sa Scabitzada, a mezza costa sulla montagna che sovrasta Poggio dei Pini.
Il comitato organizzatore dei festeggiamenti, presieduto da Stefano Deriu, ha incaricato il giovane don Piras di tenere anche il panegirico delle virtù di Santa Barbara, durante la messa solenne che sabato 4 luglio, alle 11, è stata celebrata proprio presso il luogo in cui la tradizione vuole avvenuta la decapitazione della santa.
In questa occasione, per la prima volta, i capoterresi hanno anche potuto valutare i risultati del restauro che la Soprintendenza ai Beni artistici della Sardegna, l’anno scorso, ha eseguito nella chiesetta romanica del XIII secolo dedicata a Santa Barbara, in cui è stato rimesso in luce l’antico pavimento il lastre di pietra e mattoni di terracotta, e sono stati ripuliti e consolidati due preziosi altari in marmi intarsiati policromi.
Nei piani della soprintendenza, ora, si dovrebbe ancora procedere all’eliminazione delle gravi infiltrazioni d’acqua che minano la stabilità dell’edificio, e al completo rifacimento degli intonaci interni resi fatiscenti dall’umidità.
Un altro intervento urgente e assolutamente improrogabile, inoltre, sarà il rifacimento della cappella costruita tra XIV e XVII secolo sopra la fonte che si dice sgorgata nel momento in cui la testa di Santa Barbara, spiccata dal colpo di spada del carnefice, avrebbe toccato il suolo. Essa, infatti, è stata purtroppo completamente distrutta dall’alluvione del 22 ottobre. In mezzo alla devastazione generale, seppure abbondantemente sommersa dall’onda di piena, si è salvata solo l’immagine della santa, importantissima anche perché la più antica che si conosca. Tale evento, trattandosi di un fragilissimo bassorilievo in stucco colorato, da molti è stato ritenuto addirittura miracoloso.
Nella settimana precedente la festa, nonostante varie difficoltà di carattere tecnico e finanziario, il comune di Capoterra ha provvidenzialmente provveduto a riattare la strada di accesso alla chiesa, che l’alluvione aveva reso impraticabile. Si attende ora che la soluzione di un contenzioso legale consenta all’amministrazione guidata da Giorgio Marongiu di ultimare la sistemazione del sagrato, che intanto è stato elegantemente pavimentato in lastre di pietra e dotato di illuminazione pubblica.
Primo passo, questo, verso l’agognata rinascita del borgo, abbandonato al degrado da decenni, e premessa necessaria alla sua da sempre auspicata valorizzazione turistica.
La messa di sabato mattina a Sa Scabitzada, come d’uso ormai da secoli, è stata preceduta da una breve processione che ha condotto la reliquia e l’immagine della santa fino a un tornante della strada d’accesso alla località montana, per benedire le città di Sarroch, Cagliari e Capoterra visibili in lontananza. Durante la suggestiva cerimonia, unica in Sardegna, la commozione ha soprafatto i fedeli nel doloroso ricordo dell’alluvione e delle sue cinque vittime: Annarita Lepori, Antonello Porcu, Speranza Sollai, Mariano Spiga, Licia Zucca. A suffragio delle loro anime è stata celebrata la messa presieduta immediatamente dopo dal parroco di Capoterra padre Mario Mela, e anche quella che alle 19 dello stesso giorno don Alessandro Simula ha celebrato nella parrocchia della Madonna di Lourdes, a Poggio dei Pini.
Il quartiere residenziale infatti, che a causa dell’evento calamitoso ha subito i maggiori danni infrastrutturali e pagato il più alto tributo di vittime, quest’anno è stato eccezionalmente visitato dall’immagine della santa, durante la processione di ritorno da Sa Scabitzada in paese.
In entrambe le celebrazioni è stata fatta commossa memoria anche di padre Giorgio Spadoni, l’anziano viceparroco di Capoterra tragicamente scomparso in un incidente stradale, presso Brescia, nella serata di venerdì 3 luglio.
I festeggiamenti religiosi si sono conclusi nella serata di domenica 5 luglio, con la messa cantata e la grande processione che ha condotto la reliquia e l’immagine di Santa Barbara in visita lungo le strade del centro storico. Cospicua la partecipazione dei fedeli al corteo, aperto dai confratelli e dalle consorelle di San Giuseppe e scandito dalla recita del rosario in sardo. Quest’anno, dopo un’assenza che durava ormai da molto tempo, la processione è stata accompagnata anche dal locale gruppo folk Sa Scabitzada, che ha fatto onore alla santa indossando il costume tradizionale del paese.
Necessariamente sobri i festeggiamenti civili, che nel palco allestito in Piazza Concia hanno comunque previsto nella serata di venerdì 3 luglio sa cantada campidanesa, nel corso della quale i poeti improvvisatori si sono confrontati sul tema dell’alluvione; sabato 4 il ballo liscio con l’orchestra La Romagna; domenica 5 l’esibizione del gruppo musicale L’Armeria dei briganti; lunedì 6 una serata culturale patrocinata dalla Regione Sardegna, con lo scrittore Gavino Ledda che ha interloquito con la popolazione sul tema della lingua sarda.
L’appuntamento all’anno prossimo, infine, è stato segnato martedì 7 luglio, alle 22, con un assai apprezzato spettacolo di fuochi artificiali, che la ditta Ilario Massa di Serdiana ha allestito nel nuovo campo sportivo presso il cimitero.
Il Comitato per i festeggiamenti in onore di Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana, Compatrona di Capoterra, grato anzitutto a Dio che per suo mezzo ha voluto onorare anche qui sulla terra la sua celeste Sposa nostra illustre Concittadina, ringrazia tutti coloro che, a vario titolo, hanno concorso all’ottima riuscita dei festeggiamenti di quest’anno: la Provincia di Cagliari, il Comune di Capoterra, la Pro Loco di Capoterra; il periodico La Voce dei Comuni, i numerosi sponsor e ogni singolo capoterrese o devoto di Santa Barbara. Grazie a tutti, veramente di cuore, e… attrus annus!
Il Comitato per i festeggiamenti
in onore di Santa Barbara
Vergine e Martire Cagliaritana
Compatrona di Capoterra