Dal 17 luglio al 14 agosto 2010 la Galleria d’arte FABBRICA a Gambettola (Forli Cesena) ospita Neri di piombo, una mostra dell’ultima produzione artistica di Ermenegildo Atzori. Si tratta di una personale curata da Bianca Laura Petretto con 90 opere di pittura e scultura esposte attraverso un percorso di allestimento coordinato da Angelo Grassi.
Un appuntamento artistico, proposto all’interno di un progetto nazionale di scambio culturale voluto da due strutture espositive all’avanguardia: Fabbrica, in Emilia Romagna, consolidata e prestigiosa, e B&B Art, appena nata con sede istituzionale in Sardegna e una internazionale a Bogotà che promuovono e investono in giovani talenti d’arte contemporanea.
In Neri di piombo il primo ciclo di opere realizzate tra il 2005 e 2007 tratta la tematica del rapace e ri-sente di una forte ricerca informale del colore e della materia. Il secondo ciclo che si sviluppa sino al 2008 recupera la formazione grafica dell’artista e compaiono le sperimentazioni con i materiali pesanti mischiati a elementi naturali. Il ciclo “Concepiti” indaga, con il tratto, l’espressione emotiva della for-ma corporea in una carrellata di figure umane e oniriche che trovano dimensioni arcaiche nel trittico delle “Creature”. “Squarcio”è una prima svolta nel processo creativo dell’artista. Attraverso la neces-sità di tradurre il bidimensionale in una visione tridimensionale che afferisce allo spazio interiore, piut-tosto che a ciò che è visibile, si realizza l’ombra della Stria, dell’Uomo-lupo e dell’Angelo con la proie-zione delle forme in poliuretano. Seguono le opere nere realizzate tra il 2008 e il 2010 con materiali pesanti e con una tecnica elaborata con la combustione. Una sorta di buco nero dove affiorano presen-ze. Volti tridimensionali, espressioni, paure, oblio e mondi che stanno altrove. Un luogo invisibile che diventa manifesto e si può vedere, osservare, vivere, portando alla luce la parte più profonda della real-tà. Un’esperienza concreta della materia capace di restituire lo stato interiore. Giocare col fuoco per far affiorare le emozioni e il rapporto con le cose in presa diretta.
Le opere realizzate nell’ultimo anno sono segnate da Itaca, una sorta di “scollinamento” del viaggio nel buio dell’artista. Le sculture: teste nere, di piombo, teste con piccole querce sfidano la materia inqui-nante, si protendono all’infinito e dal veliero di questo artista lasciano il porto, l’isola per solcare un mare grande e sconosciuto. Dal nero di piombo nasce la luminescenza e questa, rende tangibile la for-ma di esseri che lasciano traccia di se. L’artista prova il movimento, con chiari riferimenti neofuturisti e spezza le catene per tirare la materia lateralmente, deformando l’aria, il respiro che ritmicamente solle-va e abbassa l’aura. La corteccia, il sughero antico, custodisce facce di uomini e donne terreni. Ciò che conta non è arrivare alla meta, ma il viaggio e Ermenegildo Atzori ha attrezzato il suo gozzo con la pa-ura e l’audacia di chi vuole scoprire e riempire la stiva di conoscenza, unico cibo per vivere.
La mostra è arricchita dal videoarte Shadow and fire, una sorta di videoclip sul percorso artistico di Ermenegildo Atzori a cura di Bianca Laura Petretto con le musiche dei Garuà, un sofisticato gruppo jazz italiano e dal Libro – catalogo Shadow and fire Ermenegildo Atzori a cura di Bianca Laura Pe-tretto con le fotografie originali di Paolo Medas (in vendita, per la collana personalflash di B&BArt Museo arte contemporanea).
In una serata esclusiva, promossa da FABBRICA e B&BArt Museo internazionale d’arte contempora-nea nella Galleria d’arte FABBRICA, il 16 luglio 2010, a partire dalle ore 21, si promuove l’arte contemporanea attraverso una mostra inedita di Ermenegildo Atzori, artista sardo innovativo e di talen-to che in questo ultimo anno ha all’attivo altre quattro mostre personali nazionali e internazionali che hanno riscosso successo e consensi di critica e di pubblico. NERI DI PIOMBO, una personale con 90 opere di pittura e scultura è un modo originale e moderno di usare la materia per raccontare spazi di uomini e donne che si sono spinti oltre per perdersi, ma anche per vedersi e per essere scoperti. Un vi-aggio nel buio per apprezzare con gli occhi della meraviglia ciò che prende forma nella luce, uno sguardo verso la natura e l’umanità, un segno per non perdere la speranza.
Nella serata del 16 luglio il vernissage si concluderà con la performance di poesia e musica di
Martino Reggiani, giovane cantapoeta di adozione Romagnola che vive e lavora a Cesena.