Durante alluvione drammatica a Capoterra Frutti d’oro Sardegna
Marco Espa guarda il cielo plumbeo, poi con un clic riaccende quel video choc: un fiume di acqua e fango sul litorale di Capoterra, sono scene di appena 4 anni e 4 morti fa. Il consigliere regionale del Pd lancia un allarme proprio nel giorno in cui -stamattina- decine di capoterresi arrivano sotto il consiglio regionale a protestare per la prevenzione mancata. Marco Espa fa i conti e ci mette poco a capire che non tornano: la giunta Cappellacci non investe sulla messa in sicurezza. “Bisognerebbe portare subito in aula il disegno di legge, ma proprio mentre sta arrivando la stagione delle piogge siamo davanti ad un immobilismo politico che preoccupa migliaia di abitanti. Capoterra rischia di diventare la nuova Messina”.
Espa, cosa si muove sul fronte degli stanziamenti e degli interventi contro il rischio idrogeologico, a Capoterra e nelle altre zone a rischio?
C’è un rischio concreto, io dico questo: non fateci dire (sulla nostra pelle) che ve l’avevamo detto. Non sia mai. La drammatica alluvione di Messina del 2009 – ripetutasi a distanza di solo due anni dalla precedente – ci fa capire come i fenomeni metereologici possono ripetersi a brevissima durata di tempo. L’appello del Capo dello Stato Napolitano chiede che si facciano subito le opere di messa in sicurezza idrogeologica del territorio, non certo spese faraoniche per opere di dubbia utilità come il ponte di Messina. Ecco lo Stato, il Governo non si deve dimenticare dell’alluvione in Sardegna del 2008. Il governo ha stanziato SOLO 6 milioni di euro fino ad oggi. Nulla per la messa in sicurezza. A Capoterra siamo a rischio come a Messina: 10 mila persone sono in pericolo nel bacino di Rio San Girolamo, possono essere direttamente colpite. Non fateci dire (sulla nostra pelle, di noi abitanti del territorio) ve l’avevamo detto, non sia mai!
Eppure la giunta Soru si era mossa subito, stanziando finanziamenti a tempo di record per fare fronte ai danni dell’alluvione: che fine hanno fatto quei soldi?
Ricordo che subito dopo l’alluvione la nostra giunta regionale in quindici giorni – record europeo – aveva erogato i primi contributi a 600 famiglie del territorio. Gli amministratori, Renato Soru in testa, misero in campo una procedura d’emergenza sul filo del rasoio, andò benissimo, e centinaia di famiglie ebbero garantiti in tempi record i loro diritti e noi ci prendemmo responsabilità amministrative, senza paura. Un mio emendamento ridusse il carico della rendicontazione per i possessori di prima casa. Un altro emendamento stanziò ulteriori 25 milioni di euro. Per essere chiari furono emendamenti proposti da me ma condivisi da tutti.
E poi cosa è successo? Fu solo colpa del vento politico cambiato?
Poi la nostra giunta cadde, ma tutti speravamo che il nuovo presidente utilizzasse i poteri eccezionali del commissario straordinario per l’alluvione, che gli permetteva deroghe sulle gare d’appalto. Così non è stato, e siamo rimasti noi dall’opposizione a denunciarlo. Si sono succeduti tre assessori che hanno promesso lavori a breve termine ma è ancora tutto fermo e manca completamente l’informazione. Ora non facciamo più interrogazioni. Sto cercando di capire dove sono finiti i soldi. Ho chiesto l’accesso agli atti gia 4 mesi fa e non tutti gli assessorati interpellati mi hanno risposto, tanto da sollevare la protesta della presidente del consiglio Claudia Lombardo che chiede alla giunta di fornirmi le risposte in tempi brevi. Comunque da oggi sono in possesso come consigliere delle credenziali per il controllo diretto del bilancio regionale. Inizio la ricerca e inoltre, esercitando i miei poteri di controllo di consigliere, chiederò al commissario straordinario Efisio Orrù di mettermi a conoscenza di quante risorse ha a disposizione e se pensa di utilizzare poteri straordinari per i lavori di messa in sicurezza. E informerò la popolazione di ciò che mi verrà detto. Io non mollo.
Ma a livello di legislazione, cosa può fare davvero la Regione per combattere l’incubo alluvioni?
Urge la discussione del nostro progetto di legge (che vogliamo sia firmato unitariamente da tutto il Consiglio) tutto relativo non a contributi ma alla definitiva messa in sicurezza del territorio di Capoterra, presentato ad aprile e che ancora giace in Consiglio regionale. E’ urgente discuterlo, la gente ha paura, sa che non ci sono risorse per la messa in sicurezza definitiva del territorio. L’unico strumento è l’urgente discussione del progetto di legge che prevede stanziamenti per 40 milioni di euro e che sarà sicuramente provvidenziale per finanziare lo studio per la sicurezza del territorio che presto sarà consegnato agli organi regionali. Tutto questo è semplicemente indispensabile. Perchè a Capoterra la gente ha ancora paura.
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