Le recenti polemiche, sollevate dalla messa in sicurezza della strada statale 195, fa emergere con forza il problema di uno dei mali peggiori della società sarda: l’egoismo. Per illustrare il mio pensiero mi riferisco ad una vicenda che può essere benissimo adattata a tante strade della Sardegna, dalla 131, alla Olbia Siniscola, per finire all’orientale sarda. Da anni i residenti i delle lottizzazioni lato costiero del Comune di Capoterra chiedevano che la rete stradale venisse messa in sicurezza. Da anni i pendolari della medesima strada, una delle più trafficate in assoluto della Sardegna, chiedevano una arteria stradale più sicura e scorrevole che fra l’altro porta alla Saras LA PIU’ ESTESA INDUSTRIA PETROLCHIMICA DELLA SARDEGNA, PRESENZA CHE CREA PER TUTTO IL TERRITORIO GRAVI RISCHI. Da anni si discuteva di tracciati e di possibili percorsi della nuova statale a 4 corsie, al fine di arrecare il minor sacrificio ai privati. C’erano almeno 3 soluzioni al riguardo e il 19 luglio è stata scelta la soluzione definitiva (salvo ricorsi e denunce).
Da anni la gente moriva a causa di incidenti che non sempre, o non solo potevano essere causati dall’eccesso di velocità o dall’abuso di alcolici da parte del conducente. In effetti, la “Sulcitana” è stata spesso chiamata strada delle morte e ci sarà pure un motivo oggettivo per cui si sono verificati tanti incidenti!
Per cercare di risolvere i problemi si è decise di mettere in sicurezza l’attuale s.s.195, realizzando rotatorie, migliorando la segnaletica e ponendo delle ringhiere salvapersone su entrambi i lati delle corsie.
Tutto questo è stato apprezzato dalla collettività, ma c’è un però!
Sicurezza per chi?
Purtroppo, in fase di realizzazione dei lavori è accaduto che le rotatorie erano troppo piccole, la segnaletica era deficitaria, è stata ridotto l’asse stradale per realizzare dei marciapiedi su entrambi i lati delle corsie (sacrificando piazzole di sosta di emergenza) e, infine, sono state realizzate le ringhiere e posizionati i lampioni per l’illuminazione della strada (illuminazione che a distanza di mesi peraltro ancora non si vede…)
Perfetto!
Tutto sarebbe stato normale se l’attuale statale fosse stata declassificata in strada a percorrenza locale. Ma così non è, almeno fino al 2011, anno in cui dovrebbe essere ultimata la nuova 4 corsie.
Premetto che abito a Su Spantu da circa 40 anni e il traffico pedonale lo noto solo due volte l’anno: il primo e il quattro maggio, in occasione delle celebrazioni della festa di Sant’Efisio.
Negli altri giorni dell’anno il passaggio pedonale è praticamente inesistente se non per qualche pensionato.
Che bisogno c’era di fare dei marciapiedi su entrambi i lati della strada?
Parlavo di egoismo perché da quando l’Assessore ai Lavori Pubblici Carlo Mannoni ha deciso di raccogliere le richieste del Comitato di cui faccio parte, qualche amministratore di condominio si è assunto il diritto di contestare quanto fatto dal nostro comitato e parlare a nome di tutti i condomini, con evidente sviamento o eccesso di potere, rilasciando dichiarazioni a none di tutti i condomini e che, a nostro avviso avrebbe dovuto fare, semmai, a titolo personale o familiare.
Questo non è assolutamente vero ne corretto.
Prima di tutto perché fra le centinaia di firme raccolte ce ne sono tante proprio di quei condomini di cui “taluno” afferma di averne il controllo; in secondo luogo, un conto è rappresentare i condomini in una assemblea e trattare questioni interne, altra cosa è trattare, senza titolo, di questioni che esulano dall’ambito condominale ed investono temi che riguardano tutta la collettività.
Se la statale fosse di pertinenza condominale sarei d’accordo con l’esigenza di garantire la sicurezza dei condomini e magari di mettere anche delle decorazioni floreali per strada.
Ma in questo caso, abbiamo altre esigenze da considerare che, personalmente, nonostante egoisticamente possa avere interesse differente (perché vivo con un genitore anziano ed un bambino di tre anni), ovvero sia il supremo interesse pubblico.
Interesse che non è fatto solo di condomini o amici del sindaco, ma anche da tantissime persone che lavorano e usano la strada non per diletto o svago, ma per bisogno, direi quasi “stato di necessità!
Necessità e bisogno che sono determinati da motivi di lavoro, emergenza, garantire sicurezza e rapido intervento e che, allo stato delle cose, almeno fino a quando non sarà ultimata la 4 corsie, che non possono essere sacrificati o ulteriormente appesantiti dagli egoismi di un gruppo di condomini che pensano solo al proprio orticello e a soddisfare la solo la qualità della propria vita a discapito della maggior parte degli altri.
Ecco perché ritengo che l’egoismo si veda anche queste cose.
Pertanto, lasciamo lavorare gli “addetti ai lavori”, riservandoci di far sentire ancora la nostra voce qualora ce ne fosse bisogno, e smettiamola di fare pressione affinché i propri egoismi vengano “salvaguardati” a discapito del “buon senso” e della “sicurezza di, e per, tutti”.
Roberto Copparoni
Comitato residenti e pendolari della 195
Amici di Sardegna