“Repetita iuvant”. sentenziavano i latini. Speriamo in bene.
Signor Sindaco, sino a quando si vorrà abusare della nostra pazienza?
Tempo fa Le chiedemmo, a nome e per conto dei nostri concittadini, di fornirci giusti e doverosi chiarimenti su un concorso in itinere in questa amministrazione.
Concorso che, per amore di verità, puzzava lontano un miglio del rancido tanfo di una pappetta clientelare. Da parte Sua nessuna risposta.
Tempo addietro La invitammo, pur sempre a nome e per conto dei nostri concittadini, a comunicarci a quanto ammontasse, sul Conto Corrente comunale, creato ad hoc, la raccolta dei fondi destinati al ristoro delle persone colpite dal flagello alluvionale.
Chiedemmo altresì di poter conoscere chi avrebbe gestito tali provvidenze finanziarie, su quali direttrici preferenziali esse sarebbero stati incanalate ed i tempi di intervento. Da parte Sua, ancora nessuna risposta.
Inoltre, a più riprese e con pervicacia, Le sollecitammo informazioni sul desaparecido Piano Urbanistico Comunale. Quel fondamentale strumento che, (Ella di certo ne serberà giusta memoria), nel panegirico elettorale di questa e addirittura della precedente consiliatura, Voi avevate strombazzato mendacemente, urbi et orbi, essere di imminente parto.
Di grazia, Signor Sindaco, che fine ha fatto l’embrione? V’è stato forse un aborto?
I nostri concittadini, costretti da antica data per vostra ignavia e incapacità amministrativa, ad una vana attesa, ne hanno assoluta ed urgentissima necessità.
Infatti, tentare di pianificare il territorio. ma soprattutto, vista la recente catastrofe alluvionale e i danni da essa derivanti, attuare una concreta messa in sicurezza del territorio, senza poter fruire di questo indispensabile strumento, equivale ad un dissennato avventurarsi nell’impervia foresta amazzonica senza carte ne bussola.
Ma non è tutto. Ahinoi, anche d’altro è necessario trattare, soprattutto perché nostri concittadini inviperiti ce ne hanno presentato giusta ed urgente sollecitazione.
In precedenti sedute consiliari, e ripetutamente, stigmatizzammo la pessima pubblicità riservata alle Sue ordinanze Signor Sindaco. E’ possibile che argomenti di vitale e grave importanza, quali la non potabilità dell’acqua, si risolvano in “pizzini” con microscopici caratteri di scarsa leggibilità e pessima divulgazione?
Di grazia, cosa impedisce un’adeguata e totale pubblicità su gravi accidenti d’emergenza che mettono davvero a repentaglio salute ed incolumità dei nostri concittadini?
Un acqua, condita di scorie fecali et similari porcherie, ritiene, Ella Signor Sindaco, che nei nostri cittadini possa produrre lo stesso salutare effetto delle tisane della nonna? Ne dubitiamo e a ragione.
Non ce ne voglia Signor Sindaco ma, l’evidenza dei fatti ci porta a dubitare che dette ordinanze vengano emesse per alto senso di intima responsabilità.
Parrebbero piuttosto una sorta di “salvamutanda di istituzionali glutei” finalizzata solo a preservare da denunce per omissione d’atti d’ufficio. Punto e basta.
E’ davvero titanica impresa produrre manifesti della pubblicità istituzionale, di chiara scrittura e apparenza, redatti come quello che andiamo a mostrarVi?
Andiamo oltre. Risale addirittura alla notte dei tempi la nostra insistente lamentela su una totale assenza di comunicazione tra il Palazzo che Ella presiede e i nostri concittadini.
A più riprese, in modo vibrato e con estrema convinzione, Le esternammo, Signor Sindaco, che, il sito della nostra Amministrazione, era talmente spoglio che, al confronto, un campo di discinti nudisti sarebbe arrossito per la vergogna.
Siamo memori che Ella, con paterno buffetto, ci ammansì all’attesa propinandoci che di lì a poco, un autentico “bobboetto” informatico avrebbe soddisfatto la fame di notizie istituzionali che attanagliava da tempo immemore i nostri concittadini.
A cottura avvenuta, ovvero per evidenza di fatti, siamo costretti a certificare che quella sorta di intruglio di minimali frattaglie s’è conquistato sul campo lo stesso commento che l’astuta volpe riservò alla maschera tragica: “O quanta species, cerebrum non habet.”, più semplicemente: “E’ bello, ma non ha cervello, o sostanza che dir si voglia”.
Invero, non possono essere assolutamente sufficienti alcune immagini del nostro territorio, seppur sottoposte ad un lifting di belletto, a dare esaustiva comunicazione ai nostri cittadini di quanto stia bollendo nel torbido e bisunto pentolone di questa Amministrazione Comunale.
Per farla breve: si è messo mano a quel primitivo e scalcinato sepolcro informatico che era il portale comunale, vi si sono profuse manciate di stucco decorativo e paiolate di variopinte tempere acquaiole per renderne rubicondo l’emaciato volto.
Risultato: s’è tentato di dare parvenza d’un incantevole mausoleo ad una atrofia che, a detta di coloro che ne hanno visitato le spoglie stanze informatiche, altro non è che un anacronistico e vuoto “sepolcro imbiancato”, di biblica e farisaica memoria.
In esso vi sono in bella evidenza le “notiziuole” di facciata, la reclame istituzionale, insulse “nugae et nugaellae” di dozzinale tappezzeria, ma, ahinoi, vi è assoluto divieto d’accesso alla sostanzialità dell’attività amministrativa.
Di grazia, Signor Sindaco, vuole svelare, ora e qui, a noi che ne facciamo ufficiale richiesta, a cosa è dovuta, in detto sito, la totale assenza dei documenti che davvero contano ed interessano, ovvero giusto per esemplificare:
– i verbali della Giunta e del Consiglio;
– le delibere adottate dai due organi su menzionati;
– le determine di spesa;
– il rendiconto puntuale e preciso di quanto si spende in Codesta Amministrazione e come lo si spende;
– i regolamenti di eventuali concorsi, con razionale specifica del vostro modus operandi;
– quante provvidenze, in conseguenza dell’evento alluvionale, ha percepito dalle Istituzioni regionali e statali Codesta Amministrazione e come e con chi le si intende porre a profitto;
Allora che intendete fare? Ci concedete una risposta o volete continuare ad aggiungere, arrogantemente un ulteriore strato di mutismo a questa invalicabile linea Maginot che separa gli Amministratori dagli amministrati?
Invero, ci è giunto un sibilo alle nostre attente trombe di Eustacchio, ovvero che tale perforanti silenzi siano derivazione di vostre mirate “scelte politiche”.
E’ proprio così, Signor Sindaco? Ci dica di no, se davvero vuole evitare ad Ella ed al Suo entourage una fragorosa miscela di pernacchie e lazzi, per non dir di peggio.
Scelte politiche. Ma cosa v’è di politico, di veramente Politico in siffatto occultamento di normali atti che, in base a vigenti leggi e non di certo a nostre assurde e astruse pretese, dovrebbero essere improntati alla trasparenza e alla puntuale pubblica rendicontazione?
In difetto di Vostre esaustive risposte, giocoforza costringerete noi e i cittadini ad arrampicarci, usando le ventose del dubbio e delle illazioni, oltre questo vostro gommoso e spugnoso muro di cinta, per tentare di carpire e decifrare, alla meno peggio, le Vostre rare azioni e le Vostre innumerevoli omissioni amministrative.
Di grazia, i Vostri atti amministrativi sono forse “atti osceni” non ostendibili, causa oltraggio al pudore e al decoro, ai davanzali della Buona Amministrazione?
Perchè, neppure a noi consiglieri che il popolo capoterrese, più o meno degnamente rappresentiamo, non viene consentito un immediato accesso al Sacrario della Vostra laboriosità amministrativa?
Noi riteniamo possa essere più saggio e responsabile sciogliere le briglie all’agile e possente Pegaso della Trasparenza amministrativa, piuttosto che affidarsi a squamosi rettili di biforcuta lingua che umettano di maldicenza dove nebulosità ed opacità, per Vostra scelta e da una vita amministrativa, stanno di casa abusivamente.
A suggello, di questa Vostra enigmatica condotta politica, v’è infine la classica ciliegina sulla torta, che può rivelarsi davvero utile chiave di lettura dei Vostri comportamenti istituzionali. Udite.
Nel passato prossimo, Signor Sindaco, abbiamo indirizzato un nostro concittadino, per sue specifiche necessità, da un Suo assessore e incautamente il cittadino, in quel contesto, si permise di elogiare l’impegno politico di chi Le parla verso i cittadini. Apriti cielo! L’Assessore, fatte passare in second’ordine le necessità del cittadino, non gradi e raggelò il malcapitato sentenziando in tono sprezzante: “Qui Franco Bayre non comanda niente!”.
Che dire? Forse, per la prima volta in vita sua, il Signor Assessore aveva proferito una sacrosanta verità.
E’ vero, lo ammetto: Non comando assolutamente niente, proprio niente. Anzi ritengo utile puntualizzare al suo Signor assessore che quando ho accettato l’incarico conferitomi dai nostri concittadini ero cosciente, ed oggi lo sono ancor di più e in sommo grado, di non dover comandare ma servire.
Servire i nostri cittadini appunto con impegno e coerenza, senza chiedere nulla in cambio. Strano ma vero: chi intendeva avvilirmi, mi ha addirittura esaltato. Un cordiale grazie , ritengo gli sia dovuto.
Mi avvio a conclusione, signor Sindaco, ponendole un ulteriore quesito: sarà per questo mio “strano” modo di intendere la politica che spesso e volentieri finisco in rotta di collisione con Ella Signor Sindaco e con taluni membri del Suo esecutivo e della Sua Maggioranza e sono oggetto di un codardo ostracismo che non mi tocca in alcun modo ma che finisce per penalizzare solo l’interesse dei nostri concittadini?
Se, unitamente alle altre doverose ed indispensabili risposte, vorrà concedermi pure questa ultima, gliene sarò grato.
Le anticipo comunque che, se la motivazione delle Vostre alzate di scudi dovesse essere proprio questa, allora stia certo, il mio impegno politico acquisirebbe, tout court, maggior vigore e determinazione, pur sempre nel precipuo interesse dei nostri concittadini.
Grazie comunque per la Vs. cortese attenzione.
Il Consigliere
Franco Bayre