Colleghi consiglieri,
come risulta agli atti, già a partire dal gennaio 2009, a più riprese, abbiamo evidenziato la necessità di dare sbocco a quella Via Lamarmora, che, a tutt’oggi, risulta ancora occlusa a vicolo cieco in direzione Cagliari.
Dette nostre sollecitazioni scaturivano dall’esigenza di risolvere, almeno in parte, le problematiche che, nel nostro centro storico, determinano una pessima viabilità con quotidiani ingorghi.
In quel tempo, alle nostre ripetute istanze, il vostro sindaco, inizialmente glissò sull’argomento, infine ci degnò d’una risposta, asserendo che, i proprietari di quei terreni che dovevano essere espropriati per liberare l’occlusione della su menzionata arteria stradale si erano opposti all’esproprio, ergo l’inghippo viario, purtroppo non poteva essere eliminato.
In buona fede, prendemmo atto ed accettammo la risposta data dal sindaco, convinti che fosse voce di verità.
Successivamente, andammo a scoprire che il Vostro sindaco aveva mentito sapendo di mentire, omettendo di fatto la vera verità.
Infatti, qualcuno ci informò che, agli atti, esisteva una delibera di Giunta n. 9 del 23 gennaio 2001 pertinente l’abbattimento della barriera di Via Lamarmora.
Andammo a verificare. Era vero e addirittura, quanto da noi sollecitato e negato dal sindaco, era già stato concretizzato in realtà operativa, dalla precedente Giunta presieduta dal Dott. Efisio Baire, tramite la delibera su menzionata.
Non solo, ma la Regione Sardegna, con una contribuzione di ben ottocento milioni delle vecchie lire, né aveva sostenuto finanziariamente anche i lavori di realizzazione.
Il perché di quello che é accaduto poi (ovvero il dirottamento dei fondi da parte della prima Giunta-Marongiu ad altre non urgenti e necessarie intraprese, quali l’inutile e deserta piazza Borsellino), purtroppo s’annida tra i misteri dolorosi del rosario politico capoterrese.
Qualcuno, ovvero il Vostro sindaco, dovrebbe infine spiegarlo. Com’é suo solito, non lo farà.
E’ davvero vergognoso che, dopo un decennio, non sia stato fatto quanto si poteva e si doveva urgentemente fare e che, a pagare dazio per tale assurda irresponsabilità amministrativa, siano ancora una volta i cittadini, quei nostri concittadini che, sul versante immobiliare, probabilmente potranno fare solo domani quanto avrebbero potuto concretizzare diverso tempo addietro con costi di gran lunga inferiori e in un contesto economico, di gran lunga, meno critico di quello attuale.
Perché siamo tornati sull’argomento?
In primis perché il problema non é stato ancora risolto, in secundis, perché circa un mese fa, il Presidente Salvatore Caboni, in una Conferenza di Programmazione dei lavori consiliari, ci notificò che all’ordine del giorno della successiva assemblea consiliare, saremmo stati chiamati a deliberare sulla lottizzazione distinta come “Su Carroppu”, una intrapresa immobiliare che interessa direttamente i paraggi della Via Lamarmora e che, se approvata, avrebbe concretizzato l’ormai indispensabile sbocco viario della medesima.
Inspiegabilmente detto ordine del giorno é svanito quasi fata Morgana, dileguandosi nelle buie sacrestie della struttura comunale. Come mai? Nessuno ce lo ha spiegato indi si deve supporre.
Vuoi vedere che tale occultamento é da ascriversi, ancora una volta, a quell’abusato cerimoniale della “tirella”, squallido escamotage che allunga o accorcia l’iter di una pratica a seconda del diletto o del tornaconto personale, e, viste le imminenze, anche elettorale di qualche amministratore di antica militanza?
Vuoi altresì vedere che, alle parti interessate alla lottizzazione di cui sopra, qualche amministratore birichino di mille cotte, in modo diretto o con subdolo rimbalzo ha sollecitato dei voti di preferenza e, solo a questua avvenuta e computata, con quella magnanimità non gratuita che connota i Coltivatori Diretti del proprio tornaconto personale e clientelare, porterà in aula il documento per l’approvazione e, a caduta, attuerà persino il “miracolo” dell’abbattimento dell’occlusione di Via Lamarmora?
In conclusione e a fronte di quanto esposto, si presenta a chi di competenza, giusta e doverosa
INTERROGAZIONE
– per conoscere quali reali motivazioni abbiano determinato l’impasse su menzionata;
– in quali tempi certi si intenda eliminare detta impasse e portare infine a risoluzione la problematica di cui, per l’ennesima e speriamo penultima volta, abbiamo trattato in questa aula.
In attesa di siffatta doverosa delucidazione, continua a ronzare nelle nostre trombe d’Eustacchio quanto sagacemente affermato da un tal Giulio Andreotti ovvero che “a pensare male si fa peccato, ma il più delle volte ci si azzecca”.
Grazie comunque per la Vostra cortese attenzione.
Il Consigliere
Franco Bayre