In data 19 ottobre 2010, con protocollo n. 27995 dagli Uffici comunali del settore Edilizia Privata, Urbanistica e Ambiente, agli artigiani che hanno fatto prelazione di acquisto di un lotto nella zona degli insediamenti produttivi in quel di Sant’Angelo, è stata inviata una comunicazione.
Detta comunicazione intima loro di provvedere, entro il termine perentorio di gg. 30 dalla ricezione della missiva di cui trattiamo, al versamento di un acconto pari al 50% del costo del lotto loro assegnato.
Si specifica inoltre, citiamo testualmente, “il restante 50% dovrà essere versato al momento della stipula del contratto di cessione in diritto di proprietà, da stipularsi entro 60 gg dal ricevimento” della notifica oggetto di questo nostro intervento.
Così di primo acchito, questa intrapresa, parrebbe, e potrebbe persino essere, una operosa iniziativa se non avessimo evinto, dietro allarmata segnalazione di alcuni artigiani, che ancora una volta Codesta Amministrazione ha posto in essere una ulteriore certificazione di pressapochismo amministrativo imponendo, al già asfittico comparto artigiano, con urgentissimo e irrazionale imperio, l’immediato esborso di vitali risorse finanziarie per l’acquisto dei lotti di quella zona PIP che ormai é assurta a quintessenza del degrado e dell’abbandono.
Basta un sommario sopralluogo per constatare immediatamente una abbondante teppistica manomissione delle infrastrutture a suo tempo realizzate, come balzano agli occhi vistosi sprofondamenti e crepe nel manto stradale e, dulcis in fundo ed incredibile ma vero, una misurazione approssimativa dei lotti, misurazione che, a fronte dei dati in ns. possesso, parrebbe realizzata ad “occhiometro”.
Questo é già abbastanza ma purtroppo non é tutto.
Doverosamente siamo stati negli Uffici di competenza onde ottenere lumi sullo stato dell’arte della cosiddetta zona artigianale e sull’eventuale motivo d’urgenza di questa pressante imposizione.
Dal dirigente ci è stato notificato che, mentre risultano perfezionati gli allacci idrici e fognari, (alla voce impianti idrici e fognari, badate bene, fanno riferimento quelle strutture che vi abbiamo appena denunciato essere ormai in uno stato di abbandono e di non fruibilità) risulta tuttora totalmente assente qualsivoglia impianto per la fornitura dell’energia elettrica, di quella fonte di energia assolutamente indispensabile ad ogni impianto produttivo che tale voglia e possa davvero essere.
Addirittura ci è stato specificato che, nonostante pagamenti già effettuati e reiterate sollecitazioni, l’ente responsabile della fornitura elettrica, ovvero l’Enel, glissa, temporeggia, dilaziona senza peraltro specificare in quali tempi darà inizio e successivamente porterà a compimento le opere di cui trattiamo.
Pertanto é ammissibile, è razionale, è giusta questa pretesa rivolta ai poveri artigiani di urgentissimi versamenti delle loro risicate risorse nelle casse comunali? Certamente no.
E allora, chi di dovere, vuole cortesemente e doverosamente spiegare a noi interroganti, ma nondimeno ai diretti interessati, perché è stato posta in atto e addirittura con procedura d’urgenza, siffatta vergognosa liturgia amministrativa?
Qualcuno vuole spiegarci quale razionalità imponga che l’artigiano debba prima anticipare, nel brevissimo spazio di 30 gg, e poi addirittura saldare, nell’altrettanto brevissimo spazio di 60 gg, la somma dovuta all’Amministrazione Comunale per l’acquisto di un lotto che, sul piano produttivo, (l’unico che in tale contesto davvero conta) risulta assolutamente non fruibile per le precarietà su accennate e soprattutto causa il disservizio elettrico su menzionato?
Ci approssimiamo alla fine dell’anno. Questa Amministrazione necessariamente dovrà produrre un bilancio consuntivo, una quadratura di conti.
Abbiamo appurato, anche a fronte dei sempre più frequenti ed ormai abituali prelevamenti dal fondo di riserva da codesto Esecutivo effettuati, che la situazione economico finanziaria parrebbe tinta d’un preoccupante rosso porpora, figlio di una contingenza di crisi ma nondimeno di inauditi sprechi e disattenzioni amministrative.
Ma vuoi vedere che qualche stolto alchimista delle toppe al sedere intende far cassa proprio andando a mungere con inaudita repentinità là dove smunte mammelle artigiane certificano non v’è più nulla da mungere ed eventuali recipienti questuali possono ricevere solo sudore e lacrime?
Ci si rende conto che, con tale invereconda pretesa, si attenta seriamente alla stessa sopravvivenza d’un comparto ormai in mal’arnese, ridotto in agonia da quella spaventosa crisi che ormai da vecchia data sovrasta e pone in affanno la nostra quotidianità?
Una elementare legge economica impone che, a fronte di una spesa, si abbia certezza dei tempi di rientro dei capitali investiti. Se i tempi sono congrui si ottiene il profitto, se i tempi si dilatano o non vengano rispettati subentra il disavanzo. Se il disavanzo permane o addirittura si accentua sopravviene la crisi, la paralisi, la cessazione d’attività se non addirittura il fallimento.
In estrema sintesi la filosofia di codesta Amministrazione: “artigiano fuori immediatamente i quattrini e, per tutto il resto, arrangiati come peraltro ti sei sempre arrangiato”, può trovare una plausibile giustificazione e un senso di buon governo?
Altro che promuovere l’imprenditoria!
Ergo, su quanto Vi abbiamo appena evidenziato occorre operare responsabilmente una inversione di rotta.
E’ d’obbligo sospendere con decorrenza immediata siffatta astrusa imposizione sino al ripristino d’una concreta funzionalità delle infrastrutture nonché alla installazione e al perfezionamento della rete elettrica cui abbiamo accennato.
In caso contrario, l’unico risultato sarà quello di indirizzare in modo coercitivo i malcapitati artigiani ad allargare ed allungare scientemente e a dismisura la teoria di quegli esseri in perenne disagio esistenziale che affollano gli Uffici dei nostri servizi sociali.
Si vuole davvero questo? Fateci sapere con doverosa urgenza.
In conclusione si ritiene presentare, a chi di dovere, doverosa
INTERROGAZIONE
onde ottenere, nei termini regolamentari esaustiva risposta su:
– le motivazioni che hanno determinato tale provvedimento;
– la possibilità di revoca di tale disposizione;
– i tempi certi necessari al ripristino d’una funzionalità delle strutture i infrastrutture manomesse e quindi inservibili ed infine quanto necessiti per porre in essere e perfezionare il servizio elettrico totalmente assente allo stato attuale in quella zona definiti degli insediamenti produttivi;
09.11.2010
Il consigliere
Franco Bayre