Sabato 18 Luglio, alla presenza del pubblico delle grandi occasioni, si è svolto nella Piazzetta della Residenza del Sole, un incontro pubblico per discutere sulla presenza nella zona di cattivi odori attribuibili alla esistenza nella area industriale di Macchiareddu, a poca distanza del centro abitato, di un impianto di compostaggio per il trattamento dei rifiuti organici, provenienti dalla raccolta differenziata dell’area metropolitana di Cagliari. Organizzato da Demos Capoterra, un associazione politico-culturale nata con l’obbiettivo di valorizzare e rendere vivibile il proprio territorio, l’incontro è servito per illustrare i risultati di un’indagine portata avanti dall’associazione e gli esiti di un lavoro svolto dalla commissione Ambiente della Provincia di Cagliari. L’incontro si è svolto in due parti; la prima ha avuto inizio con la proiezione di un cortometraggio realizzato nelle vie della lottizzazione, diversi intervistati hanno confermato la presenza di forti odori sgradevoli in concomitanza di determinate ore della giornata. È seguito l’intervento di esperti del settore; Daniele Basciu, Marco Cigagna, e Alessandra Basciu, i quali hanno illustrato in cosa consiste un impianto di compostaggio, come funziona, le problematiche che crea alle popolazioni circostanti gli impianti ma in particolare quali tecniche esistono oggigiorno per ridurre al minimo l’emissione di odori nauseabondi. Ha fatto seguito l’intervento dell’Avvocato Giuseppe Elia Monni, il quale in modo molto semplicistico nonché esaustivo, ha cercato di dare una risposta alle due domante che normalmente i cittadini si pongono: la prima se chi produce questi odori sgradevoli comete un reato, la seconda come il cittadino possa difendere i propri diritti nei confronti delle imprese titolari degli impianti. L’Avv. Monni ha evidenziato come il sistema giuridico italiano sia carente in materia, la sola giurisprudenza esistente, proviene dalla Corte di Cassazione a seguito di azioni attuate dai semplici cittadini. Secondo Monni, il Sindaco ha il potere di ordinare la chiusura di un impianto solo nel caso in cui esiste un reale pericolo per la salute dei cittadini. Nel corso del dibattito si è evidenziato che non è in atto nessuna caccia alle streghe, non è in discussione la presenza dell’impianto di compostaggio, considerato una conquista di civiltà da parte di una comunità, ma l’emanazione degli odori nauseabondi che rendono invivibile il luogo. La seconda parte dell’incontro è stata caratterizzata dai vari interventi degli amministratori locali e provinciali e da alcuni cittadini. Ha iniziato gli interventi il Sindaco di Capoterra Giorgio Marongiu che ha voluto sottolineare come il territorio di Capoterra ha subito nel corso degli anni decisioni calate dall’alto nella ricerca di siti per la costruzione di infrastrutture quali termovalorizzatori, depuratori e impianti di compostaggio, decisioni spesso prese in conferenza dei servizi, nella quale l’amministrazione di Capoterra si trovava a contrastare in solitudine decisioni prese altrove. Il Consigliere Franco Baire, ha voluto mettere l’accento sul patrimonio che il nostro territorio offre, un mix di mare, laguna, montagna e civiltà che la natura ci ha consegnato e per il rispetto del quale nessuno deve considerarsi esentato, ma tutti devono concorrere per il suo mantenimento. Il Consigliere Salvatore Littarru, ha voluto portare la sua personale testimonianza riguardante la lotta per la chiusura dell’inceneritore di Cagliari e per la salvaguardia dell’estuario del rio Santa Lucia ricordando che oggi non è pensabile la chiusura di determinati impianti. A rappresentare la Provincia c’erano presenti oltre al Consigliere provinciale Giuseppe Palmas, l’Assessore all’ambiente Ignazio Tolu, e il presidente della commissione ambiente Franco Trudu, entrambi hanno confermato l’interessamento da parte dell’amministrazione Provinciale per risolvere il problema informando i cittadini dell’esistenza di un finanziamento di oltre quattro milioni di euro che avrebbe dato la possibilità entro 18 mesi di creare una copertura tombale agli impianti ed eliminando, di fatto, il problema. Tra il pubblico presente, sono intervenuti alcuni rappresentanti di libere associazioni o movimenti politici che hanno denunciato uno scarso interessamento delle amministrazioni interessate e una totale mancanza di visibilità del problema nei mezzi di comunicazione. Unica nota stonata, l’assenza dei rappresentanti della Regione Sardegna e in particolare del Casic, la cui presenza avrebbe potuto se non risolvere il problema, spiegarne la causa. Nell’incontro tutto incentrato sul problema degli odori nauseabondi, non è emerso il caso dei fumi provenienti dalla Syndial!
Dopo oltre tre ore di dibattito e infreddoliti da un gelido vento di maestrale si è concluso l’incontro consapevoli di aver posto la prima pietra miliare verso la soluzione del problema.
Giuseppe Pala