I festeggiamenti in onore di Santa Barbara quest’anno arrivano in anticipo di circa una decina di giorni

Avrà inizio dopodomani, con la prima giornata del triduo, il ciclo dei solenni festeggiamenti che ogni anno Capoterra tributa a Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana, Compatrona del paese. L’appuntamento, rispetto agli anni scorsi in cui era stato posticipato alla prima domenica di luglio, quest’anno arriva in anticipo di circa una decina
di giorni. Questo perché si è voluto che la data della festa tornasse a corrispondere al suo esatto giorno liturgico, il 23 giugno.

Il programma dei festeggiamenti
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La data dei festeggiamenti in onore della martire capoterrese è cambiata più volte

QUANDO DEVE ESSERE CELEBRATA SANTA BARBARA?

Un nuovo studio delle fonti storiche risponde all’insolito quesito

Alle ore 18,30 di mercoledì 20 giugno, presso la parrocchiale di Sant’Efisio a Capoterra, avrà inizio il triduo in preparazione alla festa di Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana. Le celebrazioni in onore di colei che, cinque anni or sono, è stata ufficialmente proclamata Compatrona del paese, culmineranno con la messa solenne della mattina di sabato 23 giugno a Sa Scabitzada, seguita dalla processione di domenica sera per le vie del centro storico. Da venerdì 22 a lunedì 25 giugno un ricco programma di festeggiamenti civili farà da cornice a quelli religiosi, con la tradizionale “cantada campidanesa”, lo spettacolo di varietà, i balli in piazza e i fuochi pirotecnici finali.
Da quest’anno, come in progetto ormai da tempo, la festa della martire di Capoterra tornerà quindi a corrispondere al suo esatto giorno liturgico, il 23 giugno. Viene così anticipato di circa due settimane un appuntamento che da alcuni decenni, per motivi non ancora del tutto chiari, era invece finito alla prima domenica di luglio.

Le feste dei santi
I martiri e gli altri santi, di solito, vengono festeggiati dalla Chiesa nel loro “dies natalis”, cioè il giorno in cui sono andati incontro a quel sacrificio personale che, nella concezione cristiana, li ha fatti “rinascere” alla vita eterna. Qualora però questa data non si conosca la liturgia ricorda quella in cui sia avvenuto il ritrovamento della loro tomba, o addirittura il trasporto da un luogo all’altro delle loro spoglie.
Tale è appunto il caso di Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana, la cui iscrizione funeraria o i calendari non ne ricordano il giorno della morte. Di conseguenza i festeggiamenti in suo onore, come previsto dalle norme liturgiche, venivano fatti corrispondere all’anniversario del 23 giugno 1620, giorno in cui nella cripta di Santa Restituta, a Cagliari, era avvenuta la riscoperta della sua sepoltura.

Una data altalenante
Sicuramente, a quindici anni dal ritrovamento delle reliquie, la festa veniva ancora celebrata il 23 giugno. Lo attesta Dionisio Bonfant, che nel 1635 scriveva: «Il corpo di Santa Barbara fu estratto dal sepolcro il 23 giugno, come si legge sull’atto notarile del rinvenimento, e in questa data se ne celebra la traslazione». Va sottolineato che all’epoca Capoterra ancora non esisteva, essendo stata rifondata dal nulla nel 1655. La testimonianza dell’autore seicentesco, nel 1995, è stata avvalorata anche dal p. Eliseo Lilliu.
A partire da questo momento, purtroppo, riguardo alla festa di Santa Barbara mancano totalmente le notizie fino alla metà dell’Ottocento. Come ricordato nel 1968 da Emanuele Atzori, quelli attorno al 1860 furono i primi anni in cui ad organizzare le celebrazioni provvidero non più i frati francescani conventuali, che una legge aveva appena scacciato dall’eremo di Sa Scabitzada da loro posseduto fin dal Cinquecento, ma gli abitanti di Capoterra: «Il primo dei rettori che celebrarono la festa fu Raffaele Atzori (titolare della parrocchia dal 1841 al 1879), che ogni anno si recava nella chiesetta rurale, la sera di Pentecoste, per portare il simulacro che ancora oggi si conserva nella parrocchia di Sant’Efisio. Il giorno successivo, la festa si svolgeva nella chiesetta di montagna con un’abbondante partecipazione di Capoterresi; l’indomani continuava in paese».
Per inciso fino ad allora, come ricordava nel 1835 il p. Vittorio Angius, solo «due volte solennemente festeggiasi in Capoterra, una per la Vergine del Rosario nella prima domenica di maggio, altra per l’Arcangelo Michele addì 29 settembre, con corsa di barberi». Entrambe le ricorrenze, oggi, sono scomparse dalle tradizioni capoterresi senza lasciare alcun ricordo.
I motivi per i quali la festa di Santa Barbara fosse stata portata dal 23 giugno al lunedì di Pentecoste ancora non si conoscono. Però si possono formulare alcune ipotesi.
Anticamente il 23 e il 24 giugno erano di precetto per tutta la Chiesa, essendo rispettivamente la vigilia e la festività della nascita di San Giovanni Battista. Per non far corrispondere le celebrazioni in onore del Precursore con quelle della martire locale, si dovette pertanto scegliere di anticipare queste ultime, all’epoca ritenute meno importanti.
Come noto la Pentecoste è una ricorrenza mobile dipendente dalla data della Pasqua. Siccome questa può ricadere dal 22 marzo al 25 aprile, come date estreme, nel primo caso la Pentecoste si celebra il 10 maggio e nel secondo il 13 giugno. Può darsi che l’anno in cui si decise di spostare la festa di Santa Barbara la Pasqua fosse stata alta e la Pentecoste, di conseguenza, fosse arrivata a ridosso del solstizio d’estate: facendole immediatamente seguire le celebrazioni in onore della santa cagliaritana si sarebbe ottenuto, da una parte, di non discostarsi troppo dalla data canonica di queste ultime, e dall’altra di prolungare il riposo legato a una delle maggiori solennità del calendario cristiano.
Negli anni successivi le cose cambiarono e la festa di Santa Barbara cominciò a concentrarsi soprattutto nel mese di maggio, che è quello durante il quale la Pentecoste ricade la maggior parte delle volte. Si dovette comunque stabilire di non mutare la decisione ormai presa, rivelatasi evidentemente funzionale. Basti pensare alla più favorevole situazione climatica di una festa celebrata nel periodo primaverile anziché in piena estate. Senza dimenticare che una ricorrenza infrasettimanale, nel mese di giugno, avrebbe oltretutto intralciato la delicata e importantissima operazione di raccolta delle messi.
Ma perché essa fu fissata al lunedì dopo Pentecoste e non, magari, al sabato prima? Forse il lunedì voleva essere soltanto la vigilia, per celebrare in realtà il martedì. Infatti il 23 giugno 1620, in cui ebbe luogo il ritrovamento delle reliquie di Santa Barbara, risultò essere per l’appunto il secondo giorno della settimana.
Come il motivo specifico, per ora rimane sconosciuto anche il momento in cui l’innovazione ebbe inizio. Si può soltanto osservare che la festa di Santa Barbara veniva celebrata il lunedì di Pentecoste almeno dalla fine del Settecento. Un’epigrafe marmorea infissa sul pilastro sinistro dell’arco presbiterale, nella chiesa di Santa Barbara a Sa Scabitzada, ricorda infatti l’esecuzione di imprecisati lavori consegnati il 16 maggio 1796. Poiché la Pasqua in quell’anno ricadde il 27 marzo, il lunedì dopo Pentecoste corrispose appunto alla data indicata dall’iscrizione.

Oscillazioni novecentesche
La situazione risultava ancora invariata nel 1926, quando il p. Alfonso Casu poteva scrivere, genericamente, che a Sa Scabitzada di Capoterra «si celebra una solennissima festa nel mese di maggio».
Nel corso del XX secolo, secondo la testimonianza di Adriano Vargiu e Antonio Francesco Spada, la festività fu riaccostata di due settimane alla sua data originaria, fissandola alla seconda domenica dopo Pentecoste (o la prima dopo la Santissima Trinità, che a sua volta è la prima dopo Pentecoste). Quando infatti, sempre tenendo presenti le date estreme, si ha la Pentecoste il 10 maggio, la festa della Santissima Trinità ricade il 17 maggio e la domenica immediatamente successiva il 24 maggio; e quando Pentecoste è il 13 giugno la Santissima Trinità ricade il 20 dello stesso mese, per cui la domenica successiva corrisponde al 27, molto vicino al 23 giugno richiesto dalle normative liturgiche per la memoria della martire capoterrese.
Un ulteriore avvicinamento alla data canonica si ebbe a partire dal secondo dopoguerra, quando si stabilì di celebrare Santa Barbara nell’ultima domenica di giugno. Lo attestano, nel 1983, una pubblicazione di carattere generale dedicata alla Provincia di Cagliari, curata da Nicola Sciannameo e Francesco Sardi, nel 1985 lo storico locale Emanuele Atzori, Gian Paolo Caredda nel 1990 e il p. Fortunato Ciomei nel 2000.
Il nuovo allontanamento mantenuto in vigore fino ad oggi, che ha visto la festa spostata alla prima domenica di luglio, risale a tempi abbastanza recenti. Apparentemente, stando a quanto affermato nel 1996 da Emanuele Atzori, addirittura agli anni Ottanta del secolo appena trascorso.
Il momento del passaggio è forse documentato da Carlo Franceschi, che nel 1987 poneva erroneamente la data della festa di Santa Barbara all’ultima domenica di luglio: quasi che da una parte gli fosse stato riferito l’appuntamento tradizionale all’ultima domenica di giugno, e dall’altra quello nuovo, appena fissato, alla prima domenica del mese successivo.
Del tutto fuorviante è anche la testimonianza di Luigi Spanu, che nel 1989 indicava i «solenni festeggiamenti» in onore di Santa Barbara «nella seconda domenica di ottobre» (!), con epicentro «nella chiesetta recentemente costruita (…) a cinque chilometri dall’abitato di Capoterra». Qui ogni ulteriore commento risulta evidentemente superfluo. Ugualmente in errore cadde anche Giovanni Sechi, il primo grande raccoglitore dei goccius sardi, che trascrivendo quelli in onore di «Santa Barbara Vergine e Martire Sarda» ne fissava la festa al 4 dicembre, lo stesso giorno dedicato a onorare l’omonima santa di Nicomedia.

Ritorno alle origini
Riassumendo, Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana, a Capoterra, nel corso del tempo è stata festeggiata il 23 giugno, il lunedì di Pentecoste, la seconda domenica dopo Pentecoste, l’ultima domenica di giugno e, recentemente, la prima domenica di luglio.
Ora, non intravedendosi motivi che potessero eventualmente consigliare la perseveranza nell’attuale abuso, si è preferito riportare queste celebrazioni al loro esatto giorno liturgico, il 23 giugno.
In un’ottica di fede, quale deve necessariamente presupporsi nei devoti di una martire, questo è sembrato il modo migliore per manifestare, con i fatti, il rispetto dovuto ai santi. Ma soprattutto alla Divina Provvidenza, che ha indicato ai cristiani i giorni precisi in cui festeggiarli senza lasciare niente al caso o all’arbitrio personale dei singoli.
Quanti non possiedono il dono della fede, invece, considerino il semplice fatto che, senza dubbio, non sarebbero umanamente contenti se qualcun altro decidesse di festeggiare il loro compleanno nel giorno che gli tornasse più comodo, e neppure si disturbasse a fornire in merito valide spiegazioni.
Piuttosto, rimaneva da risolvere il problema di quando il 23 giugno, al contrario di quest’anno, corrisponderà a un giorno feriale, rendendo impossibile alla maggior parte delle persone, soprattutto per ragioni lavorative, di partecipare alle celebrazioni in onore della Compatrona. Si è quindi pensato di fissare la ricorrenza alla prima domenica successiva a tale data, facendole però precedere una novena di preparazione in modo che il 23, comunque, ricada obbligatoriamente nel ciclo dei festeggiamenti.
La “nuova vecchia” data della festa di Santa Barbara, dunque, ben lungi dal voler rappresentare un presunto attentato alle tradizioni storiche di Capoterra, si propone invece come una riscoperta amorevole del loro aspetto più autentico. E addirittura più antico dello stesso paese.

Mauro Dadea
Segretario del Comitato
per i festeggiamenti in onore di Santa Barbara
Vergine e Martire Cagliaritana
Compatrona di Capoterra

BIBLIOGRAFIA

Per chi fosse interessato a ulteriori ricerche si riportano di seguito, disposte in ordine cronologico, le citazioni bibliografiche finora individuate relative alla data dei festeggiamenti in onore di Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana, Compatrona di Capoterra.

DIONISIO BONFANT, Triumpho de los Santos del Reyno de Cerdeña, Caller 1635, p. 436: «Sacose el cuerpo desta Santa del sepulcro el mesmo dia 23 de Iunio, como reza el auto de su invencion, y en el celebran la traslacion».

Iscrizione marmorea murata sul pilastro sinistro dell’arco presbiterale, nella chiesa di Santa Barbara a Sa Scabitzada: (Il) 16 mag‹g›io (dell’)anno 1796 / quest’opera fu fatta / nella obb(edienz)a d(egl)i Ec(cellentissi)mi Si(gno)ri Mar(chesi) / di Laconi D(o)n Ign(azio) Aymerihc (!) e / D(onn)a Madal(e)na Zaltrillas (!).

VITTORIO ANGIUS, Capoterra, in GOFFREDO CASALIS cur., Dizionario Geografico-Storico-Statistico-Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, 2ª ed., La Sardegna paese per paese, 4, Cagliari 2004, pp. 10-16, in particolare p. 13: «Due volte solennemente festeggiasi in Capoterra, una per la Vergine del Rosario nella prima domenica di maggio, altra per l’Arcangelo Michele addì 29 settembre, con corsa di barberi».

ALFONSO CASU, Gemme Sarde, Cagliari 1926, p. 82, in nota: a Sa Scabitzada di Capoterra «si celebra una solennissima festa nel mese di maggio».

GIOVANNI SECHI, Goccius, Oristano 1934, p. 391, pone la festa di «Santa Barbara Vergine e Martire Sarda» al 4 dicembre, ritenendo erroneamente che fosse celebrata lo stesso giorno di quella in onore dell’omonima santa di Nicomedia.

EMANUELE ATZORI, Capoterra. Storia dimenticata di un paese, Cagliari 1968, p. 33: «Il primo dei rettori che celebrarono la festa fu Raffaele Atzori (titolare della parrocchia dal 1841 al 1879), che ogni anno si recava nella chiesetta rurale, la sera di Pentecoste, per portare il simulacro che ancora oggi si conserva nella parrocchia di Sant’Efisio. Il giorno successivo, la festa si svolgeva nella chiesetta di montagna con un’abbondante partecipazione di Capoterresi; l’indomani continuava in paese».

NICOLA SCIANNAMEO – FRANCESCO SARDI, La Provincia di Cagliari: i Comuni, Cinisello Balsamo 1983, p. 62, affermano che la festa di Santa Barbara a Capoterra veniva «celebrata l’ultima domenica di giugno».

EMANUELE ATZORI, Un paese vicino e lontano. Capoterra, Cagliari 1985, p. 41: «La Santa Barbara, che attualmente i capoterresi festeggiano nell’ultima settimana di giugno, non è quella di Nicomedia. La tradizione vuole che sia una martire cristiana, originaria di Cagliari».

CARLO FRANCESCHI, Le zone della provincia di Cagliari: la borgata di Santa Barbara nelle colline di Capoterra, «Almanacco di Cagliari», 1987, s.p.: «La festa di Santa Barbara – attualmente celebrata a fine luglio – è diventata ben poca cosa».

LUIGI SPANU, Guida alle sagre della Sardegna, Cagliari 1989, pp. 195, 205, poneva i «solenni festeggiamenti» in onore di Santa Barbara «nella seconda domenica di ottobre», con epicentro «nella chiesetta recentemente costruita (…) a cinque chilometri dall’abitato di Capoterra».

GIAN PAOLO CAREDDA, Sagre e feste in Sardegna, Genova 1990, p. 169, indica la festa nell’ultima domenica di giugno.

ADRIANO VARGIU cur., Dizionario dei santi venerati in Sardegna, Assemini 1993, p. 38, ad vocem, pone la data della festa di Santa Barbara la «domenica dopo la SS.ma Trinità a Capoterra».

ANTONIO FRANCESCO SPADA, Storia della Sardegna cristiana e dei suoi santi. Il primo millennio, Oristano 1994, p. 224, analogamente affermava che la festa sarebbe stata celebrata «a Capoterra la seconda domenica dopo Pentecoste».

ELISEO LILLIU, Iconografia dei santi sardi veri o presunti della pietà popolare, Bergamo 1995, p. 52, rifacendosi al Bonfant, scrive esplicitamente che «la santa viene festeggiata il 23 giugno, giorno del suo ritrovamento».

EMANUELE ATZORI, Capoterra da baronia feudale a periferia urbana, Sassari 1996, p. 41: «La data della festa è stata posticipata al periodo estivo e cade, in genere, nella prima domenica di luglio».

MAURO DADEA, Santa Barbara Vergine e Martire Cagliaritana. Materiali per la storia di un culto, Capoterra 1998, pp. 39-40, riporta la trascrizione dell’originale in catalano e la traduzione italiana dell’atto notarile del ritrovamento delle reliquie di Santa Barbara, avvenuto a Cagliari il 23 giugno 1620.

FORTUNATO CIOMEI, Gli antichi martiri della Sardegna, Alghero 2000, p. 324, scrive che «la sua festa solennissima si celebra ogni anno nel sopradetto luogo di Santa Barbara decollata, l’ultima domenica di giugno, con la statua della martire che vi viene portata da Capoterra».

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