Terminato il clamore della campagna elettorale, definiti gli assetti della nuova giunta regionale, è ora tempo di guardare al futuro del nostro Comune. Il nuovo scenario politico, obbliga maggioranza e minoranza, centrodestra e centrosinistra a superare le divisioni politiche e personali, per l’interesse della comunità.
Capoterra deve essere messa insicurezza.
Questo è l’obiettivo unanime di questa amministrazione comunale. A distanza di 5 mesi dal 22 ottobre è forte l’esigenza di unire le forze per realizzare tutti gli interventi necessari per riportare serenità nelle case dei nostri concittadini. Così come in passato, questa amministrazione si è rivolta al presidente Renato Soru, oggi si rivolge al nuovo presidente Ugo Cappellacci, con uguale determinazione nel mettere davanti a tutto gli interessi di questo territorio, davanti ad ogni interesse, anche legittimo, di partito o di schieramento.
I cittadini di Capoterra colpiti dall’alluvione hanno tante e urgenti necessità che non possono essere ignorate ne dalla Regione, ne dall’ amministrazione comunale.
La nostra voce di amministratori locali e di tanti cittadini capoterresi, chiede soprattutto “dignità” e rispetto degli impegni presi dall’ istituzione regionale.
E’ una richiesta pacifica ma determinata al raggiungimento degli obiettivi più importanti per la nostra comunità, perché chi governa senta in modo chiaro, ciò di cui hanno diritto i nostri concittadini dopo mesi di promesse solo in parte mantenute, a causa di un legislatura regionale finita prima del tempo.
E’ necessario guardare al nuovo scenario politico regionale, cercando di cogliere le opportunità che saranno date; il dialogo e il senso di responsabilità non mancheranno da parte dell’amministrazione comunale, ma se di fronte a questa disponibilità ci fossero delle risposte poco esaurienti, sarà nostro dovere coinvolgere i cittadini tutte le volte che sarà necessario, per rivendicare i diritti di una comunità ferita da quel 22 ottobre.
Sarebbe sbagliato – in un periodo in cui la crisi economica inizia a farsi sentire maggiormente – ignorare il fatto che i più deboli saranno i più colpiti; guardiamo con preoccupazione a coloro che hanno perso tutto quella mattina alle 8:30.
Ma non occorre dimenticare che siamo in Sardegna, dove sono tante le vertenze.. Pensiamo al Sulcis , alle migliaia di lavoratori ai quali si è chiusa la porta della dignità, la ragione di poter essere protagonisti della loro esistenza, di quella dei loro figli, del proprio futuro.
Tanti anni fa, alcuni illustri sindacalisti come Di Vittorio e Lama davano voce alle rivendicazioni sociali con il motto: “ Pane e Lavoro”. Il nuovo Governatore della Sardegna ha incontrato Silvio Berlusconi Capo del Governo Nazionale, al quale ha chiesto un miracolo: la riapertura dell’ Euroallumina di Portovesme.
Non ci è dato di conoscere gli sviluppi di questa crisi, comunque il nostro impegno lo ricordiamo: non ci arrenderemo e continueremo a lavorare.
Efisio Demuru