CAPOTERRA, dopo il ricorso al Capo dello Stato, la PowerCrop scrive al Comune, alla Regione e agli avvocati.
La società per l’energia rinnovabile intende far valere le sue ragioni: se ci saranno rallentamenti nella realizzazione dell’opera, saranno chiesti risarcimento danni ai responsabili.
La PowerCrop che sta realizzando la centrale a biomassa a Macchiareddu, non si arrende e scrive al Comune di Capoterra, alla Regione Sardegna e ai vari uffici legali avvisandoli che il ricorso potrebbe recare ingenti danni alla società e saranno poi richiesti i dovuti risarcimenti.
Insomma, adesso il palazzo municipale è avvisato. Non resta che attendere le reazioni dell’esecutivo e dei vari esponenti del Consiglio comunale.
Il numero uno della giunta taglia corto: “In tutti i casi bisogna attendere la decisione del giudice. E se il Tar ci darà ragione?”.
Il ricorso al Capo dello stato presentato dalla giunta di Francesco Dessì e al governatore Pigliaru non è rimasto altro che rimandare la decisione al Tar.
Tale opposizione si è mosso e secondo i vertici della PowerCrop, questo rallenterebbe la realizzazione della centrale per l’energia rinnovabile.
Eppure l’iter ha seguito le vie legali, la trasparenza e nel rispetto del contraddittorio di tutti gli enti interessati. Intanto, il ricorso presentato dal comune, secondo la società, arriva in ritardo e addirittura ci sarebbero gli estremi di un abuso del diritto.
Non solo, Capoterra ha il suo rappresentante nel Consiglio di amministrazione del Cacip e il sindaco ha partecipato alle riunioni quando il consorzio industriale trasferiva i terreni in favore della società per realizzare la centrale a biomasse. In quelle occasioni, il rappresentante della giunta, non avrebbe mai sollevato contestazioni.
Insomma, articoli sulla stampa, conferenze di servizio, delibere al Cacip tutto passato liscio come l’olio non solo a Capoterra ma anche a Uta e ad Assemini, comune in cui sta sorgendo l’impianto…
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