La Tares è una mazzata per bar, pizzerie, fruttivendoli e famiglie numerose. Intanto salta l’approvazione del Bilancio per la documentazione arrivata in ritardo, su richiesta di Franco Magi del Psd’Az.
La coalizione di Francesco Dessì, escluso Giuseppe Cabiddu, approva la Tares, l’opposizione escluso Franco Magi vota contro.
Non sono mancate le polemiche sui rincari chiesti dal Governo Letta: “Dove c’è nascosta una parte di Imu e i Comuni devono solo fare da esattori. Una cosa è certa noi siamo costretti a coprire il totale dei costi che è di 3 milioni e 426 mila per ritiro e smaltimento. Per venire incontro a tutti abbiamo lasciato le tariffe minime”, sottolinea il presidente della Commissione Bilancio, Giacomo Mallus.
Aumenti in vista per bar, pizzerie e i fruttivendoli, perché secondo la tabella del Governo questi produrrebbero più rifiuti.
Tanto per fare qualche calcolo: un bar di 100 metri quadri dovrà versare 1600 euro. Mentre una famiglia di due persone che vive in 100 metri quadri, lo scorso anno pagava 230 euro quest’anno 310. Se invece sono in 4 il totale arriva a 400 euro e con 6 figli a 500. Sconti a chi ha più di 6 figli e a Capoterra ce ne sono 135, purché abbiano un reddito Isee di 4 mila e 500 euro.
Insomma, si paga 60 euro a persona calcolando anche 30 centesimi in più a metro quadro della casa.
“Abbiamo votato contro tutti i punti riguardanti la Tares – lamenta Pino Baire del Pdl – perché è una tassa profondamente ingiusta, studiata scientificamente per colpire le categorie più deboli. Mentre il Regolamento è carente. Si sarebbe potuto inserire l’esenzione per le famiglie in condizione di estrema povertà. Per non parlare della pressione fiscale che aumenterà a dismisura per tutti. Molti artigiani, commercianti, ristoratori e baristi si vedranno costretti, purtroppo, a chiudere. Si prevedono aumenti del 400 per cento”.
“La Tares sarà un salasso per tutti, da subito bisogna istituire una Commissione consiliare per aprire una vertenza con la Regione e il Tecnocasic per la questione smaltimento rifiuti. Non chiediamo sconti, ma l’azzeramento delle tariffe – ha ripetuto ancora una volta Cabiddu – dovremo pagare solo il conferimento e non lo smaltimento. Chiediamo al Sindaco, di aprire una trattativa con Regione e i vertici del Tecocasic perché Capoterra è già fortemente penalizzata”. Seguito a ruota da un po’ tutti i rappresentanti.
La Tares, il tributo sui rifiuti e sui servizi, in vigore dal 1° gennaio 2013 sostituirà la vecchia Tarsu. Aumenti del 30 per cento in arrivo e un bel 30 centesimi in più al metro quadro della casa come fondo di solidarietà ai comuni dopo che Letta, ha varato il Patto di stabilità.
“L’Abbiamo divisa in quattro rate – ha detto il sindaco Francesco Dessì – proprio per venire incontro alle necessità delle famiglie. Siamo consapevoli che il momento è difficile”.
Quindi, ora si dovrà pagare la vecchia Tarsu e a dicembre si salderà con il conguaglio. “A fine anno arriverà sicuramente la mazzata, con l’ultima rata sicuramente salata. Comunque, risulta un salasso in tutti i casi con aumenti del 30 per cento per le abitazioni e il doppio della tariffa per bar e ristoranti – dice il vicepresidente equipe Bilancio Magi – ecco perché abbiamo chiesto di aprire un tavolo di trattative con il Tecnocasic in modo da non incidere ulteriormente in questo periodaccio dove è difficile arrivare a fine mese e molte attività commerciali abbassano le serrande”.
Il presidente, Mallus aggiunge: “La tariffa obbliga i Comuni alla copertura del 100 per cento dei costi. Cambierà tutto perché ora i rifiuti prodotti saranno calcolati in base ai metri quadri della abitazione e al numero delle persone che ci abitano. Paghiamo di smaltimento al Tecnocasic 750 mila euro l’anno, con lo sconto concesso dalla Regione. Basti pensare che solo di umido smaltiamo 3 mila tonnellate l’anno. Con la raccolta differenziata ci paghiamo il 15 per cento e il restante 85 dobbiamo sborsarli. Abbiamo cercato di lasciare le tariffe minime e di far pagare i costi di gestione e le tabelle imposte dal Governo Letta.
Resta comunque, incredibile che anche stavolta le banche siano state in qualche modo favorite invece le attività produttive pagheranno interamente”.
Intanto, a metà seduta salta il Consiglio e viene rinviato l’approvazione del Bilancio consuntivo a martedì 27 agosto. “Mancano le carte e la relazione dei Revisori dei conti è arrivata il 31 luglio e quindi noi possiamo votare non prima del 15 agosto. In più, gli impiegati sono in ferie per pubblicare gli atti perché siano immediatamente esecutivi – ha detto Magi, chiedendo il rinvio dell’Assemblea – non si poteva votare oggi il Bilancio”.
E Gigi Frau Capogruppo del Pdl aggiunge: “Siamo alle solite. Dopo decenni e ancora non si contano le date e si sbagliano i conti, perché il documento di Programmazione approdi in Aula senza vizi di forme”.
Stamattina è passato anche il Piano socio assistenziale.
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