Il gettone di presenza ai consiglieri comunali di Capoterra è stato pagato con tre mesi di ritardo. Nei giorni scorsi i politici hanno preso quello di aprile. Il 10 luglio, salvo intoppi negli uffici del palazzo di via Cagliari, dovranno ricevere un altro trimestre. Non possono superare comunque 775 euro al mese lordi. Commissioni e lavori consiliari costano all’anno 110 mila euro. Il gettone di presenza è di 35 euro. Non bisogna dimenticare però che se un Consigliere è dipendente pubblico non va a lavoro, lo Stato paga per consentirgli l’attività politica. Ma se invece lavora nel privato, devono sborsare le casse comunali.
“Per non pesare nel Bilancio comunale , sarebbe opportuno convocare i Consiglio la sera – lancia la proposta Lucia Baire, leader di minoranza – a fine giornata siamo liberi e non si dovrebbe pagare il compenso. Probabilmente ci sarebbe maggior partecipazione dei cittadini”.
Per i ritardi nel pagamento non sono mancate le proteste. Più di un consigliere ha fatto sentire la sua voce. Ma non c’è stato nulla da fare. Ma guai a parlarne fuori dai corridoi. Tutto deve restare all’interno.
Quasi a non voler evidenziare che i rappresentanti dell’Assemblea civica anticipano benzina e telefonate per svolgere al meglio il loro compito. Senza quantificare il tempo che impiegano per studiare carte e documenti di non facile comprensione. Tutti soldi lordi, da sommare al reddito e d’estate al 730 sperando che non si superi la soglia, altrimenti arrivano le mazzate.
Dei ritardi nessuno ne vuole parlare, ma i malumori sono visibili. C’è chi lancia la battuta: “Ci lasciano per ultimi. Gli uffici antepongono altre scadenze al pagamento del nostro gettone. Dopo tanto il mandato era depositato in Ragioneria dal 6 giugno e da quella scrivania non andava avanti”. Tutti abbottonati. Barricati in un ingiustificato silenzio. È prematuro parlarne, continuano a ripetere e poi non si fa politica per lo stipendio.
Un dato è inequivocabile: le Commissioni lavorano parecchio. L’equipe economica, edilizia, culturale e soprattutto quella urbanistica, con il Puc da rivedere con oltre 110 osservazioni presentate dai cittadini a cui bisogna rispondere, prima di ripresentarlo in Aula.
Quindi, protestano in parecchi per essere lasciati per ultimi. Ma nessuno né vuole parlare apertamente. Qualcuno minaccia di presentare un’interrogazione. Ma si vedrà.
I ritardi erano dovuti, secondo le risposte ufficiali, al personale in malattia in un primo momento, successivamente a un cattivo funzionamento dei computer. Insomma nel trimestre che va da febbraio ad aprile, c’è stata più di una situazione avversa che ha impedito il nomale iter per liquidare il compenso, secondo quanto prevede il regolamento consiliare, allo scadere del trimestre.
Non resta che attendere il 10 del prossimo mese per fare sentire la protesta.
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