Inizia con una sconfitta (3-1) il nuovo anno per il Capoterra 2000. I ragazzi allenati da Melis si arrendono ai locali de L’Acquedotto (che hanno inscenato un’autentica caccia all’uomo) e agli arbitri (autori di una direzione pressoché a senso unico), dopo un match che ha visto capitan Meloni e compagni dominare in lungo e in largo (vincevano per 1-0, grazie al gol del bomber Cittadini) su un parquet che si è strasformato quasi in un ring. Ma aldilà della cronaca tecnica (per la quale c’è poco da raccontare) è bene mettere in evidenza ciò che si è verificato a Roma, già dal momento in cui il Capoterra 2000 si apprestava ad effettuare il consueto riscaldamento pre-gara. E’ il presidente del club gialloblù, Mariano Marras, a raccontare quanto di scandaloso è avvenuto nella trasferta nella capitale: “Sono profondamente sconcertato per quello che è avvenuto a Roma nel match contro L’Acquedotto. Partiamo dal fatto che già l’accoglienza all’interno dell’impianto di gioco non è stata per nulla ospitale. Intanto, ci hanno dato solo due palloni per effettuare il riscaldamento pre-gara – sottolinea il patron dei gialloblù – poi durante le fasi di “saluto”, una volta schierati in campo, alcuni dei nostri giocatori sono stati presi a schiaffi dagli avversari: una cosa veramente vergognosa. Durante il match è poi successo di tutto, con i romani che puntavano più sull’uomo che sulla palla e tre nostri giocatori, Orofino, Carlos Calvo Diaz e Cittadini sono usciti dal campo in condizioni malconce. Il nostro mister (espulso senza alcun motivo) che è stato preso a schiaffi dal capitano de L’Acquedotto; poi sputi, insulti e chi più ne ha più ne metta. Insomma, un comportamento antisportivo da parte di una società che merita di sparire dalla scena del calcio a cinque – prosegue Marras -, siamo stati costretti anche a chiamare le forze dell’ordine perché le cose si stavano mettendo proprio male. Questo non è sport, assolutamente. Per non parlare poi degli arbitri, che avevano iniziato bene e hanno poi finito in una maniera a dir poco scandalosa: ci fischiavano tutto contro, mentre ai padroni di casa fischiavano tutto in favore compresi sette tiri liberi. Adesso basta. Una partita si vince quando una squadra segna un gol in più dell’altra – conclude – ma perdere in un clima di totale intimidazione non ci sto più: questo non è sport. Faccio presente, inoltre, che la nostra società denuncerà immediatamente quanto sopraccitato agli organi competenti, affinché possano intervenire per prendere provvedimenti in merito”.
Carlo Manca