Dalle pagine di un’indagine giudiziaria che coinvolse i vertici della Motorizzazione Civile, è nato un libro, “Radici e Potere”, strettamente legato ai fatti storici, scritto da Gianni Pesce, il dirigente della polizia cagliaritana che seguì il caso. E’ una storia emersa casualmente a un posto di blocco sulla statale 131 dove gli agenti fermarono per un controllo una “500” che andava a zig zag e pareva guidata da un ubriaco. Al volante c’era una donna con gli occhiali spessi come fondi di bottiglia che percepiva la pensione come cieca civile. La pensione era regolare, ciò che non andava era la patente. Cominciò così l’inchiesta che sconvolse il mondo delle scuole guida e, anticipando Tangentopoli, arrivò a Roma rivelando quegli intrecci tra politica e malaffare che, come confermano le cronache, si perpetuano in questi giorni.
Commissario a Cagliari nel posto di polizia di Is Mirrionis negli anni ’70 e ’80, Gianni Pesce ha esordito come narratore alcuni anni fa riscrivendo con prosa asciutta le storie che ha vissuto in prima persona aggiungendo quei particolari che sfuggono alla cronaca e riescono a collocare i fatti reali nella dimensione del romanzo. In questo filone va collocata un’altra sua opera, “Radici e Sangue”, sulle vicende di mafia che interessarono in quegli stessi anni la Sardegna e videro come protagonisti il giudice Falcone e alcuni dei poliziotti uccisi dai killer di Cosa Nostra. Un libro, questo, dove l’autore abbandona gli pseudonimi dei quali si era servito nelle altre opere e chiama per nome e cognome le persone che sfilano nel racconto. Compresi gli inquilini del Palazzo di Giustizia cagliaritano.
Gianni Pesce sarà a Capoterra, nella Biblioteca di Poggio dei Pini (piazzetta A. Ricchi del Centro commerciale) giovedì 21 febbraio dove, con inizio alle 18, si parlerà dei suoi libri per portare il discorso sulla lotta alla mafia e sugli intrecci tra politica e malaffare.