Da Capodanno senz’acqua nel centro storico

CAPOTERRA, rubinetti asciutti da ieri sera in tutto il paese per un guasto ai pozzi comunali.

Non cessano le proteste per i disagi.

Inizia male il Capodanno per gli abitanti del centro storico da ieri sera con i rubinetti a secco.
Impossibile sapere il perché al telefono, l’ufficio tecnologico non risponde.
Tutti ad aggiustare il guasto.
Qualche notizia la danno i vigili urbani. “C’è un guasto alla stazione di pompaggio di Tanca de sa Turri. I tecnici stanno lavorando”.
Quindi tutto il paese senz’acqua dalla zona Liori passando per la coop Rinascita, via Lombardia siano ad arrivare a Muccei.
Vibrate proteste per gli innumerevoli disagi. Soprattutto nelle famiglie dove ci sono anziani, ammalati e bimbi.
Troppi i malumori perché in pochi erano preparati ad affrontare il primo dell’anno senz’acqua. E chi aveva il serbatoio pieno ormai ha esaurito le scorte.
“Io ho tre bimbi piccoli tra cui uno nemmeno due anni – lamenta Gioia Salis – quindi lascio immaginare il disagio. Assurdo. Quest’anno segnerò nel calendario tutte le volte che mancherà”.
Su questo tenore l’elenco dei malcontenti diventa lungo.
Non resta che incrociare le dita e sperare che il guasto ai pozzi comunale sia riparato quanto prima e riesca a spingere l’acqua da Tanca de sa Turri siano all’acquedotto di Bacutinghinu.

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AVIS: donare il sangue è vita, l’11 gennaio al Palazzetto in via Siena

Capoterra, l’Avis per sabato 11 gennaio organizza una campagna donazioni e consegna le tessere ai 101 soci.

Vacanze, feste e malattie di stagione riducono di parecchio le donazione di sangue. Ma chi ha bisogno di trasfusioni non può attendere che terminino le feste per migliorare la qualità della sua vita.
Lo sanno bene i volontari dell’Avis e per questo non si arrendono.
Organizzano iniziative varie proprio per sensibilizzare sul grave dramma con cui convivono parecchie persone.
“Cerchiamo persone che amano la propria vita pensando spesso a quella degli altri – dice il presidente Marco Mameli – noi crediamo di averli trovati, ma ripetersi è sempre più difficile e solo col vostro aiuto possiamo superare le aspettative.
Feste e influenze hanno ridotto di gran lunga il numero di donatori aumentando la fila per una trasfusione di sangue.
Confidiamo in tutti i nostri donatori e al sempre prezioso contributo dei nostri grandi amici dell’ Amatori Rugby Capoterra di tutte le categorie dall’under 20 e dei tifosi per l’11 gennaio al Palasport di via Siena.
Ci sarà la consegna dei tesserini Avis Capoterra per i 101 donatori del 28 settembre e chiediamo cortesemente di portare due foto tessere”.

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Presentazione del gruppo promotore di cittadini di Capoterra contro la Centrale a biomasse di Macchiareddu

Presentazione

Persone che cercano di partecipare, informandosi e agendo
Un gruppo di persone, tra cui agricoltori, pastori e più in generale cittadini, si è incontrato in modo spontaneo e occasionale spinto dal bisogno di fermarsi a riflettere sugli effetti che decisioni e scelte politiche hanno avuto e avranno sulle possibilità e modalità di “vivere” il nostro territorio. A questo proposito sono state individuate due fondamentali tematiche in grado di incidere significativamente nel vissuto di un territorio: 1.la salvaguardia della salute delle persone e dell’ambiente 2. quale tipo di sviluppo economico perseguire (poiché qualsiasi scelta politica si operi essa inciderà verso il così detto modello di sviluppo).
Si è trovato ad esempio che circa mille ettari di territorio agricolo capoterrese sono “potenzialmente inquinati” (dichiarato dal Ministero dell’Ambiente). Capoterra infatti fa parte di uno dei più inquinati SIN d’Italia. Altro esempio si è scoperto che “ …nella zona industriale, entreranno in funzione gli impianti della PowerCrop (….)che condizioneranno con incrementi significativi di inquinati la qualità dell’aria Ambiente della zona. La ricaduta degli inquinanti atmosferici prodotto dalla zona CACIP (…)interessano già una parte del territorio comunale …”.

Anche sulla base d’informazioni negative e alquanto preoccupanti, come quelle appena citate, si sono cercate e si stanno cercando altre informazioni e nuove modalità di azione.
Ma l’interessamento alle problematiche ambientali ha messo in evidenza la necessità di concentrare la nostra attenzione su una questione di fondamentale importanza in quanto prerequisito indispensabile per poter intervenire nel merito delle questioni ambientali. La premessa a qualsiasi decisione di una comunità è la partecipazione, riguarda il caso concreto presente della centrale a biomasse e riguarderà tutte le scelte future. Peraltro oggi, rispetto al passato, si hanno più strumenti d’azione e partecipazione previsti dalle stesse leggi in materia ambientale.
La (naturale!) partecipazione democratica alle scelte politiche amministrative e di governo del territorio è stata quindi messa alla prova dei fatti e delle procedure.

Qualche settimana addietro parecchi cittadini di Capoterra (ma non solo) hanno avviate due iniziative:
• una domanda di accesso agli atti al SAVI (protocollata al SAVI)
• e un’altra contenente una richiesta di azione e di dichiarazione rivolta al Consiglio comunale (protocollata al Comune)
Entrambi i testi delle iniziative sono pubblicati anche nel sito www.nocentrale.it .

Approfondiremo con interventi futuri la prima iniziativa, quella di accesso agli atti al SAVI (non ancora concluso per le varie burocrazie degli uffici!), che è stata concepita come uno strumento sia per approfondire il merito della scelta, “centrale sì” oppure “centrale no”, sia per informarsi su come fosse stato garantito il diritto alla partecipazione dei cittadini e del pubblico.

Col secondo documento di raccolta firme, sul quale ci concentriamo, veniva richiesto al Comune (Consiglio comunale) di informare i propri concittadini e di esprimersi in relazione alla procedura di approvazione di un progetto, in recente fase di realizzazione, di una centrale a biomasse situata proprio al confine del paese. Il punto focale è se Capoterra, intesa sia come Istituzione Comune e sia come cittadini, si debba considerare interessata, da un punto di vista giuridico e nella sostanza, dalle emissioni e in generale dalla presenza e dagli impatti di una nuova centrale. Per evitare equivoci ed essere chiari il punto focale non era quindi entrare nel merito della scelta “centrale a biomassa sì!” oppure “centrale a biomassa no!”, argomento che approfondiremo, come già detto, anche sulla base della disponibilità dei documenti dell’accesso agli atti presso il SAVI. Ci siamo chiesti e ci chiediamo se Comune e cittadini hanno diritto di parola e di esprimersi a fronte di un evento così importante che li investirà nella loro vita.
La convinzione che Capoterra debba essere considerato comune interessato era per noi logica ed ovvia ma deriva anche dalla lettura dell’art.23 legge 152/2006 “…la documentazione è depositata […]presso gli uffici dell’autorità competente delle regioni delle province e dei comuni, …”. In sostanza la legge non fa riferimento ad un solo al Comune, quello che ospiterà nel suo territorio amministrativo un impianto, ma parla al plurale di comuni, e a quali comuni ci si riferisce se non a quelli che si trovano al confine? Se questo contenuto della legge non fosse sufficiente per affermare che Capoterra è da considerarsi interessata successivamente allo stesso articolo viene specificato che “… comuni il cui territorio sia anche solo parzialmente interessato dal progetto o dagli impatti della sua attuazione…”. Qui davvero nutriamo pochi dubbi, infatti il progetto può ricadere su un solo suolo amministrato da un comune ma se pure vi fossero impatti solamente parziali che ricadono su più comuni allora certamente Capoterra è la prima che doveva essere invitata. Se si mettesse in dubbio che Capoterra doveva essere invitata per rapporto di vicinato poteva almeno essere invitata per gli impatti sulla salute, sull’economia etc. impatti confermati dalla stessa Provincia nelle osservazioni al PUC! È una lettura non tecnica fatta da agricoltori, pastori, cittadini per cui invitiamo tutti, compresi proponente, Comune di Assemini, Provincia di Cagliari, Assessorato Regionale all’Industria e SAVI, ARPAS, LAORE (ex ERSAT) e chiunque abbia partecipato a dare una lettura differente che possa escludere Capoterra dall’essere considerata interessata. Per inciso anche Cagliari con il Sindaco ecologista Massimo Zedda e Uta con il Sindaco Giuseppe Pibia, in quanto comuni confinanti, dovrebbero esprimersi, forse dovrebbero esercitare e difendere il loro diritto d’intervento per senso di responsabilità verso le generazioni attuali e future. Nessuno può e deve nascondersi con l’astensione e l’inerzia.
Quindi in attesa delle diverse letture sul concetto di comune interessato, per chi scrive, il Comune di Capoterra e i suoi cittadini avevano certamente il diritto e hanno il dovere d’intervenire nelle decisioni che hanno influenza ed effetti sulla loro vita, in particolare sulla loro salute, economia ed ambiente.
È sicuro che i cittadini di Capoterra non hanno avuto la possibilità di essere informati tramite albo pretorio mentre l’art. 20 dice chiaramente “Dell’avvenuta trasmissione” del progetto preliminare “ è dato sintetico avviso (…) all’albo pretorio dei comuni interessati”. A Capoterra nessun dibattito e/o assemblea pubblica risulta essere stata organizzata dagli enti privati e pubblici coinvolti.
Le conseguenze sono state enormi, una percentuale enorme di cittadini contattati hanno partecipato e aderito firmando la petizione perché non erano a conoscenza del progetto della centrale a biomasse. Peraltro alcuni hanno firmato la petizione anche se favorevoli in linea di principio alle centrali a biomasse perché hanno correttamente distinto tra il diritto a partecipare e l’essere nel merito contrari alle centrali a biomasse. Ci domandiamo se questa modalità di approvazione di un progetto industriale abbia garantito nella sostanza il diritto di parola e di pensiero dei cittadini di Capoterra, se le leggi e/o le procedure hanno fallito nel fine di coinvolgere nella sostanza le comunità interessate. Quanto più passa il tempo più la centrale a biomasse è percepita da un intero territorio come un’imposizione e una sventura innanzitutto per la salute, l’economia e l’ambiente. D’altronde perfino i pareri sfavorevoli alla centrale di ASL e Corpo forestale non rassicurano su questi aspetti!
La petizione tra i suoi scopi aveva quello di coinvolgere il Comune (come Istituzione) poiché abbiamo ritenuto che ad esso la legge attribuisse un diritto d’intervento diverso e più ampio rispetto a quello di un singolo cittadino. In pratica si è cercato e ottenuto di aprire una porta in più per rinforzare la causa per cui ci stiamo impegnando. È l’unica iniziativa che abbia avuto efficacia tra quelle rivolte contro la procedura di approvazione della centrale. Infatti, in seduta di Consiglio, in risposta alla petizione e ai quesiti posti dai cittadini, consiglieri comunali hanno affermato apertamente di non essere mai stati informati e che il Comune non è stato invitato a partecipare alla procedura di approvazione della centrale a biomasse e quindi non è stato considerato “interessato”. Su questo il Consiglio ha deliberato di incaricare un legale, per costituirsi parte civile riportato dai media come sintesi fatta dal Presidente Giorgio Marongiu in sede di Consiglio Comunale. Ora, per quel che ci è dato di sapere, anche il Comune ha eseguito un acceso agli atti a novembre ragion per cui se vuole dovrebbe agire legalmente entro 60 giorni ossia entro i primissimi giorni gennaio. Il Sindaco Francesco Dessì e tutto il Consiglio hanno un orizzonte temporale preciso entro il quale muoversi e sarebbe opportuno discutere e riferire delle iniziative intraprese in una seduta di Consiglio entro lo stesso periodo.
Certo, l’ideale sarebbe che coloro che hanno avuto parte e potere decisorio nella procedura di approvazione in oggetto si rendessero conto di non aver coinvolto realmente un intero territorio che si ritiene interessatissimo. Un passo indietro è possibile per il proponente privato come anche per gli enti pubblici interessati, in primis Comune di Assemini e Regione Sardegna: il Sindaco grillino Mario Puddu e il Presidente Ugo Cappellacci devono dire a chiare lettere se i capoterresi firmatari stanno reclamando un diritto di parola giusto o ingiusto.
Per rispetto dei capoterresi e del loro Comune tutti potrebbero fare un passo indietro, possibilmente prima di gennaio, riconsiderando il tutto e/o ritirando il progetto, annullando consensualmente la procedura di approvazione e riconoscendo di fatto il diritto di parola anche per Capoterra. Confermerebbero che nel loro modo di agire personale e istituzionale non c’è stata l’intenzione di escludere qualsivoglia cittadino e/o istituzione.
Dal canto suo per il Comune di Capoterra il conto alla rovescia, il countdown è partito. I Comune, dopo gennaio, ragionevolmente non potrà sostenere di non essere ancora informato.
Noi continueremo ad agire, se sarà necessario approfondendo responsabilità politiche e legali. È in gioco la dignità di un intero territorio, anche la nostra dignità come persone, come agricoltori e pastori e più in generale come cittadini di oggi e del futuro.
PS Chi fosse interessato a partecipare può prendere contatti scrivendo a info@nocentrale.it.

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Tributi: lotta all’evasione con la nuova società di riscossione

Capoterra, la società incasserà i tributi ma non li gestirà.

Dovrà occuparsi anche della lotta all’evasione con una banca dati incrociati che prevede il controllo delle utenze dell’energia elettrica, case e terreni.

Il Consiglio comunale, mercoledì mattina, ha dato l’ok alla nuova agenzia di riscossione, perché l’affidamento, in via provvisoria, al Banco di Sardegna sta per scadere.
Ma si volta pagina.
Infatti, il nuovo servizio sarà una sorta di società esternalizzata perché il Comune non ha personale che possa anche occuparsi di riscuotere i tributi.
Inoltre, dovrà occuparsi anche della lotta all’evasione con una banca dati incrociati che prevede il controllo delle utenze dell’energia elettrica, case, terreni. A tutt’oggi gli uffici di via Cagliari non conoscono i proprietari dei numerosi terreni edificabili.
Molti sono sconosciuti all’ufficio tributi, ma la sacca di evasione da queste parti non è allarmante.
È stato più volte sottolineato durante l’Assemblea dagli esponenti della coalizione di Francesco Dessì.
“La nuova società incasserà i tributi ma non li gestirà – spiega il presidente della commissione Bilancio Giacomo Mallus – si cambia totalmente mai più concessionario ma una società che presterà alcuni servizi. I soldi dei contribuenti arrivano direttamente nelle casse comunali.
In più dovrà occuparsi della lotta all’evasione con degli strumenti moderni come ad esempio una banca dati che faccia i controlli incrociati in una visone globale per individuare che non paga e per quanto”.
Il Consiglio ha dato gli indirizzi politici adesso gli elementi raccolti passano di mano agli uffici che dovranno elaborare il bando di gara che affiderà il servizio di riscossione.
Un dato è certo, tutti vogliono dimenticare il fattaccio Gema, l’ex agenzia di riscossione, i due milioni e 168 mila euro del mancato versamento nelle casse comunali e il fallimento della secolare società.
L’amministrazione Dessì, lo scorso anno aveva dato incarico agli avvocati per recuperare il mal tolto pignorando i beni immobili della società e qualcosa dai conti correnti bancari.
Probabilmente 200 mila euro potranno essere recuperati dalla vendita dell’edificio dell’ex agenzia in via XXV Luglio, ma il grosso dovrebbe arrivare dalla sede di Foggia. Un immenso edificio che vale alcuni milioni di euro.
Si vedrà come andranno a finire i recuperi e l’iter legale dell’intricata vicenda.

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Salvi i finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio

Capoterra, il parlamentare del Pd Marco Meloni ha fatto inserire l’emendamento alla Finanziaria. Espa: la denuncia le battaglie servono. Ora il Commissario Orrù spenda i soldi nel più breve tempo possibile

I finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio sono salvi.
Non ci sarà più nessuno dubbio. Ormai le modifiche alla legge di stabilità ci son state.
Lo annuncia vittorioso, Marco Espa, Consigliere regionale del Pd. Il collega di partito, il parlamentare Marco Meloni, ha fatto il diavolo a quattro per far inserire l’emendamento.
“La legge di stabilità è stata modificata con grande soddisfazione. Finalmente, i fondi sono salvi, la denuncia è servita e le battaglie servono – sottolinea Espa – ora il commissario straordinario delegato per la realizzazione degli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, spenda i soldi nel più breve tempo possibile, certamente all’interno delle regole, ma con interventi di velocizzazione della spesa straordinario. Non possiamo correre altri rischi”.
E il deputato del Pd Marco Meloni, continua: “Con l’approvazione, nella tarda serata di ieri, di un emendamento che, riprendendo il testo della mia proposta, salvaguarda integralmente le risorse già programmate e i fondi di provenienza dal bilancio della Regione Sardegna, destinate agli interventi nei comuni colpiti dalle alluvioni degli anni scorsi, a partire da Capoterra.
È scongiurato il rischio che le risorse destinate agli interventi per la messa in sicurezza di quei territori vengano perdute o trasferite ad altrove.
Sono molto soddisfatto perché, anche grazie all’allarme lanciato dagli amministratori locali e dai rappresentati istituzionali come Marco Espa, è stato scongiurato un grave rischio, oltre che un’ingiustizia. Piuttosto che mettere in competizione gli interventi tra i diversi territori della Sardegna, dobbiamo rivolgere tutto il nostro impegno perché i lavori programmati siano realizzati nel più breve tempo possibile.
I Comuni colpiti dal disastro dello scorso mese possano contare su risorse adeguate e su un meccanismo altrettanto rapido di realizzazione delle opere necessarie a ripristinare la piena funzionalità delle attività civili e produttive”.
Proprio, settimana scorsa, il Commissario Efisio Orrù, ha risposto alla lettera aperta inviata da Barbara Cocco a nome di altre 700 mamme.
Si è tolto qualche sassolino dalla scarpa e ha puntato il dito sulla eccessiva burocrazia regionale. Anni trascorsi in timbri inutili ed uffici non operativi. Non per niente, la Valutazione di impatto ambientale, Via, del primo lotto per la messa in sicurezza dei fiumi Masoni de s’Ollastu e rio San Gerolamo è ancora in fase di approvazione negli uffici regionali.
Eppure, qualche mese fa l’assessore dei Lavori pubblici Angela Nonnis, aveva promesso che le ruspe avrebbero acceso i motori all’alba del 2014.
Ecco il testo approvato
All’articolo 1, comma 70, all’ultimo periodo, sostituire le parole da: “sono utilizzate” fino al termine del periodo con le seguenti: “possono essere utilizzate le risorse non programmate alla data di entrata in vigore della presente legge giacenti sulla contabilità speciale intestata al Commissario straordinario per il dissesto di cui al precedente periodo e quelle di cui al comma 71, ad esclusione dei fondi di provenienza dal bilancio della Regione Sardegna”.

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