Comune di Capoterra

 

 

 

I Consiglieri comunali Franco Magi e Giuseppe Palmas, della Lista civica “progresso per Capoterra”, presentano alla attenzione del Consiglio Comunale di Capoterra il seguente

 

ORDINE DEL GIORNO

Quale memoria per il 27 gennaio

 

Premesso

 

Che il Presidente della Repubblica Ciampi ha ammonito, nel corso delle manifestazioni del 25 aprile, che l’Italia deve avere il coraggio di riflettere sugli orrori del dopoguerra, avvenuti più di 50 anni fa e che lo stesso ha mantenuto l’impegno assunto istituendo per il giorno 27 gennaio una giornata dedicata al ricordo dei martiri delle foibe

 

Considerato


Che durante e dopo la 2° guerra mondiale gli infoibamenti di italiani  hanno avuto luogo in due periodi distinti, dal 9 settembre al 13 ottobre 1943, subito dopo l’armistizio italiano, quando gran parte dell’Istria era caduta in balia dei partigiani slavi, e dopo il ritorno degli stessi dal 1 maggio 1945 fino al 1947, perciò ben oltre la fine della guerra, e che nelle stesse foibe trovarono la morte migliaia di cittadini italiani.

La foiba era infatti il luogo ove si era solito gettare quanto non serviva più e di cui era difficile liberarsi altrimenti: vi si gettavano carcasse di animali, vecchie suppellettili, residui di lavorazioni e così via. Gettare un uomo in una foiba significava quindi trattarlo alla stregua di un rifiuto. Nella Venezia Giulia e nella Dalmazia il disprezzo, le lesioni della dignità e dei diritti degli esseri umani, lo spargimento di sangue e le torture si ripeterono con impressionante frequenza, generata da una paurosa tendenza verso uno stadio di barbarie tale da disgregare famiglie, demolire parrocchie, rendere impossibile qualsiasi attività economica e civile.
Le genti italiane d'Istria, di Fiume e della Dalmazia hanno pagato un prezzo altissimo alla volontà del Partito Comunista Jugoslavo, con documentate complicità di quello italiano, di sradicare un mondo umano che per mille anni aveva vissuto in quella terra, aveva respirato quella cultura, aveva pregato in quelle chiese, aveva sepolto i suoi morti tra quelle pietre. Legati con un filo di ferro a due a due, migliaia di italiani, dopo essere stati torturati, sono stati gettati vivi in quegli imbuti carsici chiamati foibe. Il carico di vergogna per un genocidio cosi efferato non sembra essere stato ancora smaltito quando ancora quella vicenda viene compressa in luoghi comuni o, peggio, nel silenzio colpevole di chi non vuole sapere. Anche il silenzio è un territorio immorale, sicuramente meno appariscente di certe falsificazioni, ma perverso nella sua intrinseca violenza.
Lo stesso Primo Ministro inglese Winston Churchill, che è stato il primo a fornire aiuti militari a Tito e che ha fatto paracadutare il proprio figlio Randolph fra i partigiani jugoslavi, il 23 gennaio 1945 scrisse a Stalin: << grandi crudeltà sono state commesse in quella zona dagli slavi contro gli italiani, specialmente a Trieste e a Fiume. Le pretese aggressive del maresciallo Tito devono essere stroncate >>.

In particolare, nella sola Foiba di Basovizza, considerata l'emblema dell'eccidio del Carso,
dal primo maggio al 15 giugno 1945 furono infoibate 2.500 vittime tra civili, militari italiani, carabinieri e finanzieri. Una signora - ormai anziana - fatta cadere nella foiba, rimase impigliata in uno dei tanti arbusti che crescono orizzontalmente nelle voragini rocciose, i contadini - pur avendola udita urlare per ore - non riuscirono ad aiutarla, fino a quando, tra un viaggio e l'altro dei camion pieni di prigionieri, un contadino riuscì a gettare sull'anziana signora una bracciata di paglia infuocata, facendo precipitare la donna sulla catasta dei cadaveri. Nel 1945, il livello della foiba era salito a 198 metri, 500 metri cubi di cadaveri, cifra spaventosa considerando che in 1 metro cubo possono starci quattro salme.

E' importante inoltre ricordare che le atrocità perpetrate dai partigiani comunisti titini non si limitano agli infoibamenti, ma sono "degni di menzione" anche gli affogamenti, soprattutto a Zara; le vittime venivano gettate in mare con una pietra al collo, sprofondando nei tenebrosi ed impenetrabili abissi.

Appurato

Che la storia ha smentito l’informazione (controinformazione) dell’epoca, e che, quindi, oggi è certo non solo che ciò è realmente accaduto, ma anche che l’unica colpa degli italiani inghiottiti dalle foibe era quella di esistere, poiché molti di loro erano immuni da qualsiasi connivenza con i regimi dell’epoca, giacché erano antifascisti convinti, come testimonia che tra gli infoibati vi furono molti partigiani, fra cui anche membri del CLN

Verificato

Inoltre che la stragrande maggioranza delle vittime era costituita da sinceri democratici, che credevano veramente in un mondo libero e che agli occhi dei loro assassini avevano il demerito che mai avrebbero tollerato l’aver combattuto la dittatura fascista per sostituirla con una nuova tirannia

TUTTO CIO’ PREMESSO

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CAPOTERRA

Chiede

-         di onorare il sacrificio di questi connazionali ricordando le vittime delle foibe nella toponomastica della città di Capoterra;

-         il reperimento di € 700.00 nel bilancio in fase di predisposizione da destinarsi alla realizzazione di materiale illustrativo in grado di assicurare agli alunni delle terze medie del territorio comunale la possibilità di accedere alle informazioni e pubblicazioni concernenti la materia, spesso dimenticata negli attuali libri di storia.