Capoterra, 27 agosto 2001
Randagismo,
perchè non adottare il cane di quartiere?
Maria Rosaria Rattu
presidente dell’associazione “Amici miei” che si occupa
dell’adozione degli animali abbandonati a Cagliari, ha
proposto al sindaco Giorgio Marongiu, di allargare l’associazione
anche al comune di Capoterra
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Sono
tantissimi i
cani che ogni anno vengono abbandonati |
Che fine fanno i cuccioli di Garrì, una cagnetta randagia
che bazzica nella zona di Liori, che per alcuni mesi seguono la
madre ma che con il passare del tempo non si vedono più? La
domanda, potrebbe sembrare retorica ma non lo è, perché sono
l’emblema dei cani abbandonati. Non sono
fatti sporadici che si registrano solo nel periodo estivo,
perché nei paesi dell’hinterland, l’abbandono dell’amico
a quattro zampe non conosce stagioni. Così in ogni rione si
vede: Pluto, Fido, Layla e tanti altri alla ricerca di una
casa, per questo capita che inseguano scodinzolando chi per un
attimo li ha considerati amici offrendo loro del cibo.
Intanto, Maria Rosaria Rattu presidente dell’associazione
“Amici miei” che si occupa dell’adozione degli animali
abbandonati a Cagliari, ha proposto al sindaco Giorgio
Marongiu, di allargare l’associazione anche al comune di
Capoterra: “Per ora nessun accordo, è stato solo un
incontro – ha detto il presidente – ma auspico che si
possa concretizzare a breve, così anche qui s’incomincerà
a parlare e a sensibilizzare la gente sul problema del
randagismo”. E non mancano certo le proposte, come l’anagrafe
canina da registrare già dal primo vaccino dal veterinario,
per evitare l’eccessiva burocrazia, e l’adozione del cane
di quartiere in cui un intero vicinato si prende cura di Fido.
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