In Sardegna il movimento rugbystico è sempre più vivo e presente, nonché vincente, a tutti i livelli: quello maschile nelle categorie A, B e C, quello femminile nella serie A e sopratutto a livello giovanile con un ricco numero di praticanti che continuano a mietere successi importanti e prestigiosi.
Domenica scorsa si è svolto al campo Barca di Bologna la II° giornata del tradizionale trofeo delle regioni di rugby giovanile, ovvero la migliore testimonianza del movimento rugbystico giovanile in Italia. Suddiviso per aree geografiche e per categorie (under 14, 15, 16), l’importante torneo nazionale, ha visto affrontarsi per l’under 16, nel girone centro nord, la Selezione Sardegna e la selezione Marche/Umbria.
E’ stato un bel pomeriggio sia per il clima che per lo spettacolo festoso e di grande agonismo che i giovani rugbysti hanno saputo regalare; a tutto ciò si deve aggiungere che la selezione Sarda ha vinto meritatamente battendo per 15 a 10 l’accreditata selezione Umbro-Marchigiana.
“Si tratta di una prestigiosa vittoria – sostiene il selezionatore sinnaese Giovanni Tremulo – e un grande plauso va ai ragazzi che hanno dimostrato grande orgoglio e passione, giocando una partita intensa ed emozionante…La vittoria poteva anche essere più rotonda se non avessero inspiegabilmente annullato 2 validissime mete ai ragazzi sardi…”
Brillante la selezione sarda, composta da giocatori dei vivai di Alghero, Sinnai e Capoterra: ottime individualità come Falda, Baire, Ledda, Garofalo, Ligios solo per citarne alcuni, saranno certamente ottimi rugbysti in un futuro non molto lontano.
Non mancano le note dolenti e non sono certo imputabili né agli atleti e né tantomeno ai preziosi dirigenti; come sostiene Antonio Falda, accompagnatore della selezione, “…I ragazzi sono davvero encomiabili, vanno avanti con grande qualità nonostante si siano allenati solo 4 volte assieme e nonostante siano penalizzati quando giocano in trasferta per via delle giornate di viaggio massacranti che gli tocca sostenere prima e dopo avere giocato le partite…Stavolta la sveglia ha suonato alle 4 e il rientro è stato all’1 di notte…E il giorno dopo tutti a scuola…”
Insomma, il rugby in Sardegna non vive solo delle prime squadre e delle categorie senior, cresce e si sviluppa contemporaneamente grazie al lavoro volontario di tanti bravi tecnici, spesso ex giocatori e giocatrici, ottimi dirigenti e preparatori made in Sardegna: il futuro del movimento è assicurato.
ASD Amatori Rugby Capoterra
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