NON CHIUDERE GLI OCCHI, Paolo Ollano

Inaugura venerdì 27 aprile alle ore 19,00 presso lo Spazio P in vico Barcellona a Cagliari la mostra “Non chiudere gli occhi”, personale dell’artista Paolo Ollano a cura di Erica Olmetto. Le pareti dello spazio saranno allestite con 140 opere di piccolo, medio e grande formato, in mostra fino al 12 maggio, riunite in modo da formare tre insiemi distinti e comunicanti tra loro. La dimensione dei pannelli ridotta nelle 48 tavolette con gli occhi chiusi, si dilata nei 2 pannelli più grandi dove il reticolato crea un’illusione ottica data dalla sovrapposizione di due piani: quello di chi guarda prigioniero della rete e quello di chi vive oltre e assapora la libertà visibile in mezzo ai frammenti di giornale e i collage dada. Infine, la riduzione è minima nelle 90 tessere 10×10 con gli occhi aperti rinchiusi dietro il filo spinato.

Il testo critico di Erica Olmetto:

Non chiudere gli occhi…

Non chiudere gli occhi, non fare finta di niente. Davanti a te c’è una realtà che ti perseguita da quando sei nato e ti tormenta senza tregua perché quella che conduci non è una vita che ti appartiene, non è la tua vita, è solo un misero e infelice compromesso che hai accettato per salvarti dall’orlo del precipizio. Il compromesso sembra, solo apparentemente, l’unico asso nella manica che ti permette di sopravvivere, anche se la vita si trasforma in un inferno e il rimedio alla fame e al dolore è solo la droga e la vendita del tuo corpo: “Ora so che l’unica cosa che ci salva dall’essere cancellati è il coraggio di amare ancora, sognare ancora. Ora so che esisterò finché un poco di luce si rifletterà nei tuoi occhi. Non chiuderli. Non spegnerli. Guardami”. Esortazioni, messaggi di conforto e di fiducia, fiumi di parole scaturiscono dalle opere di Paolo Ollano, incastonate, sovrapposte, cucite insieme al colore e alle forme all’interno dei pannelli, così da ottenere un perfetto ordine grafico e un risultato estetico di grande effetto, scomposto e ricomposto attraverso cento, mille immagini ripetute in modo quasi ossessivo, filtrate da un linguaggio pop/neo realista incredibilmente attuale.

Le due parti distinte presenti nei piccoli pannelli e nelle tessere, la texture e l’immagine fotografata, sono asimmetrici rispetto alla posizione che assumono nel complesso dell’installazione, una scatola abilmente congegnata in modo tale che l’immagine dell’occhio, aperto o chiuso, abbia funzione catalizzante di specchio riflesso. La dimensione dei pannelli cambia di continuo: ridotta nelle 48 tavolette con gli occhi chiusi, si dilata improvvisamente nei due pannelli più grandi dove il reticolato crea un’illusione ottica data dalla sovrapposizione di due piani, il piano di chi guarda prigioniero di quella rete e il piano di chi vive oltre e assapora la libertà visibile in mezzo ai frammenti di giornale e i collage dada, per poi, infine, ridursi di nuovo nelle 90 tessere con gli occhi aperti rinchiusi dietro il filo spinato.

Il titolo Non chiudere gli occhi, così come il tema centrale del progetto, traggono ispirazione dal libro a cura di Danilo Manera Vedi Cuba e poi muori, “una storia di paura solitudine e fame” ambientata nell’Avana nel periodo successivo alla caduta del muro di Berlino. Ancora una volta l’artista cagliaritano, noto per la sua capacità di cogliere in modo puntuale e introspettivo gli aspetti della società moderna, continua a caratterizzare i propri lavori di un forte spirito critico lanciando, attraverso i brevi frammenti di testo, messaggi di speranza. “Non te ne andare dall’Avana. Disegnaci ancora sopra il tuo sorriso, macchiala ancora. Tienici vivi. Non chiudere gli occhi. Non spegnere quest’ultima, minuscola luce. Perché qui è già troppo buio, sempre più buio”. Non a caso l’artista sceglie una situazione storica di questo genere, con l’intento di diffondere attraverso l’arte una piccola fiamma, scavare dentro e far emergere un disagio sociale latente, a noi che stiamo dall’altra parte del muro e costituiamo quella speranza, quello spiraglio di luce e agli altri che vedono – purché non chiudano gli occhi – dall’altra parte del filo spinato.

Spazio P, vico Barcellona 7 – Cagliari
Orari: 18,00 – 21,00 – info: +39 3488039469
info@spaziop.itericaolmetto@gmail.com
www.paoloollano.com

Immagini collegate: