Quante case in ladiri del centro storico sono state demolite negli ultimi trent’anni? La risposta si trova facendo un giro tra le vie del paese per notare che quattro mura domestiche centenarie sono state distrutte per far spazio a parcheggi o ai palazzi verticali di color rosa o verde con decine di mini appartamenti che rendono all’imprenditore somme da capogiro perché venduti a prezzi proibitivi. Perciò via l’antico arco di via Azuni e la vecchia casa di corso Gramsci per far posto ad una piazzetta ultramoderna e avere incroci più ampi. E che dire del palazzo all’angolo tra via Roma e via Cagliari ristrutturato con enormi vetrine da far invidia ai più moderni centri commerciali? Per non parlare della scomparsa delle antiche stradine costruite per il passaggio dei carri ed oggi con una colata di asfalto sono diventate delle vere e proprio piste automobilistiche. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la demolizione per un incendio successo nel mese di giugno, della casa ultra centenaria degli eredi Zanda di via Roma. Così, il paese ha perso le sue radici, la sua memoria e le future generazioni dovranno lavorare di fantasia per rivisitare la vita quotidiana dei loro nonni. Questo, forse, perché l’architettura popolare è vista quasi sempre come un costo e quindi è più conveniente demolire che inserirla nel Piano urbanistico comunale in modo che sia salvaguardata e quindi valorizzata. Mai come in questi ultimi mesi si è parlato, di quel poco che è rimasto, delle vecchie abitazioni, dei portali con i bei “pròcius”. Così, nel sito Internet www.capoterra.net si è creato un vero e proprio Forum dove numerosi visitatori, se ne contano oltre cinquanta al giorno, hanno espresso a più riprese, la necessità di riparlare di centro storico. Desiderio, condiviso dall’assessore comunale all’urbanistica Raffaela Serra: “Mi fa piacere che si riparli finalmente di centro storico e delle iniziative che possono intraprendersi alla luce delle normative vigenti. Basti pensare che tutti gli anni perdiamo ingenti finanziamenti, che gli altri comuni usufruiscono, perché il Piano regolatore non lo prevede”. In molti auspicano che il movimento d’opinione on line diventi da stimolo perché finalmente sia messo nero su bianco e il centro storico diventi realtà anche sulle carte comunali.