L’effetto diga che la nuova statale 195 potrebbe creare nella provinciale di Capoterra è piombato ieri in commissione Lavori pubblici con le osservazioni al progetto Anas fatte dal consigliere provinciale Giorgio Marongiu. La discussione si è fatta viva durante l’Assemblea civica riunita per parlare di Imu. Ma la paura allagamenti in un territorio a rischio ha fatto sì che l’argomento non passasse inosservato. Anche se l’Anas non ha ancora inviato il progetto per essere valutato. “La nuova quattro corsie all’altezza del rifornitore Agip in località Is Piscinas crea un effetto diga nella Provinciale – ha detto il presidente del Consiglio Marongiu – lì c’è già il ristagno d’acqua creando parecchi problemi. Figuriamoci poi se si riempie e si fa una barriera alta 2 metri e mezzo sino ad arrivare a 8 metri con una larghezza di 16. Sarebbe un disastro per il nostro territorio. Chiediamo che il muro sia eliminato e al suo posto sia realizzato un viadotto. Una sopraelevata che elimini l’effetto diga. Ieri in Commissione provinciale, abbiamo chiesto notizie all’Anas perché da queste parti il rischio idrogeologico e idraulico è alto. Stiamo parlato di una zona classificata Rhi4. Nella progettazione si deve assolutamente tener conto di questo. I cittadini non devono pagare gli errori fatti da altri. Su questo grave problema, l’Anas non ci ha né informati e né interpellati. Eppure sta intervenendo con opere nel nostro territorio – dice Marongiu – non stiamo discutendo del tracciato che seguirà la nuova quattro corsie ma dei rischi idrogeologici e idraulici. Prima non si era consapevoli dei rischi, ma adesso sì. Ecco, allora bisogna porre rimedio prima che l’alto sbarramento sia innalzato”. Molti, troppi errori sono stati già commessi da queste parti e in seguito alle vite umane strappate dalla furia dell’acqua si deve stare molto attenti prima di progettare le opere. Le piogge eccezionali hanno messo in ginocchio il territorio, non ultimo l’alluvione del 22 ottobre del 2008 dove il fango ha ucciso quattro persone in luoghi diversi. In seguito a queste tragedie, si vuole voltare pagina. Fatti del genere non devono più succedere. “Bisogna lottare perché lo sbarramento lungo la provinciale non sia realizzato – rincara la dose Giuseppe Cabiddu di Sel – l’abbiamo detto più volte e siamo stati sempre ignorati”. L’ex presidente della Comunità Montana, Marco Zaccheddu dà man forte e si spinge oltre: “Se l’Anas non ci ascolterà pur di difendere il nostro territorio siamo disposti ad azioni clamorose. Non accettiamo che siano fatti ulteriori danni che in seguito la popolazione pagherà a caro prezzo. Chiediamo che le nostre richieste siano accolte”. Intanto, da alcuni mesi il cantiere è partito e pare che le ruspe abbiano acceso i motori ed iniziato gli scavi: “Non vogliamo bloccare i lavori – continua Marongiu – perché il tracciato non è in discussione ma chiediamo di salvaguardare l’area da ulteriori alluvioni. Interventi da fare non né mancano. Le ruspe possono iniziare le opere da Sarroch verso Capoterra”. L’opera, assieme al tratto già aperto al traffico, costituirà una importante via di comunicazione tra il capoluogo e la costa sud-occidentale dell’Isola, in prospettiva anche della metropolitana che dovrà seguire il tracciato della Sulcitana. L’intervento ha investimento complessivo di oltre 160 milioni di euro dei quali più di 70 finanziati dalla Regione con i Piani Operativi regionali. Dovrebbe essere completato entro la fine del 2016, ma considerati i ritardi questa data con tutta probabilità slitterà. L’opera verrà realizzata dall’Ati Grandi Lavori Fincosit-Eds Infrastrutture, che ha anche portato avanti il progetto.
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