Che cosa passa nella mente di uno scrittore quando incomincia una nuova opera? Quando dopo tanto lavoro si è alla vigilia della sua presentazione. Forse possiamo paragonare la sua attenzione e la sua concentrazione ad un’atleta che si prepara per una nuova sfida. La sua quotidianità vive una attenzione spasmodica nella ricerca della sincronizzazione di ogni movimento atto a rendere la sua prestazione perfetta. Quindi in qualche modo possiamo inscenare una sorta di curva con i tifosi, nell’attesa che la gara abbia inizio, insomma possiamo fare il tifo. Sì tifiamo apertamente per Carmen Salis. Giornalista, scrittrice, poetessa, fotografa, e prima ancora dall’altra parte della barricata, come fotolitografia. Evidentemente l’odore dell’inchiostro e della carta che si respira in una tipografia deve aver avuto l’effetto risveglio di tutte quelle sensibilità che vivono in Carmen.Ti regalo il mio cuore – Ex Eros – Colloqui invisibili – Cose da Condominio – Senso, essenze di donna – opere letterarie pubblicate con La Riflessione di Davide Zedda Editore, opere che dopo averle lette ci fan sentire di fronte a uno specchio. E come spesso accade quello che vediamo non sempre ci piace. Carmen Salis ha questo dono, mette in risalto quelle che sono semplici mancanze quotidiane e con molta ironia – forza principale della sua scrittura – ci induce a guardarci dentro magari con un po’ meno presunzione e più disponibilità sia verso noi stessi e verso gli altri.
Carmen, a questo punto del tuo cammino devi dirci come ti senti. “Mi sento appena all’incrocio del primo vicolo. Credo di aver ancora tanto da percorrere, soprattutto per perfezionare il desiderio di esprimermi in generale. Dallo scrivere alla fotografia, dai rapporti umani alla voce..”
Quindi la tua nuova opera è frutto di? “Mi piace osservare. Sono curiosa. A volte da un dettaglio viene fuori la storia dei miei personaggi. Quei personaggi che altro non sono che gli esseri umani.”
Una traccia della tua nuova opera? “I Racconti di Carmé” sarà il titolo della mia prossima opera. Sarà edito dalla Riflessione di Davide Zedda Editore a cui va di diritto la riconoscenza per avermi dato il via. In copertina ci sarà un dipinto della bravissima pittrice Donatella Sechi che mi ritrae con grande ironia: nuda e in compagnia dei miei vizi e dei miei difetti. A lei il mio ringraziamento per avermi guardata con occhi d’artista fantasiosi e sensibili. Sono dodici racconti. Dodici storie che raccontano delle nostre esasperazioni, delle nostre manie, dei nostri limiti, della fatica comunque che si fa per resistere alla vita e a noi stessi.”
Da qualche indiscrezione di corridoio, questa volta l’ironia è un po’ meno evidente, forse per i più duri d’orecchi. Insomma per quelli che fanno finta di non capire visto i temi trattati. “Vero. Ho voluto portare dentro ai racconti anche quel finto buonismo, quell’ipocrisia e quella mediocre apparenza del “va tutto bene”. Nonché la diffcoltà dell’essere diversi, a volte per scelta o a volte perchè la vita te lo impone. Ma siamo esseri umani, è faticoso restar coerenti .”
Sappiamo che non disdegni le sceneggiature… “Mi piacerebbe tanto scriverne, non nego che questo è un mio piccolo sogno, mi sto applicando.”
Non credi che crei un po’ di conflitto di interessi il fatto che sei il direttore culturale della casa editrice che pubblica le tue opere? “Intanto ci tengo a precisare che sono orgogliosa di farne parte: per me è un grande onore e un privilegio poter accompagnare gli autori nel loro cammino. Ogni loro libro è come se fosse anche il mio. Siamo un bel gruppo, oltre a lavorare insieme per raggiungere un obiettivo ci vogliamo anche un gran bene e di conseguenza riusciamo a mantenere quegli equilibri necessari per poter dare il meglio di ciascuno di noi. Conflitto? Mi hanno assunta dopo le prime tre pubblicazioni. In realtà forse lo hanno fatto nella speranza di farmi smettere di scrivere pensando che magari se mi avessero offerto un lavoro che mi impegnava a leggere delle vere opere letterarie forse avrei capito come è fatto un libro e avrei appeso la penna! Ma si sono sbagliati: Sono una vecchia gallina dura a perder le penne.”
Alberto Banchero
da tottusinpari.blog.tiscali.it