E’ la prima volta che racconto le sensazioni provate durante una gara, ho pensato che forse questa sarebbe stata l’occasione giusta per farlo. Da tanto tempo mi frullava in testa l’idea di poter disputare un iroman ma tra dire e il fare… E’ stato un percorso lungo, iniziato come tanti capoterresi nel bellissimo circuito training di Is Olias, ritrovo di tanti runners, bikers e non solo… Come dicevo, un percorso fatto di sacrifici, iniziato con semplici gare podistiche e terminata (come meta)il 26 settembre con la gara ironman di triathlon all’isola d’Elba. Per chi non ha molta confidenza con la disciplina, la gara iroman è la competizione più lunga di questo sport, e comporta eseguire in una giornata 3800 mt di nuoto, 180 km di bici e 42 km di corsa… Posso affermare, con ancora qualche dolore alle gambe, che l’ironman è, a differenza di tante altre gare, una battaglia contro sé stessi dall’esito incerto, è drammatica ed esaltante insieme, è un’avventura, ci vengono in mente mille cose, a differenza delle gare veloci, il ritmo più lento e la durata infinita ci permettono di pensare, essere protagonisti di un avventura sportiva dall’esito incerto, e siamo noi che in ogni momento dobbiamo decidere come finirà… Potrei raccontare di dolori allo stomaco, di gambe che diventano pezzi di legno, crampi muscolari etc… ma la mia avventura voglio riviverla aprendo la porta della mia mente… Durante i mesi invernali ed estivi (ho iniziato la preparazione a gennaio) ho pensato sempre e solo a tagliare la finish line, e ogni sforzo ogni sacrificio è stato solo per avvicinarmi al sospirato striscione d’arrivo, senza fare nessun calcolo per quanto riguarda la posizione di classifica o di tempo. Sono arrivato all’Isola d’Elba 4 giorni prima della gara, e devo dire che, rispetto ad altre gare ero insolitamente tranquillo, sapevo di aver fatto tutto il possibile per presentarmi al meglio, malgrado una brutta tendinite che mi ha fatto saltare gli ultimi 15 gg nella corsa, e di aver allenato la mia mente quanto il fisico. Nei giorni rimanenti, ripasso mentalmente cosa fare in gara, cosa mangiare e quando. La vigilia è tranquilla, riesco a dormire bene, ma la sveglia una volta tanto viene anticipata… sono le 3 del mattino!!! Fatta la colazione pregara, la partenza della gara è prevista per le 7, mi dedico al risveglio muscolare con qualche minuto dedicato allo stretching… intanto mi arriva un sms, di un amico triathleta, che grossomodo dice “taglia la finish line e torna a casa con un carico di emozioni”, mi da una bella carica, visto l orario!! Arrivo in zona cambio alle 5.30, mi occupo delle ultime cose riguardanti la bici, e mi preparo per la frazione del nuoto, tutto questo lo faccio con il mio ipod alle orecchie, perché voglio isolarmi per un po’ dagli altri 312 atleti, ascoltando “beautiful day” degli U2, un brano che ascolto sempre prima di ogni gara, quasi un rituale per me… Intanto alle 6.40 i giudici ci chiedono di lasciare la zona cambio e avviarci verso la spiaggia per la spunta degli atleti. Sono le 6.50, penso a che ore sono, e al fatto che sto camminando scalzo sul selciato, che malgrado la muta ho freddo, per un attimo mi è passato per la testa che forse sono un po’ matto!… chissà… Finita la spunta… la musica degli altoparlanti sale di volume, come l’adrenalina, con una canzone dei Queen, mi concentro su una strofa che dice “another hero”… sorrido… e penso ci siamo, saluto Michela, e mi prendo 30 secondi tutti per me aspettando la sirena che finalmente arriva!! Ora la tensione non c’è più, ci sono solo emozioni da vivere… il nuoto va esattamente come voglio io, a parte qualche botta presa, riesco a gestirlo senza grossi problemi, nell’ultimo giro di boa (2giri da 1900mt) penso già alla bici, rallento un po’, sono fuori dall’acqua in 1h10′ circa. Arrivo in zona cambio e mi preparo per i 180km in bici. Il percorso ciclistico non e’ sicuramente “un mangia e bevi”, è tra i più duri in Europa, sapevo a cosa andavo incontro, ma ero lì per quello, anche grazie a Marcello Serra che in un anno mi ha preparato in bici alla grande, l’unica cosa che temevo, erano gli imprevisti… e infatti dopo 14km quello che temevo di più si e’ materializzato come un incubo, infatti durante un salita, ho forato la gomma posteriore!!! Devo dire che un po’ di sconforto l’ho avuto, sia perché ero ancora freddo dal nuoto e sopratutto perché dovevo affrontare ancora 165 km con una sola camera d’aria di scorta!! Riesco a ripartire, dopo aver perso circa 15 minuti, ma per i primi 60 km sono un po’ contratto, non riesco ad andare in modo fluido, anche perché poco dopo mi punge una vespa sul collo che mi costringe a fermarmi di nuovo!! Riparto nuovamente, cerco di concentrarmi sulla gara, ogni 20 minuti mangio qualcosa, secondo il mio piano alimentare, sembra fili tutto liscio, si attraversano paesi bellissimi, cavoli Seccheto, Fetovaia, Colle d’Orano, Marciana… la gente ci accoglie, ci incita, tutto molto bello, la gara è svolta su una straordinaria isola, che abbina mare e montagna, su scenari da favola. Intanto arriva l’ultimo giro, dove immancabile arriva anche la crisi, soffro un po’, le gambe vanno in tilt, cerco di stirarmi un po’, mi rilasso, ma penso che devo affrontare ancora la parte più dura, quella che porta da Colle d’Orano a Marciana, circa 8 km di salita al 10% di pendenza, che fatta al terzo giro si faceva sentire sulle gambe, (la bici comprendeva 3 giri da 60 km) finalmente arrivo su a Marciana, dove appare come una visione celestiale la scritta MARCIANA 375 MT!!!.Ci sono mi dico, adesso mi aspetta una discesa, e poi ci siamo! Arrivo in zona cambio, dove mi aspetta una dolcissima maratona,uno zuccherino finale. Sono curioso di sapere come sono le mie gambe quando scenderò dalla bici… Appena inizio la maratona ho subito delle buone sensazioni, le gambe girano, nessun crampo in vista, la corsa fila liscia nel bellissimo lungomare di marina di campo (bastoni di 8km da percorrere 5 volte) sino a poco dopo i 21km, entro un po’ in crisi, mi fermo di più nei ristori, ma niente, la nausea non sparisce, ormai manca veramente poco, ma tutto scorre molto lentamente, il tempo non passava più,stavo soffrendo, Michela che mi diceva “tieni il ritmo e’ finita” troppo facile dicevo io… la buona preparazione mi ha permesso di continuare, il corpo si difende mi dice che e’ stupido continuare una maratona dopo 180km di bici, cosi ogni secondo devo decidere se continuare a correre cercando di zittire la voce oppure fermarmi. Ma alla fine soltanto la convinzione di vincere la sfida mi ha dato la spinta per farcela e quando alla fine il traguardo è appena dietro di me, ho sensazioni mai provate prima nello sport, perché il mio sogno si e’ realizzato,ma sopratutto perché ho lottato contro me stesso una battaglia feroce e ho vinto!concludendo il mio primo iroman in 14 ore e 21 minuti! Qualcuno mi ha chiesto il perché di questa pazzia?! Ho semplicemente risposto che volevo farmi un regalo speciale per i miei 40 anni, e così e’ stato… a parte questo… penso che, tutti quanti, chi nuota, chi pedala,chi corre, chi semplicemente passeggia, diamo un valore aggiunto al nostro tempo, e quando guardiamo indietro soddisfatti dei traguardi raggiunti,tutta la fatica sembra essere poca,e nel nostro bagagliaio abbiamo racconti, amicizie, e sconfitte da ricordare, possiamo dire DI AVER VISSUTO DI PIU’!!! Forse ho scritto troppo, o forse troppo poco per quello che e’ stata la gara, l’unica cosa a cui tengo veramente e’ dedicare quest’iroman a VINCENZO e CORRADO, due amici che purtroppo non ci sono più, persone che come tanti di noi avevano una famiglia, un lavoro, e con tanti sacrifici portavano avanti quotidianamente la loro passione per lo sport, per la bicicletta, vittime della strada, di un destino crudele, e forse come tantissimi ancora in cerca di giustizia, ma non sicuramente dimenticati! VINCENZO e CORRADO SEMPRE CON NOI!!! CIAO!
Nicola Cogoni