Per troppo tempo ho distolto lo sguardo,
i ricordi, i pensieri, l’anima…da allora.
Ed è stato lungo il cammino
che mi allontanasse da quella paura.
Ora che ho imparato a piangere
posso lasciarmi prendere per mano
da quel tormento,
e là andare come torrente al mare,
quasi a placarlo con le trattenute lacrime
serbate allora per non alimentare
l’onda che ci ha travolto,
ad ammansirlo da sete che ha ancora…
ancora e ancora quando il cielo è una nuvola nera
Ora che so piangere
posso tornare là dov’è rimasto il tempo
quello negli occhi della gente
nei sogni di un bambino
nella paura dei vecchi.
Là dove si sono spente le vite
là dove abbiamo lasciato il cuore.
Ad urlare una preghiera
cercandovi ancora la speranza
come cristallo di luce che illumini il cielo
cui volgere gli occhi
per implorare un perdono per la colpa
di non amare questa nostra
martoriata, straziata madre terra
che pur giungendovi da diverso cammino
un di’ come figli ci ha accolto.
Silvio Matta