Signori Consiglieri,
si racconta di un tale che, venuto a conoscenza che un suo compare andava a letto con la di lui moglie (donna invero non piacente), lo apostrofò dicendo: “ Io per dovere coniugale sono costretto ad andarci, ma tu perché lo fai? ”.
Visti i chiari di luna che solcano il cielo di Codesta Amministrazione, ci sembra opportuno rivolgere alla Maggioranza che sostiene il sindaco Marongiu ed il suo Esecutivo, un pressoché identico quesito: “ Noi della minoranza, per aritmetica costrizione, giocoforza dobbiamo sopportare tale sindaco e siffatta giunta, ma Voi, Signori della Maggioranza, che godete di una aritmetica possibilità di divorzio, perché continuate a sostenerli? ”.
E’ nell’evidenza dei fatti la totale confusione non disgiunta dall’abituale arroganza con cui, un triumvirato di clausura, con irrazionale solitudine, finge di amministrare la nostra Capoterra.
Triumviri che, sorvolando a pie’ pari su impellenti e inderogabili necessità amministrative, gestiscono, sonnolenti, una situazione di preoccupante eccezionalità quale quella di derivazione alluvionale quasi fosse una placida normalità.
La stramaledetta alluvione che ha colpito il nostro territorio, (alluvione, come da noi più volte ribadito, ormai assurta a universale coperchio di una miriade di pentoloni di incauta e scadente amministrazione), sta mettendo a nudo, giorno dopo giorno, una totale incapacità di Codesto Esecutivo a dare concrete e tempestive risposte a serie e pesanti problematiche che, se non arginate in tempo e in modo consono, potrebbero risultare, alla lunga, peggiori del nefasto evento meteorologico su citato.
E’ irresponsabile e vergognoso, che non sussista un minimo di urgente e seria programmazione per la ricostruzione del nostro territorio.
E’ assurdo e dittatoriale che, chi dice di governare questa comunità, nel lasso di tempo intercorso tra il cataclisma e l’oggi, non abbia sentito il dovere di interloquire, se non direttamente con i cittadini, perlomeno con questo Consiglio che li rappresenta, per analizzare in modo serio e ponderato come, dove e quando mettere davvero in sicurezza il nostro territorio e, perlomeno, attutire nell’immediato, e per quanto possibile, disagi e pericoli tuttora imperanti.
E passi che, come da copione e da solita arroganza amministrativa, si tralasci il parere della Minoranza cui noi apparteniamo, ma non può passare, ed é inammissibile che, neppure Voi, colleghi della Maggioranza, abbiate avuto accesso alle secrete stanze e alle arcane intenzioni di coloro che Voi, imperterriti ed in modo irresponsabile, continuate a sostenere.
Conosciamo a menadito il copione. Questa maggioranza, per ovvie necessità di facciata e magari per non passare da fessi, non avvallerà queste nostre inconfutabili evidenze, anzi indispettita forse trasalirà.
Fate pure come meglio vi conviene. In ogni caso, la sostanzialità delle cose non muterà di certo per il Vostro ridicolo tentativo di tenere in piedi una asfittica coesione che tracima confusione e malumori in ogni dove perché affetta da una intestina disamistade che, sempre più spesso, viene curata, alla meno peggio, con il placebo di squallidi caramellosi zuccherini.
Disamistade che tentate, ma invano, di occultare goffamente a guisa di coloro che asseriscono che poco importa essere cornuti, l’importante, piuttosto, è che non si sappia in giro.
Purtroppo, e forse grazie al Cielo per taluno di Voi, noi che apparteniamo a questa minoranza in parte latitante e distratta, per numerica inferiorità, non possiamo porre fine a questa sorta di “masochismo politico” che attanaglia e soffoca questa maggioranza minandone vitalità, produttività, credibilità amministrativa.
Cicerone nel De Republica afferma che “faber est suae quisque fortunae”, ovvero “ognuno è artefice del proprio destino”.
Saggia ma non sacrosanta citazione, perché, ahinoi, (il tempo galantuomo ce ne darà ragione), di tale Vostro folle masochismo a pagare conto e fio, in definitiva, non sarete Voi che ne siete artefici, ma solamente i nostri concittadini, ancora una volta, penalizzati dalle Vostre puerili beghe e da assurde omissioni e disattenzioni amministrative.
Omissioni e disattenzioni amministrative che, come più volte Vi abbiamo evidenziato, si concretizzano, in primis, nella vergognosa e perdurante assenza di un Piano Urbanistico Comunale.
Di quello strumento assolutamente indispensabile allo sviluppo del nostro territorio, e su cui taluno ,con bronzea e congenita mendacità, continua a gabbarne una prossima ed immediata attuazione.
Ormai siamo all’inverosimile: è diventato più facile per un ateo credere in Dio che per un cittadino di Capoterra aver fede nella imminente realizzazione del P.U.C.
Vostre omissioni e negligenze amministrative, peraltro da noi già ripetutamente stigmatizzate con interventi in aula ed interrogazioni sin dal lontano 11 settembre 2007, che consentono impunemente, ai pestiferi fumi dell’area industriale di Macchiareddu e soprattutto ai nauseabondi tanfi dell’area di compostaggio, di ammorbarci l’aria e ciò, nonostante vigenti leggi che, se davvero aveste volontà di applicare e fare rispettare, sarebbero in grado di eliminare definitivamente quei disagi e attentati ambientali che, per ovvii motivi, s’acuiscono soprattutto con la canicola estiva.
Altre omissioni amministrative derivanti da una incallita bugiardaggine di taluno che, al cospetto dei propri amministrati in pubblica assemblea e dopo l’alluvione, ha garantito, per tentare di salvare chiappe e audience, che immediatamente sarebbero state costruite ex novo le aule mancanti nel plesso scolastico di Via Serpentara e che, tali aule, sarebbero state fruibili, al massimo, non oltre il mese di novembre prossimo venturo.
Solo fumose e mendaci parole. In realtà, d’inizio di tali lavori, nemmeno l’ombra.
Piuttosto una manomissione e mutilazione a strutture già esistenti e destinate ad altre primarie necessità scolastiche che, inevitabilmente, nell’immediato futuro, andranno a sommare disagi ad ulteriori disagi.
E che dire di edifici scolastici, dalla Commissione Cultura cui apparteniamo appena ispezionati, che hanno rivelato una fatiscenza e una precarietà strutturale da favelas brasileire e nei quali, ad ogni morte di papa e con invereconda maleducazione, le maestranze della struttura comunale vi penetrano per colabrodai rattoppi ?
Ulteriori omissioni e dabbenaggini amministrative che hanno ispirato, (dopo nostre reiterate e vibrate sollecitazioni ad una virtuosa spesa) , di destinare i fondi dei Conti Correnti pro alluvione, (dividendoli in tre tranches uguali di trentacinquemila euro cadauno), ai condomini delle residenze di Poggio de’ Pini, Rio San Girolamo, Frutti d’Oro Secondo.
Riteniamo si possa convenire che, anche un infante di scuola materna, avrebbe colto, per lapalissiane risultanze, l’inutilità di tale suddivisione.
Infatti se è acclarato, come purtroppo è stato acclarato, che una somma di trentacinquemila euro è davvero esigua ed insufficiente per il ristoro dei danni alluvionali a privati cittadini, come si è potuto arguire che tale miseria potesse essere utile a soddisfare, seppur in misura minima, le necessità di un condominio?
Ma non è tutto. In siffatto Circo Barnum vi è stato persino taluno di Codesto Esecutivo, razzolante tacchino con aspirazioni pavonesche e in perenne questua elettorale, che, con sfrontata ipocrisia, ha propinato al popolo che, tali somme, fossero un generoso omaggio dell’Amministrazione Comunale per i “poveri alluvionati”.
Nulla di più falso. E’ bene si sappia che, tali somme, provengono esclusivamente, dalla generosità di privati cittadini e aziende. Invero, si tratta di cifre che l’Amministrazione Comunale doveva solo momentaneamente gestire e successivamente destinare, in modo oculato, a buon fine, magari innervando e corroborando, con una seria e attenta programmazione, il comparto della Protezione Civile locale.
I centodiciottomila euro (a tanto, casualmente, si è saputo, ammontare le offerte di cui trattiamo) potevano essere un buon se non esaustivo, viatico per far sì che, il locale apparato della Protezione Civile, potesse fruire d’una provvidenziale boccata d’ossigeno che supportata da una preventiva programmazione sfociasse infine in una concreta operosità nella disgraziata ipotesi di future emergenze.
E che dire del novissimo servizio di segnalazione delle emergenze tramite SMS concepito e partorito con la ormai cronica, untuosa e stucchevole nebulosità di aggiudicazione.
Qualcuno, ancora una volta mendacemente, ha asserito, che Capoterra disponga di un serio ed efficace piano per le emergenze. Ciò è più falso delle ludiche monete di stagnola e cioccolato che un tempo venivano regalate ai pargoli per ammansirli.
Chi è stato artefice di siffatto strampalato e pressoché inutile servizio, di grazia, vuole spiegare all’attonito e smarrito cittadino se, in caso di pericolo, deve darsela tout court a gambe o piuttosto levare imploranti occhi al cielo impetrando l’ausilio divino, considerato che non può attendere alcuna dritta salvifica da quel locale apparato di Protezione Civile che, nonostante la generosa ed encomiabile dedizione di tanti volontari nostri concittadini, è in totale asfissia per mancanza di necessari sostegni finanziari, orfano di qualsivoglia programmazione e coordinamento e in balìa all’assurdo tatticismo del “centu concas, centu berrittas” e, in ultima istanza, del disperato “si salvi chi può”?.
Concludiamo chiedendo a coloro tra Voi che sono dotati di giusta sincerità, di responsabilità, di indipendenza di giudizio, se quanto testé abbiamo snocciolato è da catalogare come nostra provocatoria fandonia, o piuttosto come veritiera constatazione su una attuale liturgia amministrativa che, meriterebbe, giusto per fare buon uso del novello servizio di messaggeria su accennato, un lapidario istituzionale SMS indirizzato ai Vostri Cesare, Pompeo e Crasso. Messaggio di perentoria comunicazione e immediata esecutività: T.A.C. ovvero “Tornatevene a casa!”.
Grazie per la vs. cortese attenzione.
Il Consigliere Franco Bayre