La drammatica situazione sulla scuola in Sardegna effetto dei tagli sul personale, alla chiusura delle scuole
sopratutto nei piccoli centri, previsti dall’applicazione della riforma Gelmini e per le possibili conseguenze discriminatorie nei confronti degli studenti sardi con disabilità approda in Consiglio Regionale: con
un’interpellanza presentata oggi per l’inserimento all’Ordine del Giorno del Consiglio, rivolta al Presidente della Regione On. Ugo Cappellacci e all’assessore alla Pubblica Istruzione Prof. Maria Lucia Baire, Marco Espa, primo firmatario, Vicepresidente della commissione Politiche sociali (insieme al capogruppo Mario Bruno e ai consiglieri regionali del PD delle due commissioni Istruzione e Politiche
sociali Pierluigi Caria, Giuseppe Cuccu, Valerio Meloni, Antonio Solinas) chiedono che l’aula di via Roma affronti e si faccia carico dei gravi problemi che a brevissimo potrebbero colpire migliaia di personale docente e non docente, oltre ad impedire agli studenti con disabilità sardi la
frequenza regolare nelle scuole di ogni ordine e grado.
“Credo che il testo della nostra interpellanza sia chiaro più di ogni dichiarazione – dichiara Marco Espa
– Aggiungo solo che davanti alle preoccupazioni degli studenti, alla mobilitazione dei docenti e dei loro sindacati che denunciano le conseguenze nefaste della riforma Gelmini sull’occupazione, la protesta degli enti locali,
in particolare dei piccoli centri che vedono possibile la chiusura dell’unico presidio educativo dello Stato nei loro territori e alla denuncia delle famiglie e delle loro associazioni che vedono a rischio i percorsi di eccellenza
inclusivi per gli alunni con disabilità, chiediamo un forte intervento in primo luogo della Giunta regionale e di tutto il Consiglio a salvaguardia del sistema educativo scolastico sardo, anche con l’apertura di una vertenza nei confronti
del Governo nazionale. Con l’applicazione della riforma, è del
tutto inconfutabile che si va incontro dopo più di vent’anni ad una riduzione del “tempo scuola”: rivedremo di nuovo le scuole utilizzate poche ore al giorno,
come avveniva quando noi eravamo studenti, con tutte le conseguenze di carattere sociale per un mondo che nel frattempo è cambiato.”