Cinque pennelli e non più undici. Sofolti, cioè sommersi, e non più emergenti come prevedeva il progetto originario. Nel nuovo programma di protezione della costa di Capoterra, da tempo colpita da un’inarrestabile erosione, rispunta adesso la vecchia idea del ripascimento, accantonata dopo gli insuccessi del Poetto e gli strascichi giudiziari che hanno portato in Tribunale amministratori pubblici della Provincia di Cagliari, tecnici e progettisti. Nessuna sistemazione di sabbie prelevate dal fondo del mare ma rena di cava su questo tratto di litorale della Sardegna sud-occidentale. Sedimenti che restituiranno alla costa davanti alle lottizzazione Picciau e Frutti d’Oro le spiagge di un tempo, quando ancora le villette in prima fila avevano le finestre non affacciate sull’acqua (come accade praticamente oggi) ma davanti a un arenile allora piuttosto esteso. «La conferenza dei servizi, che ci auspichiamo sia l’ultimo passaggio prima della discussione in giunta regionale, ha dato parere favorevole e comunque nessuno degli enti ha messo un freno al progetto delle barriere antierosione. Anzi, si è anche riproposta un importante piano di riqualificazione della costa con sabbia proveniente da una cava. È importante sottolineare che per la prima volta, dopo dieci anni di discussioni, a emergere è stato il concetto che i lavori devono essere fatti non solo per salvare l’ambiente costiero ma soprattutto mettere in sicurezza le abitazioni di numerose famiglie. Le stesse messe in ginocchio appena pochi giorni fa dall’ennesima, violentissima mareggiata. Tra l’altro un mese dopo l’alluvione del 22 ottobre », dice l’assessore ai Lavori pubblici di Capoterra, Efisio Demuru. «I cinque pennelli, costruiti obliquamente alla linea di costa saranno lunghi ognuno centocinquanta metri, ma a differenza di quanto programmato inizialmente, adesso sono state apportate alcune importanti correzioni, su indicazione della Conferenza dei servizi», spiega l’ingegner Nicola Montaldo, responsabile del progetto. Le barriere saranno sofolte, dunque sommerse, a una profondità di cinquanta centimetri dalla superficie. L’altra novità è la realizzazione di una nuova spiaggia estesa per ottanta metri». Ci sono, disponibili, un milione e trecentomila euro. Sufficienti per le dighe e per il ripascimento su un tratto di litorale comunque limitato. «Una volta completato il progetto – aggiunge Montaldo – terremo sotto controllo l’area con un monitoraggio costante, e solo allora, dopo due anni di osservazioni, si deciderà se e come procedere anche davanti a Torre degli Ulivi». Insomma, il sì di venerdì scorso pronunciato dalla conferenza dei servizi aspetta ora di essere ufficializzato da una delibera dell’esecutivo regionale. Solo allora si procederà all’affidamento dell’appalto e all’avvio dei lavori. «La nostra speranza è che il progetto di riqualificazione finisca in giunta entro l’anno», conclude Efisio Demuru.
Andrea Piras
da L’Unione Sarda – 08/12/08