“Mi sono seduto dalla parte del torto perché, dalla parte della ragione, i posti erano stati tutti occupati.”.
Questa sagace espressione di Bertold Brecht, sollecitatami in memoria da un caro amico qui presente, può indubbiamente manifestare come taluni elementi dell’umana genìa, di fronte alla doverosa assunzione di responsabilità, siano soliti precipitarsi ad occupare, pur non avendone titolarità, gli scranni nei quali dovrebbero stare, a buon diritto, solo coloro che hanno ragione.
Signori Consiglieri, ritengo possiate concordare che, quanto accaduto in quest’aula nell’ultima seduta consiliare, altro non possa essere che l’invereconda attuazione di quanto postulato dal teutonico drammaturgo.
Una pantomima a dir poco da vergognoso arrossire dove un po’ tutti, sottoscritto compreso, per specifico senso di responsabilità e buona educazione dovrebbero recitare un contrito mea culpa soprattutto ai nostri concittadini presenti in aula ma nondimeno a coloro che ci hanno delegato a rappresentarli per la soddisfazione del cosiddetto bene comune.
In altra sede ho affermato e ribadisco stasera, per intima convinzione, che oggi è assolutamente riduttivo, o addirittura inutile, andare a scovare, con pignolesco lanternino, a chi addossare colpevoli azioni o piuttosto ignave omissioni dello sfacelo alluvionale.
Infatti è un dato inconfutabile che, oltre un trentennio di “disattenzioni ambientali”, di “audaci concessioni edilizie”, di una indecifrabile ma comunque irresponsabile assenza d’un illuminato Piano Urbanistico Comunale, (non sono io a pontificarlo ma la nostra storia capoterrese a decretarlo), sia da ascrivere a plurime paternità che dovrebbero essere assunte , per quel senso di responsabilità su accennato, equamente e percentualmente dagli amministratori locali del periodo in questione.
In difetto di tale mea culpa, riteniamo che sia improduttivo proseguire ad oltranza in questa insulsa ed irresponsabile politica dello scaricabarile che, mai e poi mai, è riuscita a partorire alcunché di utile, di solido e fruibile per la crescita umana, economica e sociale d’una comunità ma, al contrario e addirittura, ha finito per avvilirla con cumuli di opache polveri che, al primo soffio di vento, aldilà dei consequenziali danni, hanno annichilito il percorso di crescita socio-economico ed ambientale, ricacciandolo maldestramente ai blocchi di partenza.
Pertanto, occorre deporre in un cantuccio il passato pur senza perderlo di vista, imbracciare con vigore il presente per tentare di costruire, con assoluta onestà ed unità di intenti, un nuovo domicilio alla serenità delle persone colpite funestamente dal catastrofico evento alluvionale, e ciò lo si potrà davvero realizzare solo attraverso la totale solidarietà di tutti le componenti sociali.
Aldilà delle specifiche responsabilità cui si è fatto cenno, la sorte, o se preferite la malasorte, oggi ci obbliga, attraverso l’impegno istituzionale e senza esenzioni di sorta, a porre in gioco la nostra, personale e collettiva, credibilità politica.
Ora e qui, da quello che apparentemente e al contempo sostanzialmente è una situazione di grave handicap dobbiamo trarre forza e volontà di conversione in una privilegiata opportunità, forse unica ed irripetibile per questo Consiglio Comunale: la salvaguardia totale e definitiva del nostro habitat e di tutte le anime che in esso non tanto albergano ma vivono, o piuttosto vorrebbero davvero vivere libere dalla costrizione di pagare dazio per l’incuria e la dissennatezza umana partorita da un infimo interesse speculativo orfano di sentimento e responsabilità.
Recita la saggezza antica: “ Errare humanum est, nisi nullìus insipientis in errore perseverare”, ovvero, l’errore è corredo dell’umanità delle persone, il perseverare nell’errore è invece certificato della demenza umana.
Lo ammetto. Io per primo ho sbagliato trascendendo nei toni, poco importa se sospinto da una forte passionalità per la ricerca del bene comune: ho sbagliato punto e basta.
Chiedo scusa ai nostri concittadini. Chiedo altresì venia a quei colleghi che forse non hanno potuto o voluto capire l’essenza del mio pensiero o giustificare le mie debolezze.
Ma parimenti auspico, per la necessaria coscienza etica che dovrebbe essere asse portante del nostro agire istituzionale di non restare isolato eremita a battersi di cilicio nella contrita recita del Confiteor.
Pia illusione. Dagli interventi che mi hanno preceduto, un po’ tutti hanno elucubrato sull’indecorosità dello spettacolo rissaiolo ma nessuno ha avuto coraggio e responsabilità di ammettere un proprio errore. Madonna che squallore!
Andiamo oltre. Sollecito me stesso e Voi tutti, Sindaco, Esecutivo e Consiglio ad accantonare definitivamente fragorose ma insulse santabarbare vertenti su “medicei ferri vecchi”, “mediatiche cantonate”, “cordali castagnate” genitrici soltanto di vergognose e meschine figure in questa aula consiliare.
Concludo rivolgendo il mio pensiero ma soprattutto garantendo la mia fattiva ed immediata presenza a tutti quei nostri concittadini che, proprio oggi, sono stati rivisitati dal demone meteorologico in quel di Frutti d’Oro e dintorni.
Anime inermi, spossate nel fisico ma soprattutto nella psiche, che hanno immediata necessità della nostra solidale azione ma nondimeno della fattiva e puntuale presenza delle Istituzioni, anche o soprattutto ora che i riflettori mediatici sono spenti.
Infine, a nome e per conto del Coordinamento degli Amministratori delle zone Costiere che me ne hanno presentato istanza, chiedo cortesemente al Signor Sindaco che, con assoluta immediatezza vista l’impellente necessità, comunichi:
– a quanto ammontino le provvidenze finanziarie sul Conto Corrente Comunale pro alluvione;
– chi direttamente, e quando, dovrà gestire tali fondi e in virtù di quali risoluzioni;
– la prioritaria e razionale destinazione finale dei medesimi fondi;
Grazie per la Vs. cortese attenzione.
Il Consigliere
Franco Bayre