‘Sig.ra Lai, poco importa sapere quale professione con annesse competenze possiede una persona nel momento in cui quest’ultima è costretta ad evacuare con la sua famiglia davanti alla minaccia che un bacino, con al suo interno circa 250.000 mc d’acqua, possa riversarsi con tutta la sua forza d’urto distruttiva nella propria casa’. Con questa frase, iniziava la mia risposta al Suo intervento pubblicato in questo sito in data 29 Novembre, in cui cercavo di spiegarLe le motivazioni che mi avevano spinto a prendere una posizione così netta nei confronti della eliminazione del bacino in questione. Alla luce delle novità emerse durante l’incontro avutosi in Parrocchia con i vertici della regione Sardegna ed il Comune di Capoterra, svoltosi Sabato 29, ritengo poco produttivo continuare a discutere su un problema in parte risolto dalle dichiarazioni del Presidente Dott. Soru, sulla eliminazione della diga da effettuarsi durante la stagione estiva. Vede Sig.ra Lai in questi ultimi giorni, siamo stati dipinti come persone: gelose, malate di campanilismo, nemici del bosco, affetti dalla sindrome del Vajont e non ultimo definiti i partecipanti all’incontro di sabato “ pochi ignoranti”, tutto questo, solo perché ci siamo permessi di pretendere di vivere in totale sicurezza dentro le nostre case insieme alle nostre famiglie dopo i fatti del 22 Ottobre. Qualcuno, e Lei sa a chi mi riferisco, ha definito questo comportamento: sciacallaggio sociale, non entro in merito a questa triste affermazione, la giustifico quale manifestazione verbale di chi trovandosi con le spalle al muro e privo di argomenti validi, si aggrappa alla prima definizione impattante che le passa per la testa. Mi sono domandato come mai non abbia partecipato alla discussione tenutasi in Parrocchia, sicuramente tutte le sue conoscenze e il suo curricula avrebbero potuto dar corpo ad un democratico confronto su posizioni diverse, sarebbe stato un momento in cui avrebbe potuto portare a conoscenza dei presenti l’esistenza le varie Leggi in materia di urbanizzazione non applicate dalle amministrazioni come da Lei riportato, nel suo lungo e dettagliato intervento pubblicati in questo sito. Sono sicuro che alla fine prevarrà la politica di accontentare tutti, e nessuno con la riduzione dell’invaso dagli attuali 250000 mc a soli 70000 in modo tale che gli abitanti delle zone a valle, si sentiranno meno minacciati dalla presenza del bacino e la comunità di Poggio dei pini continuerà ad avere il suo bel laghetto. All’insegna del moto: vogliamoci bene e come accadde nei finali dei migliori film: e tutti vissero felici e contenti.
• In riferimento alla diga di Poggio
Giuseppe Pala